Con Ahmanedinejd per la libertà dell'Iran
Il giorno di Natale tre palestinesi della Striscia di Gaza che cercavano rottami di ferro nei pressi del Muro che Israele ha eretto per tenerli prigionieri sono stati trucidati a colpi di mitraglia dai soldati.Erano in zona "interdetta". Questa è la parola usata dai massmedia occidentali per spiegare
la loro uccisione.Che fossero disarmati ed inermi non conta niente. Nello stesso giorno di Natale, in Cisgiordania, altri tre palestinesi sono stati uccisi dentro le loro case sotto gli occhi dei loro figli. La "velina" diramata
dall'ufficio propaganda dell'esercito israeliano racconta che erano membri del partito AlFatah. A quanto pare è una condizione sufficiente per essere ammazzati. Le agenzie non raccontano se i cadaveri dei sei palestinesi siano rimasti in loco e restituiti alle loro famiglie. Potrebbe anche succedere che i loro organi vengano espiantati per facoltosi israeliani che ne hanno bisogno. Come i tedeschi di Hitler non sciupavano proprio niente dei cadaveri degli ebrei facendone financo sapone
anche i corpi dei palestinesi sono stati usati (per quanto si è riusciti a sapere)come pezzi di ricambio.Non sappiamo se questa pratica è ancora in vigore.
Intanto, con la fattiva collaborazione di Obama che sembra particolarmente scodinzolante ed accondiscente con la lobby sionista che lo controlla, l'Egitto sta costruendo un muro di acciaio profondo trenta metri e lungo dieci chilometri, in gran parte sotterraneo, tra il proprio territorio e la striscia di Gaza, per impedire che il milione e mezzo di palestinesi che vi vivono prigionieri, puniti perchè a suo tempo hanno votato per Hamas,
non possano più scavare cunicoli per procurarsi il cibo l'acqua e le medicine di cui hanno bisogno. Molti di loro sono morti asfissiati dai gas sparsi dagli egiziani e dagli israeliani. Oggi un pulmann di
testimoni di Pace è stato bloccato e sequestrato. E' vietato visitare i prigionieri. Gaza come Guantanamo.
Questa vergogna per l'umanità costituita dalla condizione dei palestinesi nei territori occupati da Israele non conta quasi niente per il sistema massmediatico occidentale. Invece, oggi, tutti i giornali sono pieni da pagine e pagine di articoli con titoli "strillati" che si riferiscono alle grandi proteste per la libertà e la democrazia di Teheran e si domandano per quanto tempo ancora l'Occidente dovrà tollerare (Venturini) un Iran che non obbedisce alle ingiunzioni, che vorrebbe dotarsi di una bomba nucleare, che ha un Presidente la cui elezione è stata una truffa.
La pressione psicologica e politica sull'Iran dura da molto tempo e si sta intensificando. Gli americani hanno bisogno di nuovi teatri di guerra dopo l'Iraq e l'Afghanistan. Ora si dedicano a parte del Pakistan ed allo Jemen. L'invasione dello Jemen ci è stata preannunziata quando abbiamo letto o sentito che il giovane terrorista dell'aereo su Detroit aveva "subito,subito" dichiarato di appartenere ad AlQaeda e di essere stato addestrato in Jemen. Dal momento che i generali del Pentagono ci considerano imbecilli erano facile dedurre che si voleva attrarre la nostra attenzione sulle attività terroristiche dello Jemen. Stamane abbiamo sentito che da un anno la Cia è presente in loco e che i preparativi per l'invasione sono a buon punto.
