sabato 15 novembre 2008

capitalismo e crisi

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Riflessione sul G20

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Il Presidente degli Usa, grande custode dell'ideologia, è preoccupato che la crisi mondiale provocata dai ladroni finanzieri suoi connazionali possa mettere in discussione il capitalismo e raccomanda a tutti di continuare a sostenerne le glorie e sopratutto di adorarlo senza mettergli "lacci e lacciuoli", senza regole, dal momento che le regole limiterebbero l'audacia degli avventurosi novelli capitani di ventura i managers alla guida di società che divorano poco prima di rovinarle e di distrugerne i fondi pensioni riducendo le azioni dei malcapitati a carta straccia.

Fosse per Bush lo Stato deve servire per mettere le risorse della collettività al servizio dei banditi che hanno fatto sparire trilioni di dollari e basta. Se un bambino muore a causa di un ascesso provocato da una carie che la famiglia non può curare non importa dal momento che la luce splendente e radiosa del "sistema" brilla sui popoli liberi e ne assicura le sorti progressive. Magari con l'aiuto di qualche opportuna guerra di sterminio dei poveracci che vengono bombardati perchè non collaborano abbastanza per la cattura dei "terroristi".

Tremonti che si picca di essere grande pensatore e grande ministro si è spinto su questa strada della preservazione della purezza del capitalismo nella sua versione liberista fino al punto di proclamare che la eventuale presenza di soldi dello Stato nelle banche non ne rivendicherà il possesso o la presenza nei consigli di amministrazione. Niente deve turbare la libera intrapresa di quanti hanno portato il mondo sull'orlo della rovina e provocato una recessione di cui ogni giorno ce ne descrivono i caratteri lugubri e devastanti.

La crisi è in fase di intensificazione. Con questa dichiarazione solenne resa al Parlamento il Ministro dell'Economia ritiene di coprire gli otto miliardi di tagli al sistema scolastico, i tagli alla sanità ed al sistema pensionistico magari per regalare cinque o sei miliardi di euro alla cordata degli "amici" capeggiata da Colaninno. Nello stesso tempo il Ministro Sacconi aiuta la criminalizzazione dei sindacati che non si piegano alle pretese della Confindustria di una totale libertà nel rapporto coi lavoratori che soltanto da sempre minori tutele possono avere la speranza di continuare a guadagnare un tozzo di pane. Si, proprio cosi, tozzo di pane perchè altrimenti non si può definire il salario erogato dalle aziende italiane, uno dei più miseri del mondo.

Il sistema massmediatico di tutto l'occidente si guarda bene dall'individuare le cause ed i responsabili della "crisi" cioè del Grande Furto. In atto è impegnato in una intensa campagna di terrore per convincere l'opione pubblica che non accettando le ricette proposte dalla Gelmini e da Tremonti abbiamo dietro l'angolo la crisi del 29 e il nostro degrado a okies come le famiglie che si muovevano negli States alla ricerca di lavoro e venivano accolti a fucilate quando i loro accampamenti non venivano bruciati come ama fare Borghezio in Italia con i poveri che cercano riparo sotto i ponti.

C'è un silenzio enorme sulle responsabilità della crisi e le batterie massmediatiche sono rivolte alla divulgazione ed al radicamento di due idee: c'è la recessione ed il capitalismo va conservato e difeso.

Ma è proprio vero che il capitalismo non c'entra con la crisi in atto? Quante automobili si debbono costruire e mettere in circolazione per evitare la crisi della General Motors? Con buona pace di Bush il capitalismo non è più in grado di assicurare stabilità e prosperità ed è giunto il momento di sostiturlo con un sistema diverso, magari socialista. Ma dove è il socialismo? Chi lo rappresenta? Come è che i socialisti francesi proprio in questo frangente si accingono a veltronizzarsi eleggendo a loro leader Segolene Rojal.... Ma questo è un altro discorso..

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