lunedì 20 ottobre 2008

vittorio foa è morto lettera ad Anna Foa

Illustre Professoressa,

le esprimo vivissimo cordoglio per la morte di suo padre, mio dirigente nella CGIL e punto di orientamento socialista.
Ho scritto questo breve ricordo.
Pietro Ancona


LA MORTE DI VITTORIO FOA
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La morte di Vittorio Foa avvenuta in età tardissima è pure sempre un impoverimento per quanti restiamo e per qualche tempo ancora continueremo a testimoniare di noi stessi e dei nostri ideali in un mondo incattivito e privo di speranza. (C'è chi spera in Obama ma io resto molto scettico e credo che una potenza imperiale capace di imporre bombardamenti ed occupazione militare per anni a due nazioni del pianeta provocando in continuazione quasi tutte le altre non cambierà linea con il cambio del Presidente.)
Non condivido la scelta della famiglia di fare annunziare al mondo la morte di Vittorio Foa da Walter Veltroni. Prima di tutto perchè Veltroni c'entra assai poco con la cultura e la storia di Vittorio socialista di un socialismo radicale. Non credo di avere mai sentito dire a Foa che si vergognava di essere stato comunista. Foa comunista non lo è mai stato, era socialista radicale, era una persona di sinistra ma il senso che ha dato Walter alla sua vergogna riguardava e riguarda tutta la sinistra italiana
Penso che tuttavia Vittorio Foa sia un sopravvissuto a se stesso.La sua resa agli equilibri della politica degli ultimi anni io non la condivido. Ci sono persone che con il trascorrere degli anni rinunziano o diventano increduli agli ideali della propria giovinezza e della propria vita. Le ultime battute di Foa non mi sono piaciute per niente. Hanno contribuito al disarmo morale, al generale disorientamento della sinistra italiana. Una intera vita spesa per l'autonomia e la crescita civile della classe operaia, una militanza nella CGIL di grande rilievo che contribui' ad elevare la coscienza del movimento operaio italiano, coscienza di sè e della superiorità della propria cultura.
Non ho condiviso di lui la giustificazione alla guerra del golfo e l'atteggiamento remissivo a fronte dell'involuzione liberista dello Occidente quasi che fosse fatale per l'umanità dovere sempre e comunque fare i conti e subire la forza sommergente della borghesia finanziaria e industriale.
Ma molto di quanto ho imparato lo debbo al suo insegnamento
alla sua capacità di analizzare la realtà anche se non sempre le sue soluzioni erano quelle giuste. Nella CGIl era in segreteria con Fernando Santi, grande riformista, gradualista ma intransigente sui diritti ed i valori. Vittorio aveva sempre la bontà
e la capacità di mettere da parte il suo pensiero e di adeguarsi a quella che riteneva la soluzione più "più giudiziosa" spesso opposta alla sua sempre radicale. Ma era sempre una soluzione di avanzamento sociale per i più. Essere "giudiziosi" rispetto la realtà di oggi significa accettare cose che fernando Santi, riformista, non avrebbe mai accettato!!
Pietro Ancona
già membro dell'esecutivo della CGIL
già membro del CNEL
socialista

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