domenica 20 febbraio 2011

Lo sciopero che non ci sarà

Lo sciopero che non ci sarà

Siamo al venti febbraio e lo sciopero generale richiesto a gran voce dalla Fiom sin dal 16 ottobre dell'anno scorso non è stato ancora proclamato e probabilmente non lo sarà mai.. Ammesso che oggi la CGIL decida di metterlo in calendario dovrebbe passare almeno due mesi di tempo per la sua preparazione e realizzazione. Si dovrebbe riunire il Comitato Direttivo e tra questa riunione e lo sciopero ci vorrà un lasso di tempo. Arriveremmo a maggio, oltre un anno dopo gli scioperi generali che si sono avuti in Europa, dalla Grecia alla Spagna alla Francia al Portogallo all'Irlanda alla stessa Inghilterra che ha avuto anche dure manifestazioni di protesta degli studenti contro l'aumento delle tasse universitarie che escludono dagli studi superiori la classe operaia e gran parte del ceto medio. Non siamo saliti sul carro della protesta contro la "crisi" che la stretta liberista ha
scatenato in tutto l'occidente allo scopo di realizzare la liquidazione del ceto medio attraverso la sua pauperizzazione, di cancellare la civiltà del welfare, di ridurre alla fame "la bestia" (così la Tatcher e Reagan chiamavano lo Stato) licenziando milioni di persone e di avviare una nuova società fatta da ricchi e ricchissimi da un lato in numero limitato in mezzo ad una popolazione impoverita. Tremonti e Sacconi si sono vantati in Europa di avere fatto una fondamentale "riforma" delle pensioni senza alcun dibattito parlamentare
e con l'assenso dei sindacati. Anche l'ondata delle manifestazioni che stanno investendo tutto il mondo arabo sembrano lasciare del tutto indifferente la CGIL che non se ne occupa. Eppure, alla base dei moti che hanno portato e stanno portando alla fine delle dittature c'è un enorme problema di salari ed anche di fame, un bisogno di pane e lavoro che si è unito alla richiesta di vivere con dignità e diritti di cittadini e non da sudditi.
Lo sciopero generale quindi risulterebbe anacronistico. Tutti i giochi si sono fatti alcuni con la collaborazione della Cisl e dell'Uil. La CGIL è sembrata frenata soltanto dalla esigenza di non perdere la faccia. Se non fosse stato per questo avrebbe aderito volentieri agli accordi stipulati dagli altri. Il sistema dei diritti sociali e sindacali dei lavoratori è stato gravemente indebolito da scelte governative e legislative che lo hanno pesantemente invalidato senza registrare niente di più di qualche flebile lamento. Mentre lo scontro si inaspriva nelle fabbriche ed il Parlamento varava il famigerato "collegato" lavoro, la CGIL
firmava il patto sociale per almeno quattro punti. Non ha firmato il quinto dedicato alla produttività e vi traccheggia attorno in attesa di spegnere l'ira dei metalmeccanici che con i decreti Marchionne di Pomigliano e di Mirafiori dovranno adattarsi, se vogliono portare a casa un pezzo di pane, alla vita della fabbrica italia, una fabbrica-caserma nella quale sono stati militarizzati. La Fiat non è del resto nuovo a queste parentesi fasciste nelle sue fabbriche. Magari si rammarica oggi di non potere applicare agli operai il Codice Militare di Guerra a suo tempo usato. La questione della scuola è stata chiusa con il licenziamento di 120 mila professori e maestri e la dequalificazione del servizio con classi superaffollate assistite da meno insegnanti e con meno materie. Anche la cosidetta riforma universitaria è stata congegnata per renderne più difficile l'accesso e per avviare gli atenei verso gestioni sempre più condizionate dai privati. Le assunzioni si fanno anche nella pubblica amministrazione in forma precaria. La legge Biagi che ha già spezzato le ali alle nuove generazioni che ne vengono schiavizzate e costrette a basse remunerazioni spesso quasi ridicole, è diventata la forma quasi esclusiva di assunzione. Il posto a tempo indeterminato è diventato una rarità tanto da indurre la televisione La7 ad organizzare una trasmissione in cui si avrà per premio un posto a tempo indeterminato. Hanno voglia Draghi e Ferrarotti a denunziare il precariato, a invitare (ferrarotti, monicelli) i giovani a ribellarsi alla legge Biagi. La signora Camusso fa finta di non sentire, il suo orecchio è sintonizzato sul PD che vuole il precariato perchè fa comodo alle Cooperative ed alle associazioni padronali che
vorrebbe conquistare e farsi appoggiare per sostituire il centro destra senza cambiarne le scelte politiche,.
La vicenda Fiat si è conclusa con la presa d'atto prima del Governo e poi del Parlamento della linea Marchionne che ha comunicato le intenzioni della multinazionale di trasferire il suo cervello da Torino a Detroit o New York lasciando in Italia, bontà e sentimentalismo
di uno che ha la residenza fiscale in Svizzera, il "cuore"...Il cuore sarebbe costituito da alcuni stabilimenti che con un fumus giuridico appartengono a Newco e che l'unica cosa certa è che sono stati trasformati in una sorta di penitenziari, di lavori forzati, per gente che deve sudare sangue per portare a casa 1200 euro. I rpogrammi Fiat per l'Italia sono coperti da un grande segreto che probabilmente nasconde il vuoto totale. L'unica cosa certa è che avremo almeno un anno di cassa integrazione. Poi si vedrà. Alla Jeep torinese fanno finta di crederci in tanti a cominciare dal sindaco Chiapparino, ma molti sono a ragione scettici e dubitano che si farà mai.... In quanto ai piani di riconversione di Termini Imerese che godono in un patrimonio di 450 milioni di euro di denaro pubblico il pessimismo è d'obbligo. Forse gli unici che ne ricaveranno davvero qualcosa sono gli investitori presentati dal Ministro Romano e dal Presidente Lombardo.
Tutte le vicende che sono state segnalate drammaticamente all'opinione pubblica dagli operai stiliti o autocarcerati come quelli dell'Asinara restano aperte ed insolute. Il governo osserva il principio liberista "lasseir faire, laissez passer", principio emulato dal PD e dai suoi nuovi giuslavoristi Ichino, Letta, Treu, Colannino e quindi coinvolgente la CGIL che si limita a dare una assistenza per i singoli casi giocando di rimessa e limitandosi a qualche modesta richiesta di carattere assistenzialistica.
Intanto il mondo del lavoro italiano è in piena rivoluzione padronale. Si stipulano soltanto accordi in deroga ed i ccnl di fatto sono stati stracciati. Oramai sono obsoleti. La "modernità", nuovo Molok dei neocon bipartisan italiani, esige per ora i contratti aziendali. Domani magari avremo soltanto il contrattino individuale preparato dall'ufficio risorse umane delle aziende che i singoli lavoratori potranno soltanto firmare. Tacere, obbedire e versare il sangue alla catena di montaggio o nei cantieri! I sindacati che si oppongono a questa svolta appoggiata dal novanta per cento del parlamento italiano non sono patriottici e saranno isolati senza alcuno scampo dall'establishment dei palazzi della politica, considerati quasi eversivi e vicini ai centri sociali che nel gergo della destra italiana significa "terroristi".
Il contesto politico in cui si sviluppa questa martellante offensiva contro la classe operaia italiana è quella di un Parlamento in crisi morale spaventosa con deputati che ogni giorno raggiungono la maggioranza di Berlusconi nonostante questo sia divenuto persona scandalosa in tutto il mondo per le sue frequentazioni con prostitute. Questo signore, seduto su una montagna di miliardi di euro guadagnati con il monopolio della pubblicità
ora attacca la Corte Costituzionale, la Magistratura e, tutte le volte che può, il Presidente della Repubblica. La corruzione del Parlamento serve a fare leggi di stravolgimento della Costituzione. La CGIL non si fa carico dei pericoli che incombono sulla libertà e neppure per questa gravissima ragione si decide a chiamare alla lotta.
Pietro Ancona

www.spazioamico.it


http://www.lanostratv.it/programmi-tv/la-7-offre-posti-di-lavoro-a-tempo-indeterminato-in-diretta-tv-e-giusto/
http://www.youtube.com/watch?v=GcR4yRAU9_I
http://www.cgil.it/DettaglioDocumento.aspx?ID=14898

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