mercoledì 29 febbraio 2012

Il Partito Unico della Borghesia

Ieri sera a "l'Infedele" il professore Roberto Alimonti politilogo ha proposto che alle prossime elezioni politiche PDl,PD e Terzo Polo si presentino con unica lista elettorale. Ha motivato la proposto dicendo che in questo modo nessuno dei tre potrebbe avere il premio di maggioranza e quindi si manterrebbe un equilibrio tra le tre forze che garantirebbe "stabilità"al governo. Naturalmente il Prof.non si pone il problema della esistenza di altre forze politiche e della forzatura che una lista unica esercita sullo elettorato italiano. Insomma, siamo alla proposta del Partito Unico Elettorale, proposta che è la conseguenza diretta dell'appoggio che Pdl,PD e terzo polo danno al governo "tecnico" di Monti. Siamo già di molto oltre la democrazia, la Costituzione, la natura democratica dello Stato Italiano. Siamo all'unanimismo del partito unico della borghesia italiana. Coloro che hanno criticato la dittatura del proletariato ed il Partito Comunista unico gestore della società socialista praticamente ci stanno dicendo che bisogna andare al Partito Unico naturalmente riempito di contenuti opposti funzionali agli interessi delle banche e della borghesia.

martedì 28 febbraio 2012

gli Oscar

Gli Oscar

I famosi premi Oscar sono gestiti da quasi un secolo dalla industria cinematografica che non è diversa dal resto dell'industria americana e li usa con un occhio sempre rivolto al Dipartimento di Stato per assecondarne il giudizio.
Quest'anno il premio è andato a "The artist" un film di nostalgia rievocativo del bianco e nero e del muto e questa scelta riflette la difficoltà attuale degli USA a motivare ed entusiasmare con la loro politica apportatrice di dolore di morte e di lutti dovunque si applichi. Rifugiarsi nel passato per sfuggire al redde rationem del presente senza rinunziare a ribadire la propria ideologia liberista con l'assegnazione del premio a Meriln Streep la sua interpretazione di Margaret Tatcher che ricostruì violentando l'economia e le classi sociali l'Inghilterra ottocentesca descritta da Karl Marx al posto dl c ivilissimo stato sociale creato dai laburisti in un secolo di loro presenza nel governo o nella politica inglese.

Inoltre, l'Oscar assegnato al regista iraniano per strumentalizzare la sua bella e significativa opera contro il suo Paese che gli USA ed Israele vorrebbero distruggere e tengono in stretto regime di assedio. Un episodio di propaganda politica alla vigilia di eventi tragici e mentre la Siria brucia per l'aggressione armata di migliaia di contractors armati da coloro che a Hoolivood si atteggiano ad amanti della pace e della libertà.
Eppure, il cinema americano è stato capace di grandi denunce contro la guerra, le multinazionali, il razzismo. Ma è come se questa vena si fosse esaurita o, se esiste, non viene portata a nostra conoscenza, viene censurata o semplicemente boicottata dalla catena della distribuzione.
Pietro Ancona

domenica 26 febbraio 2012

fallimento della democrazia americana

Fallimento della democrazia americana.

