mercoledì 11 giugno 2014
La profezia di Pinocchio
Con decreto governativo l'onestà sarà presto un reato punibile con la prigione. Si avvera così la profezia di Collodi raccontato nel capitolo 19 di Pinocchio che, nel paese di Acchiappacitrulli, denunzia al tribunale di essere stato derubato delle sue monete d'oro e per questo condannato a quattro mesi di carcere.
Dall'immortale libro di Collodi
Capi.19
Pinocchio dal Giudice
Preso allora dalla disperazione, tornò di corsa in città e andò difilato in tribunale, per denunziare al giudice i due malandrini, che lo avevano derubato.
Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla: un vecchio scimmione rispettabile per la [p. 117]sua grave età, per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d’oro, senza vetri, che era costretto a portare continuamente, a motivo d’una flussione d’occhi, che lo tormentava da parecchi anni.
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Pinocchio, alla presenza del giudice raccontò per filo e per segno l’iniqua frode.
Pinocchio, alla presenza del giudice, raccontò per filo e per segno l’iniqua frode, di cui era stato vittima; dette il nome, il cognome e i connotati dei malandrini, e finì chiedendo giustizia.
Il giudice lo ascoltò con molta benignità; prese vivissima parte al racconto: s’intenerì, si commosse: [p. 118]e quando il burattino non ebbe più nulla da dire, allungò la mano e suonò il campanello.
A quella scampanellata comparvero subito due can mastini vestiti da giandarmi.
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
— Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione. ―
Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco e voleva protestare: ma i giandarmi, a scanso di perditempi inutili, gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia.
E lì v’ebbe a rimanere quattro mesi: quattro lunghissimi mesi: e vi sarebbe rimasto anche di più, se non si fosse dato un caso fortunatissimo. Perchè bisogna sapere che il giovane Imperatore che regnava nella città di Acchiappacitrulli, avendo riportato una gran vittoria contro i suoi nemici, ordinò grandi feste pubbliche, luminarie, fuochi artificiali, corse di barberi e velocipedi, e in segno di maggiore esultanza, volle che fossero aperte le carceri e mandati fuori tutti i malandrini.
— Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch’io — disse Pinocchio al carceriere. [p. 119]
— Voi no, — rispose il carceriere — perchè voi non siete del bel numero....
— Domando scusa; — replicò Pinocchio — sono un malandrino anch’io.
Le avventure di Pinocchio-pag125.jpg
Gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia.
— In questo caso avete mille ragioni, — disse il carceriere; e levandosi il berretto rispettosamente e salutandolo, gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare.
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guardate:
https://www.youtube.com/watch?v=aYgmhO9QJFc
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