martedì 5 luglio 2016

Enrico Mattei a Dacca



Enrico Mattei a Dacca


la tragedia di Dacca ha scoperchiato la terribile realtà del punto estremo della globalizzazione nel quale l'esistenza umana è condannata a sopravvivere ad un dollaro al giorno per dieci o dodici ore di lavoro senza altro a pretendere di diritti.

Io piango la morte non solo delle vittime del terrorismo ma anche degli stessi terroristi ragazzi che hanno deciso certo non ispirati da odio religioso come piace pensare in Occidente ma dalla dolorosa consapevolezza di essere creature umane e non schiavi per sempre di gente che viene da paesi lontani migliaia di chilometri per succhiarti ilsangue e la vita.

A Dacca il terrorismo recupera ragioni umane e sociali che ne legittimano l'esistenza. Le lotte sindacali e sociali che pur ci sono state in Bangladesch come in tutti i paesi sfruittati non sono servite a niente. Non hanno spinto il governo locale e l'occidente a riconoscere il diritto a vivere in condizione di anche minimo riconoscimento dei diritti.

A Dacca il terrorismo compie un salto di qualità nella chiarificazione delle ragioni che gli danno vita.

Nelle commemorazioni ufficiali che si sono svolte in Italia neppure una parola sulle ragioni che avevano trascinato i nostri connazionali a Dacca e della loro lunga consuetudine con una realtà della quale come tutti gli altri imprenditori stranieri sono stati fruitori-sfruttatori

Sono abbastanza vecchio per ricordare che l'Italia non è stata sempre questa Italia vile e disonesta di Mattarella e Renzi che esecra come assassini i terroristi e non ha niente da dire sui perchè e sulle ragioni che avevano trascinato tanto lontano da casa gli imprenditori uccisi. Ricordo bene l'Italia di Enrico Mattei che quando le Sette Sorelle avevano il monopolio delle sfruttamento coloniale quasi gratuito del petrolio offrì ai paesi produttori condizioni civili di parità, offri la partecipazione a tutti gli utili ritagliando per l'Eni quanto era ragionevole e giusto. Certo le Sette Sorelle e lo zio Sam fecero pagare con la vita a Enrico Mattei la rottura rivoluzionaria che aveva apportato al rapporto tra paesi consumatori e produttori di petrolio ma la storia con lui fece un balzo in avanti verso la civiltà e l'Italia segnò il ssuo nome del grande libro della civiltà umana.

La reazione della classe dirigente italiana di oggi difronte alla questione morale politica e sociale della globalizzazione è di segno criminale basato sulla indifferenza delle cause e sulla condanna senza se e senza ma del terrorismo. Essendo come ha detto Mentana gli uccisori "bestie rabbiose" non c'è alcun motivo di cambiare linea e comportamento. L'Italia non assumerà nessuna iniziativa per promuovere una intesa sui salari che avvii la liberazione milioni di schiavi. Il governo fascista del Bangladesch ritiene di non fare nulla per proteggere i suoi lavoratori ma garantisce la persistenza di condizioni allucinanti di salari e condizioni di lavoro abominevoli. Questo all'Italia sta bene, molto bene.

Il mondo di oggi in Afghanistan come in Siria come in Somalia come in Bangladesh la gente è sola con il suo dolore di fronte alla occupazione militare o alla occupazione economica. A Dacca non si uccide con i bombardamenti ma si ruba la vita a cento milioni di persone facendo pagare il costo più alto per la sopravvivenza in questo mondo in cui le istituzioni internazionali a cominciare dallo ONU sono al servizio della criminalità economica sociale e politica dei paesi capitalistici più forti.





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