venerdì 15 agosto 2008

la destra all'ottanta per cento

Una catastrofe politica, un disastro storico
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La destra in Italia raggiungerà alle prossime elezioni l'ottanta per cento dei voti. Ciò a causa della decomposizione del Partito Democratico in atto squassato da una crisi irriversibile, una crisi di valori, di identità, di ruolo.
L'adesione convinta di Amato alla Commissione Alemanno, i comportamenti dei sindaci del pd su questioni cruciali di rispetto dei diritti umani, comportamenti concorrenziali alla lega nelle pratiche discriminatorie e nelle persecuzioni contro i poveri ed i poverissimi, il rifiuto di Chiapparino, Bassolino e Cacciari di firmare il flebile appello contro il governo Berlusconi sono le manifestazioni più appariscenti di una crisi profonda che è insieme crisi della sinistra propriamente detta e crisi dell'ulivismo, fase avanzata dignitosa e democratica oggi distrutta dalla involuzione dei valori e dei riferimenti sociali. Tra Famiglia Cristiana ed il Vaticano il PD nel suo enorme corpo di amministratori e politici è schierato con il Vaticano.
Quando Parisi aderisce alla manifestazione di Piazza Navona vuole continuare a testimoniare l'esistenza di una anima ulivista che è stata travolta dalle pratiche del governo Prodi e dalla cancellazione di ogni identità progressista del PD.
Il PD nasce per governare nel segno della politica liberista e confindustriale. Il gravissimo gesto di rottura con la sinistra radicale lo consegna nella mani del blocco di potere della borghesia postindustriale, speculativa e parassitaria oggi ben rappresentata dal Corriere della Sera più che dal Giornale della famiglia Berlusconi. I falchi della Confindustria eletti nel PD sono il pegno tangibile del capovolgimento di fronte sociale.Gli ideali ulivisti che fecero il primo centro-sinistra sono stati tutti accantonati. Addirittura derisi come reperti del passato. Non solo attacco al welfare ed indifferenza per la questione salariale ma erosione di quanto resta dei diritti dei lavoratori con il concorso all'abolizione del contratto di lavoro, alla campagna contro "i fannulloni" che prelude alla privatizzazione di pezzi importanti dello Stato, dell'INPS e dell'Inail.
Un Partito che nasce solo per governare lisciando il pelo alla tigre del razzismo, della lotta ai diritti degli immigrati, dei carcerati, incapace di fare opposizione dal momento che tutti i suoi convincimenti più profondi sono tarati sulle scelte della destra. La differenza tra Bersani o PadoaSchioppa e Tremonti è soltanto apparente e superficiale. Basta vedere le liberalizzazioni e la finanziaria del governo Prodi.
In queste condizioni, la destra ha stravinto e non le resta che continuare l'opera di demolizione della Costituzione. Questa opera sarà continuata con la collaborazione della Presidenza della Repubblica (che ha già accettato a tamburo battente il lodo Alfano) e con i parlamentare del PD.
Se il PD resterà intero o si frantumerà a questo punto non
è più una questione importante. Si era suicidato disancorandosi dalla tradizione del socialismo e del progressismo cattolico e scegliendo le misere opzioni di Rutelli di Fassino e di D'Alema. Veltroni è il demiurgo della dissoluzione. Non gli resta che consegnare le spoglie di ciò che fu il movimento progressista e democratico alla destra..
Temo che nel corso dei prossimi quattro mesi tutto sarà compiuto.
Pietro Ancona

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