lunedì 10 agosto 2009

la Sicilia "culla di mafia"

Il depliant pubblicitario di una multinazionale alberghiera che offre ai suoi clienti soggiorni in Sicilia "culla della mafia" ha fatto incazzare un sacco di gente. Alcune incazzature sembrano vere, altre sono posticce, altre ancora sono proteste che sembrano vere e proprie conferme. Non dobbiamo stupirci anche se continuiamo a scandalizzarci. Sicilia "culla della mafia" è il sentire comune di gran parte dell'elettorato di centro-destra leghista e padano. Gran parte dell'elettorato del PD e parte di quello della sinistra radicale condivide il giudizio del centro destra ed al massimo esprime qualche timida perplessità. Aberrazioni giungono anche da un grande quotidiano liberal come Repubblica che, parlando della scarsa presenza di criminalità rom in Sicilia ebbe ad affermare "niuru cu niuri nun tinci!" (nero con nero non tinge: non c'è criminalità rom perchè i siciliani sono criminali e quindi....) Tuttora c'è una robusta corrente "culturalista" che attribuisce la mafia alla cultura dei siciliani e la sua eventuale sconfitta ad un cambiamento culturale piuttosto che ad uno sdradicamento del potere mafioso dallo Stato come pensiamo altri specialmente dopo la conferma dellla trattativa sul "papello" di Totò Riina. Argomento principe per non realizzare il Ponte sullo Stretto è quello di non foraggiare la mafia con investimenti colossali. Bisogna dire che la Regione Siciliana non fa molto per lottare questo terribile pregiudizio contro i siciliani dal momento che Cuffaro è stato espressione di una borghesia che se non è mafiosa in proprio tuttavia ha avuto ed ha rapporti ambigui, di contiguità e addirittura di collaborazione con la mafia. Insomma la tipicizzazione della intera popolazione siciliana intrisa di mafia ed in fondo in fondo mafiosa viene data per scontata e non si fa quasi nulla per fare prevalere la verità nonostante l'opera davvero meritoria di persone come il Prof.Lupo o il giudice Scarpinato e tanti tanti altri...
Bisogna tuttavia considerare la scelta del depliant degli albergatori da un altro punto di vista, quello della società capitalistica che riduce tutto a merce e ne fa un ingrediente di marketing. La mafia diventa componente del consumo turistico, di una vacanza in un ambiente che evoca i personaggi di una vicenda che è una sorta di saga di tante "famiglie", la storia del loro potere, dell'alternarsi della fortuna. La mafia è un colorante fortissimo capace di tingere una vacanza in riva al mare di un qualcosa che ha a che fare con un mondo di superuomini tipo il "padrino" di Puzo e non di efferati e agghiaccianti assassini capaci di strangolare un bambino e poi di squagliarlo in una botte di acido.
Bisognerebbe pubblicare un libro di tutti i crimini mafiosi, delle tantissime vittime che non sono soltanto Falcone e Borsellino ma centinaia e centinaia di persone che racconti anche come ed a quale prezzo tanti siciliani hanno combattuto e continuano a combattere anche se non è chiara la posizione dello Stato e del suo governo. Un libro che dica basta alla teoria etnico culturalista.

pietroancona@tin.it
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/sicilia-depliant/replica-hn/replica-hn.html

Nessun commento: