lunedì 17 ottobre 2011

Prime riflessioni su ieri a Roma

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Prime riflessioni su ieri a Roma

Le manifestazioni degli indignati si sono svolte in mille città del mondo in un modo pacifico che non ha impegnato l'intervento della Polizia. Hanno avuto particolari restrizioni negli USA dove i corpi di polizia addestrati alla guerriglia urbana arrestano la gente anche per una piccola infrazione alle disposizioni che hanno impartito sui percorsi e sulle modalità dei cortei. Le parole d'ordine che si leggevano in tutti i cartelli del mondo erano più o meno le stesse: denunzia del ruolo nefasto del capitale finanziario, assenza di futuro, precariato, richiesta di forme nuove e davvero partecipate di democrazia, no alle spese militari, lotta alla diseguaglianza sociale ed alla distribuzione iniqua della ricchezza, lotta alle privatizzazioni, lotta alle spese militari ed alle guerre.recupero dei welfare indeboliti e ridimensionati dalle misure di austerità. A Varsavia spiccavano nei cortei diverse gigantografie di Carlo Marx. Dappertutto le manifestazioni hanno avuto uno svolgimento positivo e pacifico tranne a Roma che aveva la più grande manifestazione del mondo dove si è innestata sul corteo una prolungata guerriglia con scontri ripetuti con la polizia e devastazioni dell'arredo urbano attacco a vetrine ed ad uffici pubblici. Automezzo della polizia è stato incendiato, una chiesa invasa, devastata una madonna ed un crocifisso. Molti feriti ed arresti. Non si escludere che arriveranno presto tante comunicazioni giudiziarie.
Mentre la trasgrande maggioranza dei partecipanti ai cortei non si è lasciata coinvolgere nella violenza sembra che una massa di migliaia di incappucciati hanno dato vita al disordini con una tecnica di mordi fuggi e ritorno nel corteo che a quanto pare ha dato i suoi risultati.
Il corteo non aveva l'esperienza per fronteggiare la situazione che si è creata. Non aveva servizi d'ordine. Era alla sua prima seppur riuscitissima uscita pubblica. Non escludo che i disordini siano il frutto della convergenza di gruppi diversi. Gruppi di provocatori organizzati addestrati alle tecniche di lotta di strada che hanno trascinato altri gruppi di ragazzi certamente molto decisi ma che probabilmente si sarebbero fermati a lasciare qualche segno soltanto nei luoghi del Potere come le Banche e forse i Supermercati e gli Uffici delle tasse ma che sono stati attirati e coinvolti in azioni di guerriglia urbana.
Mi domando perchè in tutto il mondo non è successo niente tranne che in Italia e la risposta che mi do è questa: la condizione dei giovani italiani è la peggiore in assoluto. A differenza dei francesi dei tedeschi e di tanti altri non hanno un salario minimo garantito dalla legge che li metta a riparo dagli splafonamenti salariali, non hanno dnessun aiuto post laurea per l'inserimento come il Salario Sociale almeno per un anno, sono regolati dalla mostruosa legge Biagi che ha fatto diventare legale l'illegalità ed il reato, non hanno futuro nè lavorando nè da disoccupati. In Italia gli indignatosi sono inoltre molto isolati dalle Confederazioni Sindacali e sostenuti soltanto da partiti di sinistri ridotti all'estraparlamentarismo. La gravità della condizione di milioni e milioni di giovani è alla base della esasperazione ed anche di forme di disperazione della protesta.
Faccio un peccato di pensiero e dico che i tafferugli sono stati fatti scoppiare da un Potere che vuole mettere in cattiva luce l'Italia e soltanto l'Italia a livello internazionale. L'Italia dà una immagine di disordini e di marasma che abbassa la sua credibilità e la sua affidabilità per i "mercati". Mi convinco che c'è una regia di coloro che v ogliono il declassamento dell'Italia se non un suo vero e proprio default. Questo effetto di offuscamento della credibilità dell'Italia è stato calcolato e voluto da coloro che usano le agenzkie di rating per crocifiggerci.
Pietro Ancona

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