martedì 4 marzo 2014

La grande bellezza

Ho appena finito di vedere il film. Sono stato vinto dalla curiosità per l'evento. Sono stato suggestionato dalla sua storia, dal fatto che è stato appena premiato con un Oscar e che tutti i giornali ed i politici più importanti ne hanno parlato come di un successo per l'Italia, un incoraggiamento che ci viene dalla capacità di creare un prodotto che vince uno dei più ambiti riconoscimenti internazionali.

Mi era stato detto che è un film noioso. Non è vero. E' riuscito a catturarmi per le oltre due ore che è durato. C'era in me l'attesa di qualcosa che sarebbe successa e che avrebbe giustificato il tanto bene con cui si era parlato dell'opera di Sorrentino.Ma in effetti non è successo niente e la mia attesa è stata vana. Il personaggio Gambardella ha fatto di tutto per riuscirmi antipatico nonostante la buona volontà di farmi convincere che fosse davvero qualcuno che aveva qualcosa da dirmi. Mi ha comunicato il vuoto, un vuoto, una insignificanza senza alcun rimedio. Due personaggi del film Verdoni e la Ferilli che io amo qui non mi hanno comunicato assolutamente niente. Verdone non sembrava neppure lui truccato e crepuscolare. La Ferilli con gli ogni lucidi di lacrime che dice di spendere tutti i soldi per curarsi. Appaiono e scompaiono alla nostra vista senza quasi lasciare traccia. Isabella Ferrari sembra di venti anni dopo l'ultima fiction nella quale l'abbiamo vista.
Non è affatto vero che la Roma che il film descrive è quella della decadenza della borghesia italiana e dell'Italia. Il film descrive una Roma papalina dominata da due figure mostruose. Una ispirata a madre Teresa di Calcutta che rappresenta la Morte perchè di una grandissima vecchiaia e che viene mostrata mentre per infliggersi una delle terribili punizioni che i cattolici infliggono al corpo sale a ginocchioni una scala barocca che sembra non finire mai. L'altro è un cardinale che assomiglia molto al cardinale Ersilio Tonini recentemente scomparso che viene descritto intento a raccontare ricette all'alta società che si raccoglie attorno a lui. Uno che non ha nessun interesse per la gente.
La Roma che viene descritta è la Roma che vede l'alta borghesia dai suoi quartieri in cui c'è ancora tanto verde e tanta opulenza. Il marmo del barocco vi domina talmente che anche le statue etrusche sembrano barocche. E' la Roma delle Chiese ed anche i grandi palazzi della nobiltà delle principesse non sembrano diverse dalle Chiese.
Molte suggestioni del film sono felliniane. Altre citano financo Kubrick.
Il personaggio Gambardella è assolutamente inutile. Viene descritto da un Servillo che fuma come un dannato una sigaretta dietro l'altra. Un tizio che ha scritto da giovane un romanzo e che ora si diletta a fare il cinico ed a giudicare la cerchia dei suoi amici come facevano certi grandi filosofi della Roma Imperiale.
L'antropologia che popola il film non appartiene al mondo che io conosco. Io sono del tutto estraneo a queste persone che sembrano passare la vita da una festa all'altra, personaggi della notte.
Credo che sia difficile capire il film come messaggio. Non c'è nessun messaggio. I personaggi che animano il film non rappresentano nessuno. La decadenza dell'Italia di oggi non affiora da nessuna parte. La cosa che affiore è l'inutilità di tutta questa ge nte e del loro stile di vita.

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