lunedì 31 maggio 2010

Carlo Pisacane

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Carlo Pisacane, eroe risorgimentale. Anarchico.
italia | storia e memoria | opinioni mercoled� 05 maggio, 2010 20:12 by A

Nel giorno in cui si danno avvio ai festeggiamenti dei 150 anni di questo putrido paese, è giusto ricordare Carlo Pisacane, ingiustamente definito patriota ma in realtà socialista libertario, anarchico e rivoluzionario.

Carlo Pisacane fu uomo di pensiero e d'azione; aveva una concezione filosofico-politica formatasi dalle letture di Carlo Cattaneo e di Pierre Joseph Proudhon, che lo fece approdare ad una socialista, federalista e antiautoritaria.

I principi basilari del suo pensiero sono tre: libertà e associazione sono termini complementari. Non esiste libertà senza uguaglianza; il Risorgimento deve essere rivoluzione mediante rivoluzionario, nel senso che deve eliminare le ineguaglianze sociali e non essere un movimento banalmente teso alla costruzione di uno Stato nazionale; il popolo è mosso soprattutto dai bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali (come sosteneva invece Mazzini).


Sulla rivoluzione sociale

L'idea rivoluzionaria in Carlo Pisacane fu sempre centrale. Egli rifiutò ardentemente l’idea di uno Stato autoritario, auspicando un'associazione di comuni federati libertariamente.

Il Pisacane non era quindi un patriota, nel senso più becero del termine (come spesso ancora oggi viene superficialmente definito dalla storiografia ufficiale), ma un rivoluzionario di matrice libertaria, fortemente avverso al riformismo. Il suo radicalismo è ben espresso nel suo Testamento politico (appendice del Saggio sulla rivoluzione), in cui si può leggere:

«Per quanto mi riguarda, io non farei il più piccolo sacrificio per cambiare un ministero e per ottenere una costituzione, neppure per scacciare gli austriaci della Lombardia e riunire questa provincia al Regno di Sardegna. Per mio avviso la dominazione della Casa di Savoia e la dominazione della casa d’Austria sono precisamente la stessa cosa. Io credo pure che il regime costituzionale del Piemonte è più nocivo all’Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II […] Io credo al socialismo… il socialismo di cui parlo può definirsi in qeste due parole: libertà e associazione».

Sulla religione

«Chi ha creato il mondo? Nol so. Di tutte le ipotesi la più assurda è quella di supporre l'esistenza di un Dio, e l'uomo creato a sua immagine; questo Dio, l'uomo l'ha creato ad immagine propria, e ne ha fatto il Creatore del mondo; e così una particella è diventata creatrice del tutto [...] gli uomini oggi si associano non già per pregare e soffrire, ma per prestarsi vicendevole aiuto, lavorando per acquistare maggior prosperità e per combattere; l'aspirazione del socialismo non è quella di ascendere in cielo, ma di godere sulla terra. La differenza che passa tra esso e il Vangelo è la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita di un corpo giovine, ed il rantolo di un moribondo.» (Carlo Pisacane in Saggio sulla rivoluzione).


Sull'amore

«Tutte le leggi, egli dice, sono scaturite dalle dipendenze che la violenza e l'ignoranza stabilì fra gli uomini; ed in tal guisa il matrimonio risultò dai ratti, che i più forti fecero delle più belle, per usurparne il godimento. La natura, per contro, sottopone l'unione dei sessi alla sola legge dell'amore, e se un'altra regola, qualunque siasi, interviene, l'unione cangiasi in contratto, in prostituzione.... L'amore adunque, nel nostro patto sociale, sarà la sola condizione richiesta a rendere legittimo il congiungimento dei due sessi.» (Carlo Pisacane in Saggio sulla Rivoluzione).


Sulla libertà

«La libertà non ammette restrizioni di sorta alcuna, nè fa d'uopo d'educazione o di tirocinio per gustarla; essa è sentimento innato nell'umana natura.» (Carlo Pisacane in Saggio sulla rivoluzione).






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