martedì 17 giugno 2008

QUATTRO RIFORME PER CAMBIARE L'ITALIA

degrado della condizione salariale e normativa dei lavoratori sta raggiungendo livelli asiatici. Si lavora per 2 euro l'euro in molte zone dell'Italia centrale specialmente nelle campagne e nella pastorizia. Recentemente si sono scoperti salari di 3 euro l'ora in stabilimenti navalmeccanici di Genova. Il lavoro nei call center può anche scendere al disotto dei due euro l'ora.
Nonostante le recenti misure sulla sicurezza, il lavoro continua a mietere vittime tutti i giorni. E' evidente che soltanto la prevenzione e le sanzioni non sono misure sufficiente per bloccare il massacro.
Alla base della morte sul lavoro sta la precarietà, l'impiego "usa e getta" dei lavoratori, la dequalificazione e l'impoverimento culturale delle aziende.
I salari e le pensioni sono erose da anni di inflazione e non riescono più a garantire un livello minimo per sopravvivere.
E' necessario muoversi subito per la realizzazione dei seguenti obiettivi.
1) Istituzione del Salario Minimo Garantito di almeno
9 euro l'ora con una legge che introduca anche pesanti sanzioni per i datori di lavoro inadempienti;
2) Abolizione della legge Sacconi-Maroni causa della precarizzazione del lavoro e del declino industriale dell'Italia dovuto alla inquietudine ed insoddisfazione di milioni di persone prive di prospettiva e costrette a vita assai grama;
3) Reintroduzione della scala mobile a tutela dei salari e delle pensioni. Abolizione degli accordi di concertazione del 1993 causa fondamentale dello impoverimento delle classi lavoratrici;
4) dotazione di poteri ispettivi e di pronto intervento ai Delegati Aziendali alla Sicurezza con un decreto che ne garantisca l'inamovibilità e ne fissi il campo di intervento e di collaborazione con le autorità sanitarie.
Queste quattro rivendicazioni potrebbero bloccare la discesa dell'Italia verso la miseria e ridare fiducia
a lavoratori ridotti alla peggiore condizione europea.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
http://pietro-ancona.blogspot.com/

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