martedì 15 dicembre 2009

testo del discorso di Antonio Di Pietro oggi alla Camera boicottato dalla destra. Altre cose di Di Pietro

Signor Presidente, prima di iniziare il mio intervento vorrei rivolgermi al Ministro Maroni. Proprio sul piano tecnico so che molti le hanno rivolto delle critiche rispetto alla sicurezza nei confronti del Presidente del Consiglio. Anch'io giro tutti i giorni nelle piazze, in mezzo ai cittadini che vogliono sentire il contatto. Non credo - e mi dissocio da quanti la pensano diversamente - che si possa fare molto di più di quel che sta facendo la polizia. In questo senso non ho alcuna critica da rivolgere né a lei né alle forze di polizia.
Veniamo alla valutazione di quello che è successo. Ieri ho espresso solidarietà umana a Berlusconi per l'aggressione subita e deplorazione per la violenza causata da quello squilibrato. Oggi esprimo solidarietà totale, mia e del partito, alle persone condannate a morte dall'onorevole Cicchitto. A morte, sì, perché questo è il primo passo per quella criminalizzazione che egli ha ritenuto di fare anche oggi qua in Aula (in ossequio a quanto ha detto il Presidente della Repubblica, di abbassare i toni) nei confronti di Travaglio, Santoro, magistrati come Spataro e Ingroia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico), giornalisti de L'espresso, di Annozero e anche nei confronti nostri, dell'Italia dei Valori, che abbiamo una sola colpa: quella di non voler essere zittiti, quella di voler fare opposizione, quella di voler dire le cose in modo chiaro, quella di volere aprire gli occhi a questo Paese, che per colpa di una disinformazione totale in mano ad un Presidente del Consiglio, che controlla quella pubblica e quella privata, sta facendo credere ai cittadini il contrario della verità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Sì, è vero, c'è un clima di disperazione nel nostro Paese, ma un clima di disperazione che non abbiamo prodotto noi. Noi non facciamo la nostra opposizione in odio a Berlusconi. Per amore del nostro Paese facciamo opposizione (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). È per amore del nostro Paese che noi, da quindici anni a questa parte, stiamo dicendo che i provvedimenti che vengono presi tutti i giorni da questo Governo sono provvedimenti che umiliano le coscienze, che mortificano le istituzioni. Noi da quindici anni stiamo dicendo che questo modello di Governo che toglie ai poveri per dare ai furbi, che toglie alle persone oneste per privilegiare i disonesti, che favorisce oggettivamente i criminali, che viene incontro a coloro che violentano la legge e che non rispettano le regole del gioco, ciò fomenta l'odio, la disparità di trattamento.
Questo crea odio, questo crea disperazione, questo arma la mano.
Noi crediamo che l'istigazione sia derivata proprio dai comportamenti di questa maggioranza e di questo Governo che sta piegando il Parlamento soltanto per fare leggi ad uso e consumo proprio.
Se davvero volete rispettare il dettato del Presidente della Repubblica, allora cominciate nei prossimi giorni a non portare in Aula quel che oggi volete ancora più prepotentemente portare in Aula: provvedimenti che servono a far sfuggire dalla giustizia persone che dovrebbero rispondere alla giustizia, provvedimenti come il processo breve e come il lodo Alfano-bis. Non si può accettare che in nome di un'elezione in forza di una maggioranza di voti ricevuta dagli italiani si possa violare la legge e si possa violare la Costituzione.
Per questa ragione noi dell'Italia dei Valori non ci lasceremo mortificare dalla vostra arroganza. Non accetteremo in nome di una pacificazione sociale che voi possiate continuare a fare leggi come vi pare e piace e possiate continuare a dividere il Paese tra le persone che volete favorire e tutti gli altri che volete mandare all'inferno.
Noi continueremo a fare opposizione in modo chiaro e determinato e non si spacci per violenza quella che è la nostra opposizione: esercizio democratico delle nostre funzioni (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi respingiamo il tentativo squallido di criminalizzazione che volete rivolgerci e lo fate semplicemente perché volete in questo modo far passare in cavalleria tutto quanto avete fatto sinora. Sinora voi non avete governato nell'interesse del Paese ma avete governato nell'interesse di una lobby piduista che si è impossessata della democrazia di questo Paese (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Voi avete governato e state governando solo ed esclusivamente per fini personali.
Anzi, siete andati al Governo per interessi prettamente giudiziari.
Allora lasciate a noi fare la nostra opposizione, che faremo oggi e domani più di prima, ma nella stessa forma democratica di prima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)."

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Fuori dal sistema


Riporto una mia intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica.

Antonio Di Pietro: Raccolgo lappello del capo dello Stato fermo restando il diritto-dovere dell'Italia dei Valori di fare opposizione. Chiara nel linguaggio, dentro e fuori il Parlamento.

La Repubblica: Si rende conto, onorevole Di Pietro, che Napolitano ce l'aveva anche con lei? Non ha senso che gli uni diano la colpa agli altri per il clima che si è creato.
Antonio Di Pietro: Cosa le devo dire? Cifaremo carico delle sue raccomandazioni.

La Repubblica: Una risposta tiepida.
Antonio Di Pietro: Allora, aggiungo: far in modo determinato la mia opposizione e star ancora pi attento a non dare l'occasione di strumentalizzarmi a coloro che vorrebbero a tutti i costi trovare un colpevole per il clima di disagio sociale. E facile accusare noi, che siamo considerati fuori dal solito giro degli amici del sistema. Ma io sono sempre stato nei limiti, rispettando le leggi.

La Repubblica: Non le sembra di aver superato i limiti quando haparagonato Berlusconi a Hitler?
Antonio Di Pietro: Ho scattato la fotografia del momento. Non è colpa mia se alcuni provvedimenti voluti dal premier, come le leggi ad personam, hanno il chiaro senso di una violenza alla Costituzione. Ma Berlusconi l'ho contrastato raccogliendo un milione di firme per le strade d'Italia, non brandendo un bastone.

