From: pietroancona@tin.it
To: posta@liberazione.it
Sent: Thursday, September 04, 2008 11:13 AM
Subject: Che succede nelle carceri italiane?
Cara Liberazione,
giungono notizie gravi ed inquietanti dalle carceri italiane. Non mi riferisco al trattamento del detenuto del Turco che riceveva come fosse nella sua villa privata i potenti del Paese ed aveva un secondino addetto a portargli il caffè e forse quanto altro gli servisse ma alle notizie di morti sospette per torture e percosse ricevute dai secondini di una polizia penitenziaria che sarebbe veramente il caso di mettere sotto osservazione per verificare se è vero che ha gruppi organizzati addetti al pestaggio ed alla tortura di prigionieri particolarmente presi di mira.
Unisco alla presente il testo diramato dal gruppo antipsichiatrico.
Inoltra: Morire a 22 anni dietro le sbarre
--- In C_RAP@yahoogroups.com,
ennesimo orrore nelle galere italiane..
giovane di 22 anni muore in carcere perchè si rifuta di prendere gli
psicofarmaci...
sotto vi mettiamo l'articolo c'è anche un video sul sito
http://www.toscanatv.it/
saluti
collettivo antipsichiatrico a.artaud-pisa
Morire a 22 anni dietro le sbarre
02/09/2008 - Alla ricerca della verita'.
Sono arrivati a Firenze stamani Angelo Eliantonio e Iolanda Pinto per
chiedere giustizia nei confronti
del nipote Manuel morto a 22 anni lo scorso 25 luglio nel carcere
Marassi
di Genova ufficialmente per suicidio,
ufficiosamente, si teme, per percosse. Sono venuti dalla provincia di
Torino nel capoluogo toscano
dove ha sede l''Associazione per i diritti violati' per avere delle
risposte agli atroci dubbi che da mesi lacerano i loro animi,
da quando il ragazzo arrestato lo scorso 25 marzo per furto d'auto
lamentava continue botte da
parte dei secondini oltre a un trattamento disumano fatto di
isolamento,
psicofarmaci e ricatti.
Manuel era stato condannato a 5 mesi di carcere per resistenza al
pubblico ufficiale,
il 5 agosto sarebbe dovuto uscire. Perche' allora cercare la morte,
che
secondo il carcere ligure
sarebbe stata causata dalle esalazioni di gas del fornellino che il
giovane utilizzava per riscaldare i pasti nella sua cella?
Troppe dunque le incognite intorno alla morte di Manuel Eliantonio, un
pezzo di cuore per i nonni che lo hanno cresciuto
e che non si arrendono di fronte ai paletti che continuano ad
incontrare
nella ricerca della verita'.
Hanno protestato di fronte al carcere genovese Marassi, sono riusciti
ad
avere delle fotografie,
scattate da un cugino di Manuel di nascosto all'obitorio. Immagini
forti, che parlano da sole e che mostrano un corpo pieno di lividi,
con un inconfondibile tatuaggio che sottolinea la veridicita' del
cadavere.
---
Pietro Ancona
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