domenica 23 maggio 2010

Il PD e lo Statuto di Sacconi

Un lavoratore (operaio o impiegato) è una persona che svolge un'attività manuale o intellettuale a scopo produttivo, in cambio di un compenso; generalmente il termine è riferito a coloro che prestano l'attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro." l' Imprenditore svolge (non presta) la sua attività in vista di un profitto, il professionista dà le sue consulenze o il suo ingegno in cambio di una parcella, di un onorario; il lavoratore autonomo (quando non si tratti di un fumus come i ragazzi a partita Iva) è una persona che realizza qualcosa o in servizio (impianto idraulico, gioiello o altro) in cambio di una parcella che contiene anche le spese effettuate in materie impiegate."
Il codice civile definisce le caratteristiche che distinguono il lavoro dipendente: la subordinazione, l'orario, gli obblighi definiti dal ccnl. Il lavoratore è colui che, in cambio di una remunerazione, esegue
un lavoro sulla base delle direttive che gli vengono impartite.
Nel documento approvato dall'Assemblea Nazionale del PD è scritto: "il PD intende rappresentare il lavoro in tutte le sue forme, dal lavoro (relativamente) stabile, a tempo indeterminato, al lavoro precario e parasubordinato,dal lavoro di artigiani, commercianti e professionisti, al lavoro dello imprenditore. Poi, propone "l'introduzione dello Statuto dei Lavoratori autonomi e dei Professionisti per definire un denominatore di tutele e di incentivi corrispondente alle esigenze comuni di artigiani, commercianti e professionisti."
Ora questo ecumenismo nel voler esprimere le esigenze del lavoro applicato a tutti i campi ivi compresa l'imprenditoria era una caratteristica della vecchia DC (si chiamava interclassismo) e del vecchio PCI ( si chiamava "rapporto con la piccola e media industria"). Insomma, i due maggiori partiti italiani si sforzavano di rappresentare tutto il mondo produttivo ma avevano il buon senso di
non volere ingabbiare la parte minus habens obbligandola dentro limiti di dialettica sociale convenienti ai
mayores habent. Il PC consigliava i sindacati a stupulare accordi particolare con artigiani o commercianti o piccoli imprenditori come sostegno ideologico e politico alla loro esistenza insidiata dai monopoli e dalle grandi imprese. Questo avveniva a livello territoriale e aziendale. Ricordo un contratto stipulato a Palermo con Libero Grasso, imprenditore e persona onesta verso i lavoratori ed eroe della lotta contro il pizzo mafioso, che appunto stabiliva differenziali salariali a sostegno della sua impresa tessile. Qualcosa di simile avveniva con le imprese cooperativa e la cosa appariva giusta e ragionevole anche ai lavoratori perchè la cooperazione era ancora densa di contenuti sociali ed appariva una alternativa alla produzione capitalistica. Oggi non è più così. "La Coop sei tu!" è una potente organizzazione finanziaria che ha cancellato il suo scopo sociale rivolto alla crescita dei produttori e dei lavoratori.E' un gigante del capitalismo italiano.
Nel documento approvato dal PD per giustificare la scelta di tutelare il lavoratore dipendente si afferma che bisogna tutelare anche quello autonomo, il commerciante, il professionista. Ma che genere di tutela può darsi al professionista? Che cosa la società deve dare al notaio, al medico libero esercente, al commerciante di agrumi, al bottegaio, al commerciante all'ingrosso?
Tra queste categorie delle professioni borghesi le condizioni non sono tutte identiche. Ci sono avvocati che lavorano per conto di altri avvocati e spesso in condizioni di vera e propria umiliazione sociale e salariale. L'avvocato che è sfruttato da uno studio deve essere certamente protetto. Cose del genere si possono scrivere su tutte le professioni ed i mestieri. Come si fa a ridurre alla grossolano semplificazione che sono tutte manifestazioni del lavoro che vanno tutelate? Tutelate da che cosa e da chi? E' grottesco mettere tutti lavoratori dipendenti e altri nello stesso pentolone.
Insomma, se non abbiamo capito male, il PD, dopo aver fatto finta di difendere lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, apre alla proposta di Sacconi dello Statuto dei Lavori. I lavoratori dipendenti, in questo nuovo scenario che va a crearsi, vengono collocati ( ma con molte disparità) sullo stesso piano degli imprenditori, dei professionisti, dei commercianti, degli autonomi. Tutti bisognosi di tutele, magari dal cattivissimo sindacato che chiede un pò di soldi in più in busta paga e disturba la quiete sociale e la libertà degli altri soggetti sociali.
Il PD non ha capito o fa finta di non capire che l'interclassismo nell'era del liberismo è soltanto lotta di classe con tutti i mezzi a cominciare da quellio giuridici ai lavoratori dipendenti.
Insomma, a differenza dello storico Labour Party, che si dichiara partito del lavoro perchè espressione delle classi lavoratrici e dei loro sindacati, il PD si dichiara partito del Lavoro comprendovi la Marcegaglia, Montezemolo, la Confindustria e quanti professionisti ancorano le loro "barche" nel mare antistante Villa Certosa per rendere omaggio al loro leader carismatico, il Presidente Operaio Silvio Berlusconi!


Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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