La Repubblica: A maggior ragione, domenica poteva esprimere la solidarietà al premier senza fare distinguo, senza dire che era lui l'istigatore.
Antonio Di Pietro: I piani sono due. C'è il gesto inconsulto di un matto da legare che va condannato. Un atto riprovevole contro la persona, le istituzioni, il Paese. Dall'altra parte c'è un'italia esasperata: 1O mila persone stanno scioperanlo a Termini Imerese. Non solo dipendenti Fiat, ma anche commercianti e famiglie. Nelle fabbriche italiane gli operai non arrivano alla fine del mese. Non è giusto fare finta di niente. E non accetto che con un colpo di spugna si faccia il lavacro di una politica menefreghista.

La Repubblica: Il lancio della statuetta potrebbe essere il colpo di spugna?
Antonio Di Pietro: Ho buona memoria. Non dimentico che Berlusconi qualche giorno fa voleva strozzare gli autori delle fiction sulla mafia. Non dimentico che criminalizza i magistrati che fanno il loro dovere, che irride e deride gli organi di garanzia, che pretende di non essere giudicato perché è stato eletto dal popolo.

La Repubblica: Il violento è il premier?
Antonio Di Pietro: Intendo dire che sarei davvero un ipocrita ad andarlo a trovare in ospedale. Non aiuterebbe il dialogo, farebbe solo confusione rispetto alla chiara distinzione dei ruoli. Confermo la mia solidarietà, ma anche la mia ferma opposizione al governo. Anche perché tra pochi giorni sarà portato alle Camere il trittico processo breve - lodo Alfano bis - impedimento strumentale. Non possiamo certo smettere di contrastare il governo. O vogliamo dire che il lodo Alfano bis serve alle quattro più alte cariche dello Stato? Diciamolo ma non è vero. O che il legittimo impedimento e il processo breve servono ai cittadini? Ma non prendiamoci per i fondelli. Servono a Berlusconi per non essere chiamato dalla magistratura.

La Repubblica: Bersani ha fatto visita al premier. E un ipocrita?
Antonio Di Pietro: Rispondo delle mie dichiarazioni e delle mie azioni. E lo faccio davanti ai miei elettori.

La Repubblica: Ha letto gli attacchi che le arrivano dal Pdl al Pd? E se avessero ragione loro?
Antonio Di Pietro: Prendo atto. Posso essere criticato, ma non si può dire che sia ambiguo. Non intendo modificare la mia opposizione parlamentare solo perché c'è stato un gesto violento, questo è il punto.

La Repubblica: La parlamentare dell'Idv Sonia Alfano si rifiuta di esprimere solidarietà a Berlusconi mafioso, corruttore, piduista. Questa è violenza?
Antonio Di Pietro: La stanno strumentalizzando. Lei dice che condanna il gesto ma non si iscrive al partito che adesso vorrebbe cancellare le questioni legate ai rapporti tra mafia e politica. Vuole tenere distinte l'aggressione personale a Berlusconi dall'azione politica di Berlusconi. In realtà stiamo tutti dicendo la stessa cosa ma fa comodo puntare il dito solo contro di me, contro di noi. Perché siamo visti come un corpo estraneo all'ipocrisia istituzionale.

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14 Dicembre 2009
L'opposizione non si ferma


Ribadisco che ne' io ne' l'Italia dei Valori intendiamo giustificare in alcun modo il gesto scriteriato di un malato di mente che deve essere assicurato alla giustizia e rispondere di ciò che ha commesso. Noi però non intendiamo associarci all'ipocrisia e al perbenismo di maniera di chi vorrebbe, per colpa di questo fatto grave, giustificare le politiche governative che hanno creato disagio e allarme sociale.

Una politica governativa, che in materia economica, in materia di giustizia sociale e di parità dei diritti, ha creato allarme sociale e tensione nella cittadinanza. Questa è la ragione per cui non intendo associarmi agli ipocriti tanto al chilo e ai benpensanti di maniera.

Non intendo fare alcuna valutazione delle dichiarazioni altrui, intendo assumermi la responsabilità delle mie dichiarazioni e di quelle che rilascio in nome dell'Italia dei Valori, un partito che è all'opposizione di questo Governo e continuerà, dentro e fuori il Parlamento, a fare un'opposizione determinata nell'azione, chiara nel linguaggio, senza ipocrisia, senza ripensamenti e senza cadere nel trabocchetto di chi vuole usare questo grave episodio per giustificare politiche governative che meritano tutta la riprovazione sociale.

Già nei giorni scorsi avevo lanciato l'allarme. Vedevo, e vedo ancora nella società reale, un disagio sociale crescente. E' chiaro che se un disturbato mentale, che non ha il controllo dei propri freni inibitori, commette un fatto cosi grave, è giusto assicurarlo alla giustizia e condannarlo, verificando le ragioni per cui lo ha fatto.

Ho profondo dolore per il fatto, e profonda riprovazione per quel gesto inconsulto, ma ho anche assunto la responsabilità di differenziare quello che è successo dal buonismo di maniera di chi vorrebbe giustificare quel dramma per far passare in cavalleria le politiche governative basate su interessi personali e di nessun interesse pubblico, portate avanti in questi mesi.

Non mi associo al club degli ipocriti e dei falsi ben pensanti che si incravattano e si mettono il cerone facendo credere che va tutto bene. Non va tutto bene: questo Paese ha raggiunto un livello di allarme sociale preoccupante che va curato intervenendo sul piano dell'economia reale, sul piano degli ammortizzatori sociali, sul piano della solidarietà e della giustizia sociale. Su questo bisogna intervenire per eliminare a monte il rischio di una ribellione e di una protesta continua.

Dicono che il mio tipo di opposizione istiga. Mi rendo conto che qualcuno vorrebbe che l'opposizione non ci fosse e vorrebbe sentire dire da tutti quanti che va tutto bene. Il governo e il Parlamento non fanno leggi negli interessi dei cittadini, ma per una casta di cittadini, con un Presidente del Consiglio che opera senza alcun rispetto nei confronti degli organi di controllo, nei confronti degli organi di garanzia, nei confronti del Parlamento e nei confronti dei cittadini.

