sabato 6 aprile 2013

Urge liberare la CGIL dalla Camusso

  • E' una esigenza di emergenza democratica liberare subito la CGIL di Susanna Camusso che si serve della potente ma paralizzata organizzazione dei lavoratori italiani per i suoi giochi di potere, le sue alleanze dentro il PD, dentro il quale usa la CGIL come merce di scambio da usare nella contrattazione "segreta" tra PD Governo Monti e Confindustria.
    Oggi apprendiamo dall'articolo del Fatto che unisco a questa nota che si è alleata con Renzi il dirigente politico finanziato da banchieri ed industriali che si candida a capo della coalizione pdl-pd. Renzi a proposito dell'art.18 esclamò: e chi se ne frega mostrando cinismo e crudeltà verso le zone di sofferenza del lavoro italiano.

    il Fatto 6.4.13
    Due strade nella Cgil: la Camusso guarda a Renzi
    E all’appello di Landini rispondono solo i 5Stelle
    di Salvatore Cannavò

    Nella burrasca politica post-elettorale può succedere che la Cgil di Susanna Camusso si riappacifichi con Matteo Renzi – definito ai tempi delle primarie un “problema” – mentre un’altra parte della Cgil, se non apre al Movimento Cinque Stelle, per lo meno si pone il problema del voto grillino. Dopo il torpore che ha colpito il sindacato nei giorni successivi alle elezioni, qualcosa ha cominciato a muoversi negli ultimi giorni. Cgil, Cisl e Uil manifesteranno in piazza Montecitorio, il prossimo 16 aprile, per chiedere il rifinanziamento della cassa integrazione. Poi i tre sindacati si troveranno ancora uniti per il 1 maggio che quest'anno si terrà a Perugia. Ma l'appuntamento clou potrebbe essere quello reso noto ieri da Maurizio Landini, segretario della Fiom, che ha indetto un manifestazione nazionale a Roma per il prossimo 18 maggio con l'obiettivo, ancora non ufficializzato, di “riconquistare” piazza San Giovanni. Crisi industriale, blocco dei licenziamenti, democrazia nei luoghi di lavoro sono i temi annuncia-ti ma, tenendosi in un sabato pomeriggio, la piazza assumerà un significato più ampio. Soprattutto, dopo l'asse reso visibile ieri, al convegno per ricordare Claudio Sabattini, tra la segretaria generale dello Spi, Carla Cantone e Maurizio Landini. “Dire che saremo solo presenti alla vostra manifestazione, mi sembra freddo” dice Cantone, “in realtà ci mescoleremo a voi”. La Cgil ha dei riti inossidabili e un impegno così importante preso a un convegno dedicato a un dirigente della Cgil che ai suoi tempi “fece fuori” dalla Fiom proprio Susanna Camusso, ha qualcosa di simbolico. Soprattutto se il segretario della Cgil non figura tra gli invitati. Ma al di là degli scontri interni al sindacato quella che sembra essere la nuova sinistra si è ritrovata d'accordo sull'analisi politica. “Se non vogliamo essere travolti – ha detto ancora Carla Cantone – dobbiamo puntare al cambiamento e al rinnovamento perché il voto parla anche a noi”. “Sarebbe una follia” se non avessimo l'atteggiamento giusto. Il sommovimento grillino deve far interrogare il sindacato, è il messaggio. E non a caso, nel corso del dibattito, il tema ricorrente sarà quello della democrazia, nei luoghi di lavoro e a tutti i livelli.
    Nel rapporto con Grillo, poi, si inserisce un altro elemento. La lettera inviata lo scorso 22 marzo da Maurizio Landini a tutti i gruppi parlamentari, per un incontro sui temi sociali, ha finora avuto una sola risposta: quella di Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del M5S. Niente da Pd, né da Sel né tanto meno da Pdl e Scelta Civica. E un incontro analogo potrebbe svolgersi, territorialmente, a Pomigliano. Altra simbologia.
    C'È PERÒ un altro abbraccio che fa discutere la Cgil, quello del 3 aprile scorso tra la stessa Camusso e Matteo Renzi in occasione del 120° anniversario della Camera del Lavoro di Firenze. “Perché festeggiare il 120° anniversario e non il 121°?” spiega sornione un dirigente della Cgil presente al convegno dove l'impatto del convegno fiorentino non è sfuggito a nessuno. La Cgil di Firenze ha avuto diversi scontri con Renzi ma ora sembra prevalere una certa collaborazione di fronte alla crisi. I contrasti avuti sui trasporti o sul Maggio fiorentino oggi sembrano soppiantati dalla necessità “di non perdere tempo” di fronte alle crisi aziendali. Ma i segnali di dialogo sono più ampi. Una parte del sindacato non vuole elezioni anticipate e se nei giorni immediatamente successivi alle elezioni Camusso dichiarava che “ci vuole un governo del cambiamento”, facendo proprio lo slogan di Bersani, nell'intervista rilasciata ieri al Sole 24 Ore di questa impostazione non c'è più traccia. Anzi, “rompendo un tabù”, come scrive il quotidiano confindustriale, la Cgil apre alla riduzione dell'Irap, storico cavallo di battaglia berlusconiano. Un atteggiamento speculare a quello che Renzi sta assumendo nel dibattito politico.

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