domenica 31 agosto 2008

bruno trentin

Cara Liberazione,

sono dispiaciuto per i pesanti ingenerosi ed inaccettabili giudizi che sono stati espressi su Bruno Trentin. Sono stato dirigente della CGIL per molti anni segretario regionale in Sicilia. Ricordo di Bruno Trentin la sua dedizione ai lavoratori, il suo impegno di lotta alla mafia, la sua figura di cristallina autorità morale della CGIL. Era davvero ansioso di rendersi utile alla lotta contro la mafia a cominciare dal suo punto più lontano: il consociativismo politico e la degenerazione del sindacato e di qualche suo gruppo dirigente. A volte non capivo perchè fosse tanto rispettato dai lavoratori dal momento che il suo linguaggio era di difficile comprensione, il suo atteggiamento assai riservato da sembrare a volte altero. Ma i lavoratori sentivano la sua anima generosa ed appassionata. Mentre io ero segretario regionale della CGIL siciliana da socialista venne diverse volte a rafforzare a dare autorevolezza al mio operato anche in disaccordo con frange della sua stessa componente. Ma, a volte, non bisogna vivere diverse stagioni. E' meglio viverne soltanto una. La stagione di Trentin fu l'autunno caldo
ed il grande movimento di modernizzazione dei salari e dei contratti. Pochi ricordano la parola d'ordine: il salario variabile indipendente!! Con Carniti e Benvenuto segnò un bellissimo periodo della storia d'Italia, una storia di conquiste una dietro l'altro.
Non doveva in nessun modo diventare segretario generale della CGIL e stipulare gli accordi fondamentali che hanno immiserito nel tempo i lavoratori italiani. Abolizione della scala mobile ed accordi di concertazione. Un meccanismo diabolico di bombe ad orologeria innescate per demolire tutte le conquiste salariali e normative ottenute in Italia in quaranta anni di lotte. Quando le richieste di rinnovo contrattuale sono parametrate al tasso di inflazione "programmmato" la conseguenza che ne deriva è l'impoverimento reale della busta-paga. Salari e pensioni sono diventati poverissimi perchè così è stato stabilito nel 1993.
A questo punto il Sindacato è diventato una scimmia che pesa sulle spalle dei lavoratori.
Unico al mondo, il sindacato italiano non dà diritti alla gente ma ne toglie. Presto consegnerà anche il contratto di lavoro e trasformerà l'INPS e l'Inail in fondazioni semiprivate controllate dalla Confindustria.
Pietro Ancona
Segretario generale cgil sicilia in pensione

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