Continueremo a fare opposizione nello stesso modo di prima, perché riteniamo necessario che questo Parlamento faccia dei provvedimenti in materia di economia reale, in materia di ammortizzatori sociali e di giustizia sociale, provvedimenti che servono a tutti i cittadini. Lo dico con toni sereni senza alcuna alterazione, ma domani mattina sarò ancora in piazza a manifestare affinché questo Governo pensi ai cittadini e affinché questo Parlamento faccia leggi negli interessi di tutti, non il legittimo impedimento, il processo breve o il lodo Alfano bis, provvedimenti che contrasteremo, nonostante quello che è avvenuto ieri, non li faremo passare in cavalleria.

Sono contro la violenza, senza se e senza ma, ma ciò questo non vuol dire che devo smettere di fare opposizione a questo Governo. Non confondete le idee ai cittadini, una cosa è la violenza fine a se stessa che va combattuta e contrastata, l'altra è l'opposizione ad un governo piduista e fascista che deve essere fatta senza sconti sul piano parlamentare e politico.

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Passaparola di lunedi 14 dicembre


Sommario della puntata:
Berlusconi va sconfitto alle urne
Berlusconi è sempre lui
La politica non prevede la categoria del sentimento
Dov'era l'apparato di sicurezza?

Testo:
Buongiorno a tutti. Di cosa parliamo mi sembra ovvio, cerchiamo di vedere con freddezza, se è possibile, le cose che sono successe e di separare i vari piani, che invece vengono volutamente intrecciati e mescolati: perché vengono intrecciati e mescolati? Perché non si deve capire e non si deve sapere, non ci si deve concentrare, tanto per cambiare, su un punto: che cosa è successo ieri? Non è banale ripetere che ieri c’è stato un attentato che può anche essere derubricato in incidente, in incerto del mestiere, nel senso che le persone, più sono famose, più sono soggette alla possibilità di attirare l’attenzione deviata di qualche squilibrato e infatti quello che è successo ieri è che uno squilibrato ha colpito violentemente il Presidente del Consiglio Berlusconi.

Berlusconi va sconfitto alle urne
E’ stato un atto di violenza, la vista di una persona con la faccia fracassata e insanguinata è una vista, per quanto mi riguarda e spero anche per voi, disgustosa e preoccupante, non c’entra niente quello che si pensa del Presidente del Consiglio, non è quella la fine politica che gli può augurare una persona sana di mente e, una persona sana di mente, ovviamente si augura che Berlusconi venga sconfitto dai cittadini nelle urne, che Berlusconi venga processato e, se ha commesso dei reati, condannato e se viene condannato che sconti la pena, ma non è quella faccia insanguinata e devastata l’approdo che qualcuno deve cercare. Infatti chi ha provocato quella scena è un pazzo, è uno psicolabile che, purtroppo, è in cura in un centro di igiene mentale o come diavolo si chiamano adesso, al Policlinico di Milano, da una decina di anni. Non è uno stupido, abbiamo visto che ha fatto anche degli allestimenti artistici di un certo rilievo, è uno squilibrato e quindi ogni tanto sbrocca.
Penso che sia abbastanza imbarazzante e umiliante dover ribadire e ripetere che non si fanno gli attentati, che non si picchia la gente, che non si distrugge la faccia di nessuno, neanche del tuo peggiore nemico, che la violenza ripugna chiunque abbia la testa sul collo, che non è in quel modo lì che si combatte la battaglia politica: queste sono cose talmente banali che, ovviamente, devono accomunare tutte le persone che non abbiano perso completamente il bene dell’intelletto, ma è bene ripeterlo che quello che è successo ieri deve essere, ovviamente, censurato e riprovato, riprovato nel senso della riprovazione ovviamente, non nel senso del riprovare.
Chi è l’aggressore? L’aggressore è uno squilibrato come tanti squilibrati che, nella cronaca, nella storia del mondo si sono avvicinati e hanno cercato di colpire, alcuni per eccesso di dissenso e altri per eccesso di affetto addirittura, succede pure così per gli squilibrati, la persona famosa che li ossessiona. E’ successo a John Lennon, è successo a Gandhi, è successo a Reagan: cito tre esempi di tre Paesi dove non va in onda Annozero, tre Paesi dove non escono Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, l’Unità, insomma tre attentati dove forse è difficile intravedere come mandanti Santoro, Scalfari o il sottoscritto e lo dico non a titolo di battuta, lo dico perché ieri sera, per chi avesse avuto lo stomaco di tenere acceso il televisore su quella merda di trasmissione che è Speciale Tg1, ha potuto assistere al linciaggio in contumacia prima di Scalfari e di Annozero da parte del piduista Cicchitto e poi al linciaggio personale di Santoro e del sottoscritto, additati come mandanti morali del pazzo che aveva appena lanciato un souvenir sulla faccia del Presidente del Consiglio, a opera del vicedirettore del Giornale che, naturalmente, risponderà in Tribunale di quello che ha detto, perché non credo sia ancora lecito dare delle mandanti di un tentato omicidio a persone che fanno semplicemente, a differenza sua, i giornalisti e non i servi, non i killers prezzolati.
Chiusa la parentesi, succede spesso che ci siano degli squilibrati che avvicinano al Vip, soprattutto se questo Vip, per motivi diversi, o di grande popolarità o di grande impopolarità, suscita e eccita gli animi, indipendentemente dalla sua volontà. Può capitare che il Vip sia oggetto di controversie, Reagan era un Presidente molto controverso, che la sua opposizione, la stampa e le televisioni accusavano di affamare i poveri, di sostenere i dittatori, di essere un guerrafondaio e di avere le smani sporche di sangue, non è che ci andassero leggeri, del resto non ci vanno leggere nessuna opposizione e nessuna informazione nelle democrazie, nei confronti di chi detiene il potere a quei livelli, eppure nessuno si sognò mai di dire che i mandanti del pazzo che aveva sparato a Reagan erano i giornalisti o i politici dell’opposizione, sebbene Reagan avesse un’opposizione, a differenza di Berlusconi, che ha la fortuna di non averne una.

