lunedì 17 agosto 2009

i lavoratori sono soli

i LAVORATORI SONO SOLI
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La lotta dei lavoratori dell'INNSE ha fatto scuola. E' stata osservata e studiata da altri gruppi di lavoratori in difficoltà ed imitata a Roma dai dipendenti della Cim ed ora da un gruppo di vigilantes. Alla Cim è andata bene ai lavoratori che hanno avuto un accordo. Lo stesso non è accaduto per i vigilantes asserragliati sul Colosseo che rivendicano dalla nuova società subentrata al loro vecchio datore di lavoro la continuità di trattamento economico e normativo. Dubito molto che la lotta di questi ultimi stiliti avrà successo per due ragioni: primo perchè è sostenuta soltanto da un terzo dei dipendenti interessati anche se hanno ragione e ne
sono la parte più consapevole. . E' vero che in caso di cambio gestionale le condizioni esistenti non sono cancellabili. Ma dagli accordi Alitalia in poi, accettati dalle Confederazioni Sindacali, è possibile chiedere al dipendente di firmare un nuovo contratto di lavoro naturalmente peggiorativo di quello precedente. L'alternativa che ha il lavoratore è quella o di accettare o di non essere ripreso in azienda. Questa novità estremamente grave in periodi di ristrutturazione delle aziende è stata, mi ripeto, accettata
dalle Confederazioni Sindacali dei lavoratori ivi compresa la CGIL. Se si confronta il contratto CAI con il contratto Alitalia si ha l'idea della regressione subita sul piano dei diritti e delle retribuzioni a cominciare
dal fatto che il rapporto di lavoro diventa sempre di più un fatto bilaterale tra dipendente ed azienda e sempre meno un fatto appartenente alla contrattazione sindacale tra azienda e la rappresentanza sindacale dei dipendenti. L'indirizzo di questa involuzione è verso un futuro in cui il contratto collettivo non ci sarà più ed al suo posto di saranno tanti contratti individuali scritti dall'azienda che il lavoratore dovrà soltanto firmare.
Non so se avremo una moltiplicazione di episodi del genere dei tre che si sono verificati all'Innse,alla Cim ed
alla società dei vigilantes. Forse si dal momento che a fronte della perdita del pane quotidiano e dalla impossibilità di trovare assorbimento in un mercato del lavoro che espelle piuttosto che assorbire,probabilmente avremo altre manifestazioni di disperata protesta. Già Cazzola del PDL ed esponente di punta della lotta ai diritti dei lavoratori ha già denunziato la "spettacolarizzazione" della protesta dei lavoratori e si fanno pressioni sempre più insistenti sui massmedia per ignorare la notizia di altre proteste.
D'altronde queste proteste nascono dall'assoluta solitudine dei lavoratori che sebbene vivano in un Paese che vanta possenti Confederazioni Sindacali forti di oltre dieci milioni di iscritti non ricevono da queste alcun aiuto concreto nè una tutela nè una possibilità di una lotta collettiva e generalizzata.
Una dichiarazione di Angeletti di oggi relega nel passato storico le lotte ed i movimenti collettivi ed un silenzio tombale avvolge il mondo sindacale. Epifani, dopo la conclusione della lotta all'INNSE, si è preoccupato soltanto di sottolinearne il carattere "pacifico" a differenza delle lotte francesi e tedesche e non aggiunge altro.
Non esiste alcuna prospettiva di affrontare la prossima stagione sindacale con un progetto ed un programma di lotte. Non si fanno richieste di alcun genere tranne quelle condivise dalla Confindustria di detassazione degli straordinari o delle tredicesime. Insomma il massimo di beneficio per i lavoratori al quale si pensa va nell'ordine di qualche spicciolo, meno di cento euro su base annuale. Non si vuole restituire alla classe lavoratrice italiana la sua capacità di influire sulla ripartizione del reddito nazionale accaparrato in grande parte dalla borghesia imprenditora e delle professioni che ha già ridotto di una bella fetta la parte del lavoro dipendente.
Basterebbero due grandi rivendicazioni generali per ridare identità sociale e politica e prospettiva ai lavoratori: Una richiesta di aumento generalizzato dei salari di almeno il venti per cento per accorciare la distanza dalla media dei salari europei e l'abolizione della legge Biagi, spaventosa arma di frammentazione ed umiliazione di tutte le nuove generazioni che entrano nel mondo del lavoro.
Ma le Confederazioni Sindacali CGIL,CISL,UIL e UGL si guarderanno bene dal chiedere questo o altro. Non chiederanno niente!! Continueranno a fare da spalla alla Confindustria nelle sue richieste al Governo di nuovi aiuti per migliorare l'efficienza e la competitività dell'economia italiana!! Minacciano uno sciopero contro le gabbie salariali con una posizione di mera difesa dell'esistente. Danno per scontato il fatto che milioni di persone debbono vivere con mille euro al mese. Queste Confederazioni hanno oramai una struttura
profondamente antidemocratica. La loro ossatura è data da un corpo di "funzionari" che ne costituiscono gli organismi interni e forniscono sempre la stragrande maggioranza dei delegati ai Congressi. Non c'è niente da fare.
Le regole interne sono staliniste. Si applica il principio del cosidetto centralismo democratico. Al referendum
indetto da CGIL,CISL,UIL sugli accordi con il governo Prodi i rappresentanti della FIOM che avevano votato nei loro organismi No sono stati costretti ad illustrare nelle assemblee il Si approvato dalla maggioranza del CD della CGIL. Non si vedono prospettive per l'avvio di processo di democratizzazione.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.borsaitaliana.it/borsa/area-news/news/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=637156&lang=it

1 commento:

Giorgia ha detto...

Tutto ciò mi riempe di un'enorme tristezza. Sono figlia di uno dei 300 vigilantes accampati sotto il Colosseo da venerdì, e non riesco a vedere una via d'uscita. Nessuno vuole parlare, nessuno si vuole interessare.. sono solo 300 pedine che non contano nulla, l'unico obbiettivo è insabbiare tutto.
E addirittura c'è chi li definisce pagliacci, priviegiati (o super privilegiati!), buffoni.. per cosa?
Perchè si sono ribellati, perchè sono tre anni che lottano e fanno processi per non essere trattati come nullità?
Io non capisco cosa vogliono gli italiani, come ragionano..
Non so se desiderano un futuro vivibile o se vogliono sprofondare sempre più in basso.

In alcuni momenti lo sconforto mi assale veramente.. Mi chiedo se relmente ciò che faccio potrà servire a cambiare qualcosa. E alcune volte ho paura che il mondo non voglia essere cambiato.