domenica 2 agosto 2009

mafia ed oligarchie contro la Sicilia

Mafia ed oligarchie contro la Sicilia
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Ogni volta che si ha notizia dell'erogazione di fondi pubblici di provenienza nazionale o comunitaria alla Sicilia si alzano alti lamenti e grida di disapprovazione specialmente da parte di chi dice di temere che i soldi finiscano alla mafia. Questa preoccupazione ha qualche fondamento ma il suo uso è strumentale e mira a dirottare e concentrare al Nord i finanziamenti magari per fare opere come il passante di Mestre che ieri è stato al centro di un allucinante infernale blocco di migliaia di auto costrette ad arroventarsi al sole per ore e ore. Bisognerebbe osservare che la mafia non trae alimento soltanto dalle opere pubbliche per via di appalti e subappalti ma anche dal controllo del commercio all'ingresso e dei mercati generali. Bisognerebbe indagare i grossisti di tutti i generi di merci e probabilmente scopriremmo come la mafia possiede la chiave del commercio siciliano e controlla tutta la distribuzione fino ai piccoli esercenti. Ma questa indagine sul commercio all'ingrosso, a cominciare da quello dei materiali destinati all'edilizia, non è stata fatta e la questione del commercio è stata vista soltanto sub specie pizzo che è una imposizione criminale insopportabile ma non è l'unica che sottomette l'economia regionale. Non è azzardato supporre che il livello dei prezzi sia regolato dall'intervento mafioso e che le cose costerebbero certamente di meno in un mercato davvero libero dai monopoli mafiosi.
Ma il problema dell'uso e della qualità dei finanziamenti che arrivano alla Sicilia non riguarda soltanto la mafia ma l'oligarchia politica che ne viene foraggiata e che li usa come strumenti del proprio potere sulla società siciliana. Quando si invoca una nuova Cassa per il Mezzogiorno per centralizzare nazionalmente il controllo degli investimenti indirettamente si ammette la necessità di sottrarli alle oligarchie locali ma non si dà una risposta alla questione.La amministrazione pubblica regionale è regredita dal punto di vista della efficienza e della trasparenza per via delle privatizzazioni che aggiungono nuovi oneri da distribuire alla intermediazione parassitaria di pubblici servizi e del costo di una burocrazia enorme, sterminata, fatta di moltissimi funzionari dirigenti e managers. I quattro e passa miliardi che sembrerebbero essere stati messi a disposizione della Sicilia dopo il grottesco braccio di ferro del Governo con gli oligarchi pronti alla secessione ed alla creazione di un nuovo partito del Sud sono costituiti per la parte già destinata che conosciamo in cemento, in una colata di cemento per opere stradali che si finiranno di costruire non si sa tra quanti anni e che non cambieranno di molto lo stato comatoso dei trasporti siciliani. Colpisce come gli stanziamenti per la edilizia scolastica (80 milioni) siano una piccola parte di un piano di interventi che sarà di quattro miliardi di euro! La scuola pubblica è l'ultima delle preoccupazioni di un governo che oramai rappresenta sempre di più gli interessi della scuola privata e mira ad un drastico ridimensionamento degli insegnanti e del personale.
L'anno scolastico 2009-2010 realizzerà tagli che incideranno profondamente sulla qualità dell'offerta scolastica pubblica e toglieranno a moltissimi giovani laureati siciliani la prospettiva dell'insegnamento e li costringerà all'emigrazione.
Non è la mafia soltanto a beneficiare dei soldi pubblici ma anche una oligarchia che si arricchisce mentre
la crisi dell'economia e la riduzione dei servizi pubblici impoveriscono e rendono più grama la vita dei siciliani. Il Presidente della regione Lombardo ha erogato per le festività natalizie più di un milione di euro in strenne
ai privilegiati dell'Autonomia.

Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

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