Berlusconi è sempre lui
Chi è Berlusconi? Abbiamo visto che cosa è successo: una cosa gravissima, da condannare, chi è l’attentatore? Uno psicopatico, senza collegamenti con niente e con nessuno da quello che si sa, altrimenti se gli avessero trovato un lembo di un giornale di opposizione in casa, un pezzettino, un angolino di un giornale con cui magari aveva incartato i carciofi l’avrebbero già ingigantito e avrebbero detto “ ecco che cosa legge questo signore, prima di lanciare..”, in realtà non era collegato con nessuno, almeno da quello che ci si dice, ma era semplicemente uno cui dava fastidio Berlusconi e che ha deciso di combatterlo nella maniera non solo più turpe e più sbagliata, ma anche più controproducente per la causa che, eventualmente, nella sua mente malata questo qua pensava di sostenere, perché almeno la storia d’Italia ci insegna che qualunque ricorso alla violenza non fa altro che rafforzare colui che, in quel momento, diventa vittima della violenza. Pensate soltanto agli anni 70 e a quanto ci hanno campato i politici della Prima Repubblica sul terrorismo: hanno lucrato almeno altri dieci anni di vita, quelli della Prima Repubblica, sulla solidarietà nei loro confronti, perché erano rimasti vittime del terrorismo, che cominciarono a combattere non appena si rivoltò contro di loro, mentre quando il terrorismo si occupava di colpire soltanto sindacalisti, operai, giornalisti, magistrati lo Stato non fece nulla, esattamente come la mafia, che fu combattuta soltanto quando cominciò a colpire i politici.
Ma chi subisce violenza in politica ci guadagna: questo non vuole dire, naturalmente, che Berlusconi l’attentato se lo sia organizzato da solo, perché si leggono anche queste farneticazioni su Internet, purtroppo di matti ce ne sono molti di più che non quello che ha tirato la Madonnina, ci sono anche quelli che pensano che tutto ciò che accade è parte di un complotto di un grande vecchio etc. etc., insomma basta vedere quello che è successo per rendersi conto che si tratta di un caso circoscritto, per fortuna, e isolato, ma evidentemente non organizzato. Non è a questi signori che ci si rivolge, se ci si vuole fare gli attentati da soli, perché sono persone incontrollabili, che potrebbero parlare e quindi leviamoci dalla testa che sia una montatura dei servizi segreti etc., però è la dimostrazione che questo è doppiamente matto, perché se pensava di fare un danno al Presidente del Consiglio tirandogli una statuina, ha ottenuto esattamente l’effetto opposto, in quanto Berlusconi era in un momento di grave difficoltà, stava precipitando nei sondaggi, aveva perso cinque punti nell’ultimo mese: sto parlando dei sondaggi veri, quindi non i suoi, ovviamente. Era pesantemente contestato all’interno della sua coalizione, proprio ieri mattina uno dei fedelissimi di Fini aveva detto che, se il Presidente del Consiglio si provava a portare il Paese alle elezioni anticipate, Fini sarebbe andato da solo, portandogli via un tot di punti che, per quanto pochi, avrebbero potuto far pesare l’opposizione più della maggioranza, visto che comunque in Italia si vince sempre con due o tre punti di vantaggio, quando si va alle elezioni, cose così. E’ chiaro che il matto è doppiamente matto, proprio perché ha fatto la cosa che più si auguravano nell’establishment, perché ci sono dei momenti nei quali, se sei in difficoltà, tiri un sospiro di sollievo, nel momento in cui riesci a catalizzare tutta la solidarietà nazionale, ricominci a parlare con il Capo dello Stato, con cui non parlavi da settimane, susciti giustamente l’affetto materno anche di persone che magari non starebbero proprio dalla tua parte, proprio perché quella scena traumatica della faccia insanguinata è scioccante, non soltanto per i fans di Berlusconi, ma anche per quelli ragionevoli che stanno dall’altra, per quelli umani che stanno dall’altra parte. Per cui il pazzo abbiamo capito che è proprio fuori, ma di parecchio. Adesso vediamo chi è la vittima: la vittima non è che cambi natura a seconda del momento, quindi non è che Berlusconi sia un altro solo perché ieri gli hanno tirato una Madonnina in faccia, Berlusconi è sempre quello che conosciamo nel bene e nel male; né i suoi fedelissimi, né i suoi avversari possono cambiare il giudizio su di lui in base a quello che ieri gli è successo e che non dipende da lui, perché dipende appunto dal matto che gli ha lanciato la Madonnina. Berlusconi è un signore che sta distruggendo la democrazia in Italia, Berlusconi è un signore che ha avuto rapporti con la mafia, Berlusconi è un signore che ha avuto pesanti storie di corruzione giudiziaria e non, è un signore che, nella sua vita, ne ha combinate di tutti i colori e che, mentre gli tiravano quell’oggetto in faccia, aveva appena smesso di insultare tutti i poteri di controllo che ci sono nella democrazia o in quel poco che resta della democrazia italiana. Aveva di nuovo insultato la magistratura, aveva nuovamente insultato la Corte Costituzionale, aveva nuovamente insultato la stampa libera, poi ce l’ha sempre con due trasmissioni e con due o tre giornali, mica di più. Insomma, aveva fatto il suo compitino quotidiano di insultare tutti quelli che non sono lui, o che non sono suoi, questo è il suo passatempo preferito da quindici anni.
Stiamo parlando della persona - ecco perché dicevo che è bene staccare chi è l’attentatore, che cosa è successo, chi è la vittima: Berlusconi è vittima di un grave attentato, ma chi è questa vittima? Non è che la vittima diventi meglio soltanto perché ha subito un attentato, la vittima è quella che era prima e che, per fortuna, essendo sopravvissuta, sarà anche dopo, cioè è Berlusconi, quello che conosciamo e non ci dobbiamo mai dimenticare di chi è Berlusconi in virtù del fatto che adesso è oggetto di una giusta solidarietà da parte di chi rifiuta la violenza, noi compresi: è quella roba lì che, ovviamente, un cittadino democratico deve augurarsi che, democraticamente, venga sbattuto fuori dalle istituzioni al più presto, perché ogni giorno che ci rimane è un giorno in meno per la democrazia e per la legalità. Anche il livello dell’indignazione per quello che lui è e per quello che lui fa non deve minimamente diminuire, sotto il ricatto del dire “ ah, ma allora tu sei tra quelli che..”: assolutamente no, uno può dissentire nella maniera più decisa e, nello stesso tempo, condannare l’attentato.

La politica non prevede la categoria del sentimento
Guardate, arrivo a dire una cosa paradossale che naturalmente verrà usata contro di me, ma non me ne importa niente: l’ha già scritta Massimo Fini diverse volte, questa categoria per cui si parla di odio politico è una categoria del sentimento che viene applicata alla politica, la politica e il sentimento non c’entrano niente, la politica è un fatto tecnico, per cui ti voto affinché tu faccia delle cose, ma tu non puoi chiedermi di amarti, tu puoi chiedermi di votarti, ma non mi puoi chiedere di amarti, non esiste l’amore dell’elettore per il suo eletto, esiste soltanto nelle dittature, quando appunto il populismo carismatico del capo riesce addirittura a attirare l’amore degli elettori, che non sono più neanche cittadini, sono proprio sudditi, sono un’altra cosa, sono acritici, sono pecore che adorano il capo. Il fatto che sia tornata la categoria dell’odio e quindi dell’amore nei commenti dei giornali - leggete le stupidaggini che scrive oggi Battista su Il Corriere della Sera sul clima di odio etc. etc. - bisognerebbe rispondere, come fa Massimo Fini, “ e ‘mbe? Chi l’ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che se ne vada al più presto? Chi l’ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?”, guardate che questa cosa qua, che sembra orrenda, dice “ oddio, c’è qualcuno che lo odia!”, è assolutamente normale: ognuno a casa sua, nel suo intimo, è libero di odiare e di amare chi gli pare e non esiste in democrazia che i cittadini siano obbligati a amare coloro che li governano, anche perché se tu ami una persona perdi lo spirito critico e il cittadino elettore deve sempre mantenere uno spirito critico. Per cui leviamoci dalla testa questo ricatto, che non bisogna odiare e che bisogna amare coloro che ci governano, o che bisogna rispettarli: ma per quale motivo dovrei rispettare uno che insulta tutti quanti, compreso me tra l’altro, in continuazione da quindici anni?
E’ importante questo: la condanna ferma, fermissima dell’attentato e il dire che queste cose non si devono fare e che chi le fa deve essere punito e, nello stesso tempo, dire “ io quello lì non lo voglio più vedere, io quello lì non lo voglio come Presidente del Consiglio, quello non mi rappresenta, speriamo che se ne vada presto da Palazzo Chigi”, queste cose sono cose.. oppure “ lo detesto, lo odio”, personalmente non lo odio, ma non vedo per quale motivo qualcuno non potrebbe invece odiarlo: l’importante è che si limiti a odiarlo senza fargli niente di male, non esiste il reato di odio, esiste il reato di violenza, di aggressione, di lesioni, di tentato omicidio, di omicidio, quelli sono reati, ma il reato di odio non esiste, dire a una persona “ io ti odio” non è un reato, se Dio vuole, altrimenti altro che in un regime, saremmo in Bielorussia, Paese per altro da poco indicato come modello di democrazia dal nostro Presidente del Consiglio nella visita a Lukashenko, dove ha detto “ la gente ti ama e quindi è giusto che tu stia lì”, vedete come nascono le dittature? Nascono nella testa del dittatore o dell’aspirante dittatore ben prima che nella testa dei cittadini, o meglio dei sudditi. Quindi c’è qualcosa di strano in quello che dicono Rosi Bindi, che l’ha detto meglio e Antonio Di Pietro, che l’ha detto in modo più sgangherato, cioè nel definire la vittima di quell’attentato vergognoso, che tutti condanniamo etc., un noto provocatore, uno che se le va a cercare? Non c’è niente di strano a dire una cosa del genere, è nella biografia del Presidente del Consiglio, è nel suo DNA, credo che in qualche momento di lucidità - ogni tanto ne avrà anche lui - ammetterà sicuramente, in cuor suo, di essere un grande provocatore: lo fa apposta, se non fosse un provocatore non farebbe e non direbbe tutte le cose che dice e che fa, non se la prenderebbe ogni santo giorno con tutti i tribunali che ci sono in giro per il mondo, tranne probabilmente Forum di Canale Cinque; non se la prenderebbe con la Costituzione, non se la prenderebbe con la Corte Costituzionale, non se la prenderebbe con tutti quelli con cui se la prende, compresi quelli che non esistono e che vede solo lui, tipo tutti questi complotti dell’opposizione; insomma, basta guardare le facce di quelli dell’opposizione, per rendersi conto che, anche se volessero, non sarebbero in grado di fare nessun complotto, ma comunque neanche vogliono farlo e quindi stiamo tranquilli. Lui è un grande provocatore e alcuni suoi alleati peggio di lui: immaginate che cosa c’è di male nel dire che questi signori provocano da quindici anni il Paese, quando abbiamo sentito un Ministro come Bossi parlare di fucili, di kalashnikov , di 200 /300. 000 uomini armati nelle valli pronti a imbracciare i fucili e a marciare per l’indipendenza e la secessione, ma queste cose ce le ricordiamo o no?! A qualcuno è mai venuto in mente di attribuire a questi signori dal linguaggio violento un qualsiasi episodio di violenza accaduto nelle loro valli? Pensate soltanto alla violenza che ha seminato Berlusconi in questi anni, forse è l’uomo politico più violento che si sia mai visto nella storia repubblicana e italiana: fatevi venire in mente qualche Presidente del Consiglio, come De Gasperi, Moro, Andreotti, erano tutte persone che, almeno nel linguaggio, erano piuttosto mansuete. E’ l’uomo politico più violento che ci sia stato nella storia repubblicana e conseguentemente dire che è un provocatore e che è più predisposto nell’eccitare gli animi di un eventuale squilibrato mi sembra una banalità assoluta, per cui non capisco quale sia il problema in quello che hanno detto la Bindi e Di Pietro, i quali per altro hanno precisato entrambi che, ovviamente, condannavano l’attentato e davano la solidarietà umana al Presidente del Consiglio, che resta un provocatore anche se gli hanno tirato una Madonnina in faccia, perché basta leggere i suoi discorsi e uno se ne rende perfettamente conto.

Dov'era l'apparato di sicurezza?
Quarto punto, che è il primo punto su tutti i giornali d’America e internazionali: la sicurezza del Presidente del Consiglio; se ci fate caso, il punto più controverso sulla stampa internazionale e più occultato nelle televisioni di regime e sulla carta stampata stamattina è il funzionamento, o meglio il non funzionamento dell’apparato imponentissimo di sicurezza che circonda il Presidente del Consiglio, il quale è circondato da un centinaio di uomini presi dai corpi speciali, fatti assumere dai servizi segreti, ma alle sue dipendenze, è una sua sicurezza privata e non è secondario il fatto che risponda a lui e che comandi lui, perché sono suoi uomini, suoi gorilla che sono stati immessi nel servizio di sicurezza dello Stato. E’ fondamentale chi comanda la scorta: se la scorta te la dà lo Stato comanda il capo scorta, non comandi tu, Presidente del Consiglio, il Presidente degli Stati Uniti non può andarsene a zonzo dove gli pare, ma deve fare esattamente quello che gli dicono i suoi servizi, che lì si chiamano i servizi segreti e sono, in realtà, il suo corpo di sicurezza.
Qui Fini non può fare quello che vuole: fa quello che gli dice il caposcorta, quelli che hanno la scorta fanno ciò che dice loro il caposcorta, non vanno in giro a fare i bagni di folla, a baciare i bambini, ma vanno solo dove gli dice che possono andare gli agenti di scorta. Berlusconi no: Berlusconi fa esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare, perché? Perché non comanda il capo scorta, comanda lui: la scena l’avete vista ieri, no? C’è un signore che, come i pallanuotisti che stanno cercando il piazzamento migliore per infilare la palla, sta aspettando il momento giusto per tirare questa voluminosa Madonnina, intorno ci sono decine di uomini addetti alla sicurezza del Presidente del Consiglio, i quali non dovrebbero fare altro che guardare se c’è qualcuno dal comportamento sospetto; vi pare sospetto o no, uno che sta cercando di piazzare una Madonnina sulla faccia del Presidente del Consiglio? Ci sono addirittura delle telecamere e dei telefonini di gente che sta riprendendo la scena, è possibile che la sua scorta, ogni volta che gli tirano, scompaia? Guardate che due tiri ha subito Berlusconi, due centri: il cavalletto e stavolta la Madonnina, ma vi sembra normale che il Presidente del Consiglio italiano sia così vulnerabile, con tutto quello che spende o ci fa spendere per la sua sicurezza? C’è un problema: o i suoi uomini si aprono ogni volta che c’è una minaccia e scappano, e allora forse sarebbe il caso di sostituirli, oppure c’è qualcosa che non funziona, infatti gli attentati ai Presidenti degli Stati Uniti non avvengono mai con uno che cerca di tirargli da pochi metri qualcosa, perché non possono avvicinarglisi con una statuetta in mano, ci sono sempre scene, anche nei film nessuno immagina che il Presidente degli Stati Uniti venga preso a ceffoni dal primo che passa, perché non ci si può arrivare e infatti si immaginano sempre scene tipo quelle del caso Kennedy, di persone appostate con fucili a alta precisione sui tetti e ancora lì c’è sempre il sospetto che ci siano delle coperture, perché? Perché addirittura si vanno a sorvegliare tutte le abitazioni che stanno nel raggio di qualche chilometro dal punto in cui il Presidente passerà. Ma vi pare normale la scena? E’ uno smash, più che un attentato. E allora è possibile una roba del genere? E’ questo che si domandano all’estero, dice “ ma come è che così facile colpire il Presidente del Consiglio italiano?”, sono stupefatti tutti quanti, giustamente. Aggiungiamo che Bonaiuti ieri sera ha rivelato che Berlusconi, profetico - è anche profeta, lo sapete, tra le altre doti ha anche quelle divinatorie! - gli aveva confidato di temere il gesto di una sconsiderato. A maggior ragione ci dovrebbe essere più attenzione, una guardia più alta: di più, sappiamo che da qualche giorno il Copasir (Comitato di Controllo per i Servizi Segreti) gli aveva detto che c’era il rischio di uno sconsiderato, di un pazzo: perché? Perché il clima sovreccitato, che naturalmente è stato creato da lui e dai suoi giornali, non certamente da chi fa il suo mestiere di informare sugli scandali, il clima sovreccitato l’hanno creato quelli che hanno linciato Dino Boffo raccontando il falso, ossia che era omosessuale e poi chiedendo scusa tre mesi dopo averlo fatto fuori, hanno sovreccitato gli animi quelli che hanno mandato a pedinare il giudice del caso Mondadori fin sotto i calzini, hanno sovreccitato gli animi quelli che hanno insultato e aperto la caccia a fini e a tutto il dissenso, questi sono quelli che sovreccitano gli animi, chi racconta la verità come i casi Noemi, i casi D'Addario, i casi Spatuzza, i rapporti con la mafia etc., non sovreccita gli animi, ma fanno il proprio mestiere di giornalista. In ogni caso, se era vero che il Copasir gli aveva detto “ stai attento, state attenti”, è evidente che ci sarebbe dovuta essere più prudenza, più protezione, non certamente meno e nessuno di noi credo si ribellerebbe se venisse aumentata ulteriormente la protezione, ove servisse per garantire ai rappresentanti delle nostre istituzioni il minimo, l’incolumità fisica, qualcosa