Il ritiro di Prodi.
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Prodi comunica di lasciare la politica, lasciandosi la porta aperta ad un lucroso incarico internazionale. E' il segno della resa definitiva della borghesia liberale, una volta aperta al dialogo con la classe lavoratrice ed il movimento socialista, alla borghesia predatrice sociale che si raccoglie attorno a berlusconi e Montezemolo e che Veltroni ed il gruppo dirigente del
PD vorrebbero servire a cominciare dalle candidature dei falchi della Confindustria. Se Berlusconi promette all'orda dei capitalisti d'assalto l'abolizione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori, Veltroni liscia il pelo a Ichino che vorrebbe abolire l'art.18, l'ultima difesa dei lavoratori dalla loro riduzione in merce. Si apre una oscura prospettiva di isolamento per i lavoratori, i socialisti,
la sinistra italiana.
Considero il gesto di Prodi una presa d'atto di una situazione terribilmente compromessa
e squilibrata verso un regime confindustriale. Purtroppo la democrazia italiana ha perduto quello che una volta era il PCI e, dopo gli accordi sul welfare, anche la CGIL.
L'Italia corre verso un regime di protezionismi di parte a spese dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. La prossima vittima sarà la Costituzione.
Con questo gesto di rinunzia Prodi dimostra di essere più che uno Statista un Manager della Politica per si apre ad un futuro riposante ed opulento. Una pensione di lusso!!
Pietro Anconawww.spazioamico.ithttp://medioevosociale-pietro.blogspot.com/http://pietro-ancona.blogspot.com/
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1 commento:
mi ha dispiaciuto che non hai scritto una parola sull'otto marzo, proprio in questo momento che la chiesa sta cercando in tutti i modi di influenza re la nostra politica!
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