venerdì 9 maggio 2014
La CGIL nella mani del PD
La CGIL nelle mani del PD
Si è concluso il XVII Congresso della CGIL con la vittoria di Susanna Camusso e della sua linea subalterna al governo ed al padronato. I giornali dicono che ha perso consensi perchè è scesa all'ottanta per cento cedendo alle minoranze di Landini e di Cremaschi rispettivamente il 17 ed il 3 per cento.
Ma prendere l'ottanta per cento dei voti congressuali dopo i peggiori quattro anni della storia sociale italiana è qualcosa di straordinario. Addirittura di patologico. Non esiste nella realtà un consenso così vasto nella base degli iscritti alla CGIL. Questo consenso è ottenuto attraverso una sofisticata manipolazione che l'apparato della CGIL è riuscito a realizzare nei vari passaggi del macchinoso e complesso meccanismo congressuale.
Soltanto negli ultimi tre mesi a fronte dell'arroganza di Renzi e del suo governo non solo la CGIL ma anche la Cisl e l'UIL hanno dovuto reagire ed esprimere dissenso. Naturalmente sempre in maniera moderata senza ricorrere neppure come minaccia allo sciopero generale. Il governo in caso di necessità politica trova subito il sostegno di Napolitano. Il Capo dello Stato spinge i sindacati ad inginocchiarsi davanti la confindustria e rendersi malleabili alle spinte "riformatrici" che vengono dalla ideologia dell'europeismo di Draghi e Barroso.
Questo successo della Camusso è una umiliazione cocente per i lavoratori che assistono alla riconferma di una linea che li ha portato ad una grave perdita di valore e dignità sociale. Inoltre, nessuno degli accordi sottoscritti da CGIL CISL UIL ha mai avuto la ratifica di un referendum confermativo. I lavoratori hanno dovuto subire tutto ed inghiottire rospi sempre più indigesti. C’è un problema enorme riguardante il diritto delle Confederazioni di firmare accordi senza mai farli ratificare dai lavoratori interessati.
La CGIL si trova ora in una situazione particolarmente difficile. Dopo avere assecondata la discesa agli inferi dei lavoratori italiani si vede contestata dal governo capeggiato dal segretario del partito che controlla la totalità dei suoi dirigenti il quale nega il diritto sindacale alla trattativa ed alla concertazione e dichiara di volere fare da solo senza subire condizionamenti. Il governo Renzi si può definire confindustriale perchè accoglie nel suo seno rappresentanti del padronato come Guidi e Poletti.
Ora non solo la CGIL ma anche la Cisl e l'UIL sono costrette a protestare per il disconoscimento del loro ruolo. Non solo: Renzi attacca la CGIL della Camusso in modo frontale sulla questione del bilancio della organizzazione e dei distacchi sindacali. Insomma la mette in discussione non solo politicamente ma anche dal punto di vista organizzativo ed esistenziale.
In effetti la CGIL ha grossi problemi di democrazia interna,.Non credo che abbia problemi di trasparenza amministrativa perché l’organismo è sano ed ha una etica gestionale esemplare. Non è questo il problema della CGIL. Il problema vero della CGIL è il peso del vertice sulla base, un peso enorme, soffocante.
La formazione delle decisioni nella CGIL procede più dal vertice verso la base che viceversa. Una sorta di “centralismo democratico” la tiene ingessata e ne gerarchizza ll’organizzazione.
Il corpo della CGIL è fatto da funzionari iscritti al PD o graditi da questo. Questi funzionari sono la maggioranza dei dirigenti sindacali della CGIL,. Altri provengono dalle categorie e sono in distacco sindacale
La condizione di essere nello stesso tempo funzionario-dipendente e dirigente limita fortemente la libertà politica, Se un dirigente è costretto alle dimissioni non perde soltanto la carica ma anche il lavoro, il pane quotidiano. Per questo considero straordinario il tre per cento ottenuto da Cremaschi. Si tratta di autentici eroi coloro che hanno sfidato l’apparato e votato per l’eretico per eccellenza. Lo stesso non vale per il diciassette per cento di Landini perché ha dietro di se la forza e la protezione della Fiom ed anche perché non è detto che sia davvero intransigente opposizione alla Camusso. La Fiom di Landini sta alla CGIL come SEL sta al PD. La porta è sempre aperta alla collaborazione.
I funzionari della CGIL che hanno scelto l’opposizione alla Camusso rischiano grosso. Potranno essere oggetto di isolamento, di mobbing, financo di licenziamento. Segnalo a questo proposito la testimonianza di Adele Grisendi. Il suo libro “la Famiglia Rossa” racconta appunto della sua vita di dirigente funzionaria della CGIL in Emilia, del terribile mobbing subito, del potere dell’apparato capace di sbriciolare ogni resistenza.
Il Congresso si è chiuso in un inquietante scenario politico. Renzi non recupera la Camusso e si apre un periodo di stallo. Per i lavoratori italiani peggio di come vanno le cose non si potrebbe. La speranza è che il governo cada per altri motivi Per esempio per la vendetta dei senatori che si sono visti “rottamare” senza alcun rispetto. Oppure perché coloro che avevano puntato su Renzi si rendono conto che il giovanotto non regge, non ha i numeri. Tutto può accadere ma la CGIL è al margine del campo e può solo vedere quello che succede. E’ paralizzata al suo interno dal PD.
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