di grave non ha funzionato l’altro giorno e quindi bisognerebbe che Maroni, invece di sproloquiare e delirare su chiudere Facebook, chiudere le piazze o stupidate del genere, spiegasse per quale motivo e quali sono le responsabilità. C’è un Questore, c’è un Prefetto, ci sono delle autorità di Polizia, ci sono dei responsabili del servizio di scorta e c’è il Presidente del Consiglio, che sicuramente è difficilissimo da scortare, perché appunto sguscia di qua, sguscia di là. Avete visto che, dopo che l’hanno colpito e gli hanno portato i primi soccorsi in macchina, il caposcorta voleva andare via immediatamente: perché? Perché c’è anche il rischio che, se c’è un attentato “ serio”, cioè terroristico, cioè organizzato non dal pazzo singolo individuale, magari tira la roba per creare il diversivo e poi scoppia la bomba, per cui è evidente che lui immediatamente doveva essere portato via a tutta velocità e invece no, hanno dovuto fermarsi lì, perché lui ha riaperto la portiera, si è issato sul solito predellino per far vedere la sua faccia insanguinata in giro. Magari è stato anche positivo, perché il fatto di vederlo in discreta salute forse ha risparmiato la pelle a quel poveraccio, che altrimenti qualcuno poteva pure linciarlo, ma nello stesso tempo, anche quella scena dove nessuno sembrava capire quello che stava succedendo e sapere quello che doveva fare è abbastanza preoccupante; entra in macchina, riapre la macchina, sale sul predellino, ridiscende, meno male che c’era soltanto un pazzo, perché se c’era il diversivo più la bomba era fatta. Queste sono le cose che dovrebbe spiegare il Ministro degli Interni, invece di annunciare strette poliziesche su Facebook, come se fossimo nel regime cinese!
Naturalmente in televisione di questo non sentirete parlare, perché bisogna creare il presepe, no? Il bambinello, i re magi, la Madonna, San Giuseppe etc. etc.. Aggiungo altre due cose e poi la faccio finita.
Nei prossimi giorni ci proveranno a criminalizzare tutto quel poco di opposizione che c’è, ci proveranno a utilizzare questo episodio per intimidire le forme di protesta e di contestazione e di opposizione spontanea, ci proveranno a dire “ allora adesso quelle trasmissioni televisive non devono più parlare, di mafia non bisogna più parlare”, perché? Perché poi se parli di mafia il matto tira la Madonnina: ci troveranno in tutti i modi, perché erano in difficoltà e lo sono, perché non è che siano mutate le condizioni per le quali sono in difficoltà, Berlusconi farà la sua legge per proteggersi dai processi, la farà con le medicazioni ma la farà, non sono cambiate le cose, ci sono ancora le ragioni per le quali bisogna fare una strenua e irriducibile intransigente opposizione politica e è per questo che, per poterla fare fino in fondo come e più di prima, bisogna continuare a ripetere che non si deve usare la violenza e guardate che, quando uno ripete che non si deve usare la violenza, non lo deve ripetere soltanto quando tirano le statuine in testa al Presidente del Consiglio: lo deve ripetere anche quando vengono manganellati gli studenti in Piazza Esedra o in Piazza Navona, quando vengono manganellati gli operai che fanno proteste perché stanno perdendo il lavoro, quando vengono mandati a morire in guerra i nostri soldati, ai quali è stato raccontato che andavano in missione di pace a regalare i fiori ai bambini afgani, cose di questo genere. La violenza va condannata sempre: anche in questo senso il nostro Presidente del Consiglio è il più grande provocatore e il più grande violento nella storia dei Presidenti del Consiglio italiani del dopoguerra, perché non dimentichiamoci che cosa è successo a Genova, al G8 di Genova, che cosa succede ogni volta che qualcuno tenta di protestare. Per cui la condanna della violenza in realtà non solo è la condanna dell’attentatore pazzo di Berlusconi, ma è anche la condanna della politica di Berlusconi e della sua violenza verbale e, ogni tanto, poliziesca, però bisogna condannarla tutta la violenza, altrimenti non si riuscirà a fare l’opposizione che lui si merita. Per avere l’opposizione che lui si merita il Presidente del Consiglio ci serve in ottima salute, perché quando se ne andrà da Palazzo Chigi - e prima o poi se ne andrà, se ne andrà maledetto dagli stessi che l’hanno votato - ci serve in ottima salute, perfettamente compos sui, perché si possa rendere conto fino in fondo del male che ha fatto alla gente. Per farlo andare via da Palazzo Chigi bisogna diventare addirittura la sua scorta e proteggere la sua incolumità fino in fondo, ci serve lucido quando gli dovremo dire perché l’abbiamo cacciato di lì e perché non ce lo vogliamo più! Passate parola, buona settimana e giovedì ricordatevi.. anzi venerdì, ricordatevi che, insieme a Il Fatto Quotidiano, c’è un DVD con l’ultima intervista di Paolo Borsellino, che ci parla proprio dei rapporti tra il famoso stalliere e il famoso Cavaliere, oltre che di altre cose e poi avrete la telefonata di cui avete sentito un pezzettino a Annozero e altre telefonate, nelle quali si capisce chiaramente quali sono i rapporti tra Dell’Utri, Berlusconi e il mafioso Mangano, venerdì insieme a Il Fatto Quotidiano, passate parola e buona settimana.

