Istituzione ALTO COMMISSARIATO PER I ROM
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Oggi le ruspe hanno abbattuto le povere capanne dei rom di Tor di Quinto con tutto il loro contenuto nel massimo disprezzo dei diritto degli abitanti che dovevano quanto meno essere avvertiti per salvare le loro cose, i loro ricordi, oggetti necessari alla loro vita raminga. Rai tre mostrava una bambina che al ritorno della scuola non trova più la sua casa. Non sa neppure dove andrà dal momento che chi demolisce si limita a questo e non si pone il problema della risistemazione delle persone.
Il Governo Italiano ha affrontato l'enorme problema della immigrazione dei Rom soltanto dal versante "sicurezza" che in sostanza si traduce in una folle esclusione dalla nostra vista e dalle nostre città dei rom. Esclusione dalla vista, criminalizzazione della povertà, sanzioni per i lavavetri, decoro urbano con pulizie etniche....
Sappiamo che si tratta di gravissimi abusi simili a quelli che il nazismo fece subire ai rom negli anni trenta, abusi possibili perchè trattasi di un popolo senza voce fino al punto di essere dimenticato dalla giornata della memoria dell'olocausto nella quale non sono neppure menzionati (legge 211 del 2000). Eppure furono uccisi oltre seicentomila tra rom e sinti!!
Considerato la inconcludenza del Ministero della Solidarietà Sociale e l'ostilita dei sindaci leghisti e PD
penso c he si potrebbe trovare una soluzione, uno strumento nella istituzione di un Alto Commissariato per i Rom con il compito di organizzarne ed amministrarne la presenza in Italia.
Il Commissariato potrebbe essere dotato delle risorse messe a disposizione della Unione Europea, del Fondo ONU e del Governo italiano e dovrebbe agire per evitare i traumi dei continui trasferimenti forzosi imposti a varie comunità e del crescente razzismo che attorno a queste drammatiche vicende si sta creando. Dovrebbe realizzare un progetto di sistemazione delle comunità rom:
Il problema ROM deve essere affrontato a cominciare dal dare una voce a questo sventurato popolo, e bisognerebbe creare istituzioni sociali e culturali. L'Italia può gestire agevolmente un progetto del genere, farne un progetto esemplare, la risposta umanitaria civile ed economicamente produttiva ad un problema che rischia di squalificarci come popolo xenofobo che per evitare la vergogna delle favelas le demolisce senza porsi il problema degli esseri umani che li abitano.
Pietro Ancona
società umanitaria "venti ottobre"
Palermo
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