domenica 6 dicembre 2009

ricominciamento e non riciclaggio

Ricominciamento e non riciclaggio
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Nel corso della manifestazione NO B day si è svolto un invisibile ma forse epocale braccio di ferro tra "il colore viola" cioè la voglia di pulizia, normalità democratica, giustizia sociale, speranza dei convenuti e la linea oramai obsoleta, fuori tempo massimo, di tutti i partiti che hanno ritenuto di parteciparvi, alcuni con il segreto proposito di mettervi in qualche modo cappello, altri per astuzia tatticistica per essere altrove e nella "piazza", altri ancora con la sincera volontà di capire, di confrontare se stessi con l'onda di generazioni cresciute politicamente in internet allo stesso modo dei loro padri che si confrontavano nella sezioni e del tutto lontani milioni di anni luce dai partiti leaderistici che hanno sciolto le strutture copiando
il partito liquido dalla sfatta sociologia che andava di moda qualche anno fa negli ambienti "in" della modernità in tutto (che poi si è disvelata pià vecchia della cucca).
Internet e Facebook sono stati fattori fondamentali di catalizzazione. La comunicazione libera, sciolta e l'aggregazione per affinità elettive che avvengono continuamente e senza fine in internet sono fuori e liberati dal condizionamento massmediatico delle tv e della carta stampata al servizio logistico
della oligarchia in cui è tralignata la democrazia italiana specialmente dopo la brutale amputazione del Parlamento e la sua riduzione ad un bipolarismo in grande parte copertura di un bipartisan in politica sociale, estera, nella amministrazione dei privilegi della partitocrazia e della casta dei politici. Una casta
oramai del tutto separata dall'elettorato privato dei suoi diritti.
La politica ha rivendicato il suo diritto ad essere utopia. Quanti contrappongono alle spregiate "anime belle" la necessità dello "sporcarsi le mani", del partecipare, della riduzione del danno, debbono prendere atto che non c'è futuro e forse neppure presente nel realismo delle grandi volpi
dei palazzi italiani, che debbono farsi da parte e lasciare il passo ad una nuova generazione. Ma è del tutto possibile che prima di andarsene questi con le cosidette "riforme" affosseranno del tutto la democrazia italiana e le sue connotazioni resistenziali e socialiste. Bersani propone alla destra italiana di lavorare con essa se rinunzia al processo breve. Uno scambio ineguale, pericoloso,
che non si realizzerà per la protervia di Berlusconi ma che perderebbe per sempre l'Italia in un presidenzialismo supportato dagli oligarchi. Assai peggiore ed inconfrontabile con il sistema francese
o tedesco peraltro bilanciati da una società civile forte di istituzioni funzionanti ed irriducibili in uno schemino autoritario.
Se si vuole preparare per il popolo del No B Day un grande partito capace di rimettere insieme i
quindici milioni di voti che ha avuto la sinistra italiana fino al 76 deve cessare il riciclaggio dei gruppi
dirigenti dentro contenitori che sono nuovi e come le botti non possono essere riempiti di vino vecchio ed oramai quasi inacidito e si deve segnare una forte rottura con il passato rinverdendone nello stesso tempo gli ideali del riformismo che ha avuto come campioni Riccardo Lombardi o Fernando Santi. Gradualità e saggezza nell'azione, intransigenza nei contenuti! Il riformismo è la realizzazione di una società socialista attraverso la via parlamentare e la lotta sociale. Una delle vie previste dallo stesso Marx che, come è stato ricordato dalla grande filosofa ungherese Agnes Heller.
La rottura della Bolognina ha portato il PCI ad unificarsi con la DC in un partito che sembra il clone del centro destra. Il PSI di Nencini e prima di lui di Boselli non hanno rotto con il craxismo anti ne hanno rivendicato il valore. Per questo il PSI è morto a differenza del PSI che ruppe con Mussolini e che, dopo il fascismo, era di nuovo il primo partito della sinistra italiana. I partiti della sinistra radicale debbono rompere con l'esperienza del prodismo e con le pratiche riduzionistiche e governativistiche. Insomma
bisogna cambiare pagina e forse libro e cominciare da capo cominciando da una profonda disintossicazione del veleno liberista penetrato profondamente con l'accettazione della riforma del lavoro a cominciare dalla legge biagi e dal concertazionismo subalterno della CGIL.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

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