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13 Dicembre 2009
Chi semina vento raccoglie tempesta


L'aggressione nei confronti di Berlusconi e' un gesto inconsulto e sconsiderato che noi dell'Italia dei Valori deploriamo e condanniamo fermamente. Ma questo non può e non deve giustificare e legittimare il totale abbandono nel quale il Governo ha lasciato le fasce sociali più deboli, i lavoratori che hanno perso il lavoro e tutti coloro che non arrivano alla fine del mese.

Già nei giorni scorsi ho segnalato l'esasperazione che ho avuto modo di notare nelle piazze, durante le manifestazioni. E ho lanciato l'allarme che il menefreghismo del Governo, prima o poi, avrebbe rischiato di procurare reazioni negative.

Condanniamo fermamente l'accaduto e ripeto che non è prendendosela con me che si affronta il problema.

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12 Dicembre 2009
Processo Dell'Utri: Graviano smentisce Spatuzza


Riporto il servizio girato dell'ultima udienza del processo d'Appello a Marcello Dell'Utri di venerdì 11 dicembre.

Testo del video intervento

Appare sul monitor col suo pullover verde e l'espressione tranquilla. Qualche giro di parole, mezze frasi qualche allusione ma alla prova del nove Filippo Graviano mantiene la compostezza del capo. Del boss.
Entra nel processo d'appello a carico di Marcello Dell'Utri, già condannato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, perché tirato in ballo dal pentito Gaspare Spatuzza che ha riferito il contenuto di una conversazione che si sarebbe svolta nel carcere di Tolmezzo. Tempi di una comune detenzione.
"Se non viene niente da dove deve arrivare è meglio che anche noi cominciamo a parlare coi magistrati" è una frase che dice di non avere mai pronunciato.
Così Filippo Graviano, che non vuole essere ripreso né fotografato, fa saltare il riscontro alle parole di Gaspare Spatuzza, il suo killer di fiducia, un fedelissimo della famiglia del quartiere Brancaccio di Palermo alleati di primo piano dei cortonesi di Riina.
L'interrogatorio prosegue. Sarà la Corte a formulare la domanda che per la difesa di Dell'Utri è un colpo vincente.
Il collegamento in video conferenza passa, da Parma, al carcere milanese di Opera dove è detenuto Giuseppe Graviano, l'altro fratello, il quale si rifiuta di rispondere. Pur esortato dal presidente della II sezione Penale Claudio Dall'Acqua di dire se si avvaleva oppure no della "facoltà di non rispondere" non lo dice esplicitamente.
La sua sarebbe stata una testimonianza chiave per un motivo ben preciso.
E' lui che incontra Spatuzza al Bar Doney di Via Veneto. Secondo il pentito in quell'occasione Graviano gli avrebbe detto che "Berlusconi e Dell'Utri gli avevano messo il paese nelle mani".
Ma il régime di 41 bis, come spiega il suo avvocato, lo pone in una condizione umana che non gli consente di ricordare bene.
E' poi la volta di Cosimo Lo Nigro. Breve audizione anche la sua. Doveva riscontrare la sua partecipazione ad un incontro che secondo Spatuzza, era avvenuto in località Campofelice di Roccella. Ma l'aver negato addirittura di conoscere la località in cui si sarebbe svolto l'incontro esaurisce presto le domande del Procuratore Generale Nino Gatto.
Soddisfatto Marcello Dell'Utri che si sarà sentito sollevato. Nonostante i fatti accertati in primo grado il senatore sa di avere incassato un successo per via dell'esposizione mediatica della testimonianza di Spatuzza. Per lui Graviano è una persona seria.
A chi provoca il Procuratore Generale Nino Gatto, rappresentante della pubblica accusa, di non avere riscontrato prima le dichiarazioni di Spatuzza, lui risponde così: guarda il video.
La Corte si è riservata di decidere sull'ammissione, come teste, del killer di don Pino Puglisi, Salvatore Gricoli, all'udienza del 18 dicembre prossimo.
Da ora in poi il processo potrebbe rapidamente volgere alla conclusione. A meno che non accada un fatto nuovo.



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Diretta streaming - L’Alba di una nuova resistenza


"L’Alba di una nuova resistenza. Informazione, politica, denuncia" è il tema della manifestazione pubblica che avrà luogotra poco, a partire dalle ore 16 in diretta streaming dall’ex deposito locomotive di via Messina Marine, a Palermo.

Oltre al leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e alla sottoscritta interverranno: Benny Calasanzio, Peter Gomez, Felice Lima, Gianni Lannes, Rosario Crocetta, Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi, Giuseppe Lumia, Fabio Repici, Piergiorgio Morosini e Petra Reski.

Questi ultimi mesi avranno un incredibile valore nella storia, a volte difficile ma sicuramente variegata, del nostro Paese. Da tempo avevo bisogno di mettere i puntini sulle "i", di fare una analisi completa di cosa "eravamo" a gennaio 2009 e cosa "siamo" oggi, alle porte del 2010.

Io credo che le cose siano cambiate e anche parecchio, ma ho bisogno che parlino i diretti interessati. I protagonisti di questo "cambiamento". Magistrati, giornalisti, politici e società civile che racconteranno le loro esperienze e il loro punto di vista. Grazie al mio gruppo al Parlamento Europeo, l'ALDE, sabato 12 dicembre avremo la possibilità di condividere molteplici esperienze, insieme a tanti nomi illustri e competenti. Sono certa che queste piccole luci siano l'alba di una nuova resistenza».

Sonia Alfano



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11 Dicembre 2009
O li ascoltano o si va alla rivolta


Pubblico il video ed il testo del mio intervento durante la manifestazione della Cgil e dei lavoratori che si è svolta oggi a Roma. Berlusconi è come un caudillo sudamericano che pensa che le istituzioni siano sue proprietà. Se il governo continua ad essere sordo ai bisogni dei cittadini, si rischia di andare allo scontro di piazza.

Testo dell'intervento

E' l'ultimo appello che la società civile, il mondo del lavoro e della disoccupazione lancia alla Presidenza del Consiglio perché si occupi del Paese. Siamo molto preoccupati, la gente è esasperata, ogni giorno Roma è piena di manifestanti, ancora oggi siamo in tantissimi, per dire basta. Con l'ottimismo della speranza ci auguriamo che Berlusconi lasci il governo al più presto, prima che le manifestazioni si trasformino in rivolta.



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Stanno scoprendo le carte: approfittando del gesto di uno squilibrato preparano leggi che limitano la libertà di manifestare. 2 minutes ago
Da lacrime agli occhi, Umilio Fede: http://www.youtube.com/watch?v=A3OLCMZ9Ylw .... pensare che è pure abusivo. about 4 hours ago
Ho pubblicato l'intervista di repubblica sul mio blog: http://www.antoniodipietro.com/2009/12/fuori_dal_sistema.html about 4 hours ago

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"Mani sporche",
di Chiarelettere scritto da
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"Intervista su Tangentopoli"
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