I disordini esplosi a Kabul ed in tutto l'Afghanistan provocati dalla scoperta di libri del Corano dati alle fiamme in una caserma americana sono stati e continuano ad essere duramente repressi dal governo fantoccio di Karzai, governo che si regge sull'appoggio militare della Nato e che cadrebbe rovinosamente entro poche ore se ne fosse privato. Ci sono stati un paio di morti e dei feriti tra gli americani che hanno dovuto chiudere l'ambasciata. La Clinton si è mostrata infastidita dei disordini e chiede a Karzai che ha già ucciso una quarantina di persone durante le repressioni di fare di più e di assicurare "l'ordine". A undici anni di distanza dall'invasione della Nato, dopo miliardi di dollari spesi dagli USA e dalla Nato, l'Afghanistan continua ad essere occupato ma indomito. Non c'è luogo della terra invaso dagli americani e dalla loro "cultura" in cui ritorni la pace e ci sia una qualche armonia con le popolazioni locali. Questo per il motivo semplice che alla base dell'espansionismo USA ci sono interessi sporchi legati al petrolio ed ai tanti traffici che le multinazionali e gli affaristi americani praticano. Non ci sono valori che peraltro il colonialismo non può esprimere. Basti pensare al ruolo degli stabilimenti Halliburton dell'ex vice presidente Chelcey ed alle centinaia di migliaia di contractors c he come cavallette hanno invaso l'Iraq e l'Afghanistan comportandosi da crudeli e spietati padroni.
Ci hanno indotti a credere che la lotta al terrorismo e l'esportazione della democrazia erano i fondamenti motivazionali delle invasioni. In effetti i sistemi "democratici" che si sono creati a Kabul ed a Bagdad sono una bruttissima copia di quelli occidentali (peraltro in crisi) ed il potere si regge su cricche locali spesso criminali. Non c'è una sola cosa buona ed utile che resti in un decennio di disastri, di devastazioni, di omicidi, di bombardamenti indiscriminati. Solo terrore ed odio profondo, inestinguibile, verso gli USA e l'Occidente.
Ma gli eserciti USA pongono un grosso problema di democrazia al mondo intero essendo la loro cultura suprematista, machista, fascista. Le classi dirigenti di questi eserciti provengono dai ceti ricchi e benestanti mentre la stragrande maggioranza dei soldati viene arruolata nelle regioni povere degli USA e spesso la motivazione all'arruolamento è quella di trovare un qualcosa per sfuggire alla disoccupazione. Lo stesso avviene in tutto l'Occidente. Basti vedere l'origine geografica dei morti italiani in Afghanistan in gran parte meridionali. Il potere conquistato dalle forze armate USA è davvero strabordante. Oramai si fanno le guerre soltanto per tenere occupati eserciti ed industrie di armamento che le alte gerarchie dei generali non vogliono smobilitare. Dentro l'universo dei militari vige un "codice d'onore" basato sull'omertà e sulla sottomissione. I soldati vengono condizionati ad uccidere "nemici" ed una popolazione che non avevano mai visto prima. Per potere adempiere a questo non basta la durissima disciplina, le droghe,l'idea che chi si uccide è un essere inferiore. Bisogna anche odiarne la cultura, la religione ed è per questo che si bruciano i corani.
Un dr.Stranamore è sempre possibile. E' possibile che il potere del Congresso USA venga prevaricato da quello del Pentagono e del complesso industriale militare. L'onnipotenza di un sistema militare che chiude in una rete tutto il mondo è tale da renderlo autoreferenziale ed un pericolo per gli USA ed il mondo. Possiamo parlare di un fallimento della democrazia americana ed un suo tralignamento nel militarismo dei generali.
Oramai è chiaro che le guerre USA non servono per dare ai paesi che vengono occupati un nuovo ordine, una nuova cultura, un nuovo sistema di valori ma servono soltanto a sfasciarli a ridurli lande desolate ed impestate di uranio. La civiltà dell'Irak, della Libia, dell'Afghanistan di oggi è certamente inferiore a quella della Libia di Gheddafi, di Sadam Hussein, financo degli stessi talebani. Ma forse questo non interessa agli USA. Interessa soltanto avere distrutto la loro prosperità e la loro autonomia, di averli ridotti soltanto a luoghi geografici magari con forti minutissime basi militari enclavi di un territorio ostile ed impoverito.
Pietro Ancona