I programmi per l'Iran sono per ora affidati all'opera di destabilizzazione della rivoluzione "verde" colorata secondo il manuale di Gene Sharp. Due autorevoli e stagionati membri dell'estambliscement clericale espressione di ceti medio alti, grandi proprietari terrieri, miliardari come Musavi e Rafsaniani,
con la parola d'ordine " a morte il dittatore". guidano una rivolta che sono riusciti a fare diventare endemica negli ultimi sei mesi. I rivoltosi vengono visti da tutta la stampa occidentale come martiri della libertà e della democrazia negata dal Presidente Ahmanedinjed considerato un usurpatore che deve essere scalzato e appunto messo a morte secondo il loro grido di guerra. L'obiettivo, sostenuto dagli americani apertamente per ammissione della Clinton, è portare al governo "i riformisti" cioè gente dello stesso stampo di Karzay e di Al Maliki. Una sorta di Quisling, collaborazionisti in funzione di ascari e di sostenitori degli interessi economici e geostrategici degli USA e dei loro alleati.
Se la protesta dei riformisti di teheran non diventa guerra civile capace di scalzare dal potere gli attuali governanti, l'Occidente è sempre pronto a fare la sua guerra di aggressione. Certo, non è facile, ma sono anni che Israele si prepara con manovre della sua flotta che ora è dislocata proprio nei mari antistanti l'Iran.
Molti intellettuali della sinistra europea sostengono i riformisti iraniani. Decontestualizzano la questione dallo scacchiere internazionale e sostengono che non si può spiegare tutto con la geostrategia ma bisogna considerare anche la lotta di classe. Parlano di lotta per i diritti. In sostanza si dice che non si può sostenere un regime come quello di Ahmanedinjed solo perchè è nemico degli USA. Argomento
fragile dal momento che nella geostrategia mondiale si esprimono gli interessi primari della lotta di classe tra imperialismo e colonialismo ed in secondo luogo perchè i cosidetti riformisti sono portatori di interessi, valori, istanze che sono della borghesia miliardaria e medio alta ansiosa di partecipare al
buffet dei grandi consumi e di scrollarsi di dosso il grigiore di un regime che dà ai lavoratori ed ai contadini diritti che vengono negati anche nella "libera" America di Obama. Non c'è dubbio che il sistema sanitario iraniano sia migliore e di gran lunga più democratico di quello americano.
Può darsi che la rivoluzione verde in Iran alla lunga abbia successo come le sue consorelle che si succedono come per fotocopiatrice dal 2000. In dieci anni abbiamo avuto tante rivoluzioni per la libertà e contro la tirannide in Serbia, Giorgia, Bielorussia, Kirghistizan, Ucraina, in Libano, Mongolia... Tutte, come si vede, in cruciali zone di forte interesse per l'espansionistico mondiale degli Usa. Naturalmente, in paesi come la Colombia dove si uccidono ventimila cittadini all'anno perchè sospettati di essere oppositori del regime e nell'Egitto del ferocissimo dittatore Mubarak, non ci sono problemi di rispetto della libertà e della democrazia. Non sono necessarie rivoluzioni "colorate" amenochè non cambi il loro governo.
Ricordo infine che è dal 1920 che gli anglosassoni stanno addosso all'Iran condannandolo alla sofferenza di crudeltà inaudite. Winston Churchill faceva irrorare i loro villaggi di gas iprite. Il loro primo Ministro, il grande, democratico liberal Mossadeq colpevole di avere nazionalizzato l'industria petrolifera sottraendola alle sette sorelle fu rapito dalla Cia ed ucciso. Al suo posto fu installato un mostro sanguinario come lo Scià. L'attuale regime deve cadere perchè gli americani non tollerano che
il petrolio dia risorse per una civiltà diversa dalla loro. la millenaria cultura dell'Iran, erede della grande Persia, deve essere cancellata come è stata cancellata quella mesopotamica. Al centro di Bagdad oggi troneggia una base militare USA ed una ambasciata che è grande quanto una citta di trentamila persone. Domani la bandiera a stelle e strisce sventolerà su teheran ed i giovani che oggi gridano la loro voglia di democrazia e libertà avranno le discoteche con la musica americana dell'ultima generazione,
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://wapedia.mobi/it/Rivoluzioni_colorate
http://www.questotrentino.it/2003/16/mossadeq.htm
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