La Festa di Napolitano
Mentre i nostri aerei bombardano Tripoli seminando dolore e morte nella capitale di uno Stato che, nonostante i nostri trascorsi di seviziatori coloniali, per quaranta anni ci è stato amico ed ha contribuito in modo incisivo sul nostro benessere, altri aerei volteggeranno sul cielo di Roma per festeggiare l'avvento della Repubblica e, quest'anno, anche il 150° anniversario dell'unità d'Italia.
I festeggiamenti sono particolarmente pomposi: sono stati invitati una ottantina di Capi di Stato con le loro consorti che saranno ospiti illustri del nostro Presidente della Repubblica e, naturalmente, dell'impresentabile Berlusconi che farà gli onori di casa. Non avrà consorte da presentare essendone stato ripudiato e certo non potrà presentare la "fidanzatina" che afferma di avere e che qualcuno ha cercato di scoprire tra le decine di divette ed escort che hanno frequentato le sue ville tiberiane.
Non potremo presentarci ai numerosi illustri invitati come la patria del calcio mondiale. Proprio oggi il nostro sport nazionale viene squassato da uno scandalo enorme. Le partite giocate sono state spesso "aggiustate" per favorire scommesse e vittorie immeritate. La ragione è sempre la stessa: soldi, affari, affari e soldi.....
L'Italia che Napolitano presenta pomposamente all'estero assomiglia intanto sempre di più al regime mussoliniano almeno per quanto riguarda i suoi potenti: i capi del partito di governo sono sempre di più gerarchi inamovibili: ieri si doveva nominare il segretario del Partito al posto dei tre Coordinatori ed invece avremo i tre Coordinatori più il segretario del Partito: Bondi, Verdini e La Russa sembrano inamovibili ed Angelino Alfano appare come il quarto quadrunviro alla testa di un partito sempre più diviso ed in preda a processi di crisi sempre più diffusi.
Il neo segretario del Partito vanta come titoli di merito una fedeltà canina al suo padrone. Ha approntato gruppi di volenterosi "giuristi" che gli hanno preparato le varie proposte con le quali Berlusconi ha ridotto il Parlamento ad un organismo preposto a votare leggi per salvarlo dai processi e dalla prigione. Ma Bondi, Verdini e La Russa non erano fedeli al Capo quanto Angelino Alfano? Forse a noi poveri mortali qualcosa sfugge....
Diverse volte, dopo l'esito infausto per il suo governo delle elezioni amministrative, Berlusconi ha tentato di fare uscire allo scoperto Tremonti, il suo enigmatico Ministro che gli nega i soldi per fare tutti i giorni campagna elettorale con il pubblico denaro. Ma Tremonti resta muto come una tomba e si limita ad aspettare un'altra rovinosa caduta del Cavaliere che potrebbe essere la perdita dei referendum sull'acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento (fatto su misura per il Cavaliere). L'opposizione, forte dello esito delle amministrative, dice che i referendum non sono contro il governo. La lega sembra gradirne qualcuno. Ma, nonostante questo, il raggiungimento del quorum se ci sarà sarà un ceffone madornale per il Cavaliere che aveva tentato financo un trucco per evitarli.
L'Italia che festeggia con un ricevimento imperiale di non si sa quanta gente non è la Repubblica voluta dalla maggioranza democratica creatasi dopo la guerra di Liberazione.
Moltissima gente sta male. Tutto il lavoro dipendente è sotto il torchio di Confindustria che ne ha ridotto i salari ed i diritti. E' impegnata all'estero in varie missioni colonialiste come ascara degli Stati Uniti, un impero belligerante che non vuole assicurare la pace al mondo ed è sempre a caccia di qualche nemico da distruggere in nome della democrazia.
Otto milioni di giovani vivono una magra vita da precari sostenuti dai nonni o dai genitori e la prospettiva di chi studia è il precariato. I diritti dei lavoratori sono stati cancellati dalla Costituzione materiale del Paese.
La parata militare che costituirà il punto spettacolare della festa celebra una Italia militarista che la retorica nazionalista del 150° alimenta. Celebrare le armi che servono non più per la difesa della patria ma per uccidere massacrare ferire altri popoli a cominciare dai fratelli libici ed afghani non è proprio corrispondente alle corde profonde di una popolazione che forse vorrebbe vivere un po' meglio e senza uccidere nessuno.
Pietro Ancona
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