La cultura imperante nelle Università italiane è liberista. Detta la linea la
Bocconi di Milano. Anche la classe politica viene in grande parte dal pensiero
unico che si è affermato negli ultimi venti anni.
Il liberismo imperante ha
impoverito la cultura in generale.Non c'è dialettica e ricerca come avveniva
nelle università prima della vittoria del liberismo.
Caratteristica del
liberismo è di non vedere ed analizzare la realtà per quella che essa è ma di
dettare ricette sul modo di amministrarla senza tenere conto di niente altro. Il
liberismo ha una natura ideologica fortissima che prevale su tutto.
Non
viene studiato ed analizzato l'enorme fenomeno della scomparsa del lavoro e del
suoi effetti sulla società. E' possibile calcolare grossolanamente che si è
perduto e si sta perdendo una percentuale di posti di lavoro che varia da
settore a settore e che può arrivare in alcuni fino al sessanta per cento per
effetto delle tecnologie informatiche e delle modifiche dei consumi.
Non si
può mettere nella tabella delle positività tutto il lavoro soppresso. Le aziende
producono con meno addetti ma il personale espulso diventa un problema sociale
che non può essere ignorato e che può avere conseguenze molto gravi a lungo
andare anche per le stesse aziende che ora lavorano con un minore numero di
addetti.
La risposta alla scomparsa del lavoro non può essere di natura
assistenziale. Sussidi di disoccupazione possono coprire un tempo limitato. Si
supponeva che era possibile trovare un lavoro se non subito entro un tempo
ragionevole. Purtroppo chi esce dall'ingranaggio della società degli occupati è
molto difficile che riesca a trovare la chiave per ritornarvi. Ma una società
può continuare ad esistere se il numero dei disoccupati è maggiore di quello
degli occupati?
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