sabato 25 febbraio 2012

il portiere di notte

Vedevo oggi in TV una ennesima comparsata del nostro gallinaceo presidente
del Consiglio accolto con una strepitosa ovazione nell'Aula Magna della
Università Bocconi da un pubblico di colleghi. Mi chiedevo se avrebbe eguale
accoglienza dalle famiglie degli ottocento licenziati dalle Ferrovie o nei
quartieri popolari del Mezzogiorno e delle città del Nord dove è tornata la
Fame come nel dopoguerra di mezzo secolo fa! Ma il lavoro dei massmedia è
penetrante non dà tregua è ossessivo. Tutti i giornalisti d'Italia sono in
ginocchio davanti il Grande Salvatore! La percezione del pubblico è di
affidamento e questo purtroppo deriva dal ventennio di sfascio morale ed
istituzionale che Berlusconi rappresentava. Eppure io sono convinto che
Monti e Napolitano hanno già condotto l'Italia in una pagina diversa della
sua storia, una pagina brutta, terribile per le sofferenze sociali,
l'acuirsi della tirannia dello Stato Fiscale, la perdita per ognuno di noi
delle piccole cose che aveva conquistato negli anni della civiltà. Credo che
molti italiani soffrano di una sorta di sindrome di Stoccolma la sindrome
che riconosce nel Portiere di Notte della Cavani il proprio aguzzino ma
nello stesso tempo si è soggiogati dal male che ci ha fatto e che ci fa e
dai chiodi che martella nel nostro destino. Il nostro senso di sgomento e di
impotenza è accresciuto dal carattere e dalla natura internazionale dei
programmi che ci vengono imposti. Appena Monti o Napolitano hanno una
piccola difficoltà a realizzare il "compito" che avevano avuto assegnato
interviene o l'Ocse o la BCE a dargli man forte, a schiacciare con la loro
autorità ed il loro potere ogni resistenza. Lo schema sul quale la destra si
sta giocando tutta la partita del lavoro è basato sull'uso spregiudicato
della tristissima condizione del giovani che viene attribuita alle tutele di
cui godono le generazioni operaie dell'art.18. Si trascura di dire che il
precariato e le sofferenze dei giovani sono frutto della legge Biagi che
consente 46 modi di legalizzazione della illegalità nel rapporto di lavoro.
Si insiste nel portare avanti le privatizzazioni che sono fonte non solo di
nuova precarietà ma di aumento dei costi della esistenza per le famiglie
come abbiamo tutti constatato nei tre settori fondamentali della energia,
delle ferrovie e delle poste. Ma la menzogna ideologica e sociale della
destra prima berlusconiana ed ora montiana viene suffragata da molti
esponenti di quello che fu il PCI e che oggi sono in gara con il PDL per
conquistare l'elettorato di destra. La menzogna è largamente praticata dal
governo Monti che spaccia per recupero dell'ICI dalla Chiesa una misura che
esonera tutte le scuole cattoliche. La scuola privata è diventata un tabù e
se poi è anche cattolica assolutamente intoccabile da chicchesia!
Altro toccasana della predicazione liberista sono le privatizzazioni. Le
privatizzazioni aiutano ad uscire dalla crisi. Ma l'esperienza che abbiamo
fatto nei campi fondamentali dell'energia, delle poste, delle ferrovie non è
positiva: sono aumentate le tariffe per i consumatori e le famiglie e la
ricchezza prodotta non viene in alcun modo socializzata ma trattenuta dai
privati e reinvestita spesso in speculazione mentre il capitale sociale
viene lasciato deperire ed i servizi diventano sempre più fatiscenti o
cambiano natura come è avvenuto con lo scandalo dei treni di lusso di
Montezemolo che convivono con quelli pieni di zecche e vecchissimi dei
pendolari. Si parla di ripresa ma questa non verrà mai senza realizzare
investimenti industriali. L'Italia non ha più l'apparato industriale che ne
faceva la quarta potenza del mondo. La Fiat oggi ha preannunziato la
chiusura di due stabilimenti su cinque e credo che lo farà perchè ha
delocalizzato negli USA e non ha più interesse a spolpare l'Italia che
considera un limone già spremuto. Credo che nella divisione internazionale
del lavoro che è stata decisa dalla cabina di comando del capitalismo
mondiale l'Italia ha avuto assegnato il ruolo che il Sud ha avuto finora.
Tutta l'Italia diventa Sud d'Europa. Finora abbiamo avuto una perdità di
sovranità limitata alle questioni militari e politiche. Ora questa perdita
si estende a tutta l'economia. Non sarà la perdita dell'art.18 a farcela
recuperare. Nel nostro futuro c'è il nostro passato di fame rappresentato da
Pulcinella che si riempie le tasche di spaghetti. La nostra unica speranza
sta in un percorso periglioso e difficilissimo: dovremmo sganciarci
dall'Europa e dall'Euro ed inventarci un diverso sistema di rapporti
internazionali. Per fare questo abbiamo bisogno di una classe dirigente
rivoