martedì 5 gennaio 2010

de nicola e napolitano

DE NICOLA E NAPOLITANO

Enrico De Nicola, napoletano, fu il Primo Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, napoletano, potrebbe esserne l'ultimo dal momento che siamo alla soglia di un periodo oscuro
gravido di incognite e c'è chi lavora per fare dell'Italia una sorta di principato, di marca feudale , di far west dei ricconi.
Le differenze tra i due Presidenti ci sono e sono rimarchevoli. De Nicola non usava la macchina di servizio e rinunziò allo stipendio allora di dodici milioni annui. Napolitano non rinunzia al conforto che il sistema assicura ai suoi oligarchi a cominciare dal numero uno. Il costo del Quirinale, nel quale De Nicola si rifiutò di abitare, è enorme. Un Palazzo che è come una Reggia per quantità di personale che vi lavora dal Segretario Generale agli stallieri delle tenute di Castelporziano e di San Rossore. Un lusso di pertinenze riservate e quasi ignote agli italiani che debbono solo pagarne le spese e lo sfarzo imperiale.
Richiamando l'opera di Enrico De Nicola Napolitano ne ha lodato la capacità di unire le forze politiche nella transizione verso la democrazia. Confrontandosi al suo illustre predecessore ha parlato
della necessità della coesione, sostantivo sul quale insiste da anni. Non c'è suo discorso in cui non si incontra il termine "coesione" almeno una volta. Mi sono chiesto perchè il Presidente parla di coesione e non di normale civile rapporto dialettico naturale nelle democrazie parlamentari. Ho cercato nel vocabolario ed ho trovato: "Dal latino cohaerere essere unito. Quella forza per cui le particelle della materia stanno unite le une alle altre.", Insomma le forze politiche dovrebbero stare avvinghiate naturalmente per il bene dell'Italia per le leopardiane "magnifiche sorti e progressive".
Bisogna ricordare che mentre De Nicola combinava la collaborazione di forze antifasciste unite da valori comuni espressi nella lotta di liberazione , rappresentate da persone della statura morale di De Gasperi, Nenni,Togliatti, oggi la coesione dovrebbe mettere insieme persone che difficilmente esprimono valori condivisibili come Berlusconi e Bossi. Il primo, a differenza di Togliatti che dal letto di un ospedale, lanciò un appello contro l'insurrezione causata dall'attentato di Antonio Pallante, è uscito dall'auto per mettersi in piedi e mostrare al suo pubblico la faccia insanguinata dalla statuina di Massimo Tartaglia subito attribuita all'odio comunista. Ne ha fatto stimmate come quelle di Padre Pio. Si dice che abbia già pronti maxmanifesti del "martirio" per la campagna elettorale naturalmente per invocare "amore" per se e "odio per i comunisti che poi sono tutti coloro che non sono d'accordo con lui. E' vero che Bossi ha trovato proseliti al suo razzismo in tanti amministratori del PD
ma difficilmente potrebbe essere accettato dal popolo del PD e meno che mai dalla sinistra italiana. La coesione su cui insiste Napolitano non sarebbe niente di più che la capitolazione dell'opposizione alla maggioranza. Ora, mentre la coesione "politica" potrebbe forse essere fattibile dentro i Palazzi, la coesione sociale mi pare impossibile se non al prezzo di stabilizzare la condizione servile alla quale è stato ridotto il lavoro italiano. Possono stare insieme e cooperare coloro che esportano trecento miliardi di euro sottratti ai salari dei lavoratori e questi che fanno la fame a mille euro al mese? In che modo aderirebbero alle molecole confindustriali le molecole dei cinque milioni di precari-ricattati a salario indecente, non sufficiente per la sopravvivenza? Come pensa Napolitano di assicurare la "coesione"
cioè la partecipazione al migliore destino dell'Italia da coloro per i quali lui stesso riconoscendone i bisogni non si arrischia a chiedere un miglioramento del loro stato di più della modesta elemosina dello sgravio fiscale?
Non so perchè Napolitano insista tanto sulla "coesione". Qualcuno sostiene che forse un accordo con Berlusconi eviterebbe un colpo di stato. Personalmente non ne sono convinto anche se starei molto più tranquillo se avessimo un esercito di leva e non la Spa di Ignazio La Russa. In ogni caso meglio affrontare e subire un colpo di stato cruento di uno silente che produce gli stessi effetti. Nessuno si illuda che si possa cambiare la seconda parte della Costituzione senza attaccarne la prima. I principi della prima parte non saranno garantiti dal modello di funzionamento della repubblica che la destra ma anche parte del PD hanno in testa. Bisognerebbe sostituire alla parola "coesione" la parola "capitolazione". Tutto sarebbe almeno più chiaro. Si sarà fatto un colpo di stato a larga partecipazione. Come si dice oggi: bipartisan.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

1 commento:

il presidente moderno ha detto...

Napolitano parla di coesione a tutti i costi, no pregiudiziali, larga intesa ecc.. Ma che discorsi sono?? Ma se uno non è d'accordo con la politica "evasiva" di Silvio? Ho ascoltato il suo discorso di fine anno e mi è sembrato come se stesse parlando al suo cane che non lo capisce e che non può rispondergli. In tale discorso Napolitano dice che l'Italia è in crisi, l'economia è in ginocchio, non ci sono più soldi, non c'è lavoro, sono ricominciati gli esodi di massa dal sud, i giovani sono demoralizzati perchè non vedono prospetive di futuro.. però è fiducioso!!! Ma da dove la prende questa fiducia, ce lo può spiegare? Il vostro presidente farebbe bene a rivedersi su you tube il discorso di fine anno fatto da Sandro Pertini nel 1983.. fa venire i brividi! Guardatelo e vi renderete conto di che vuol dire amare il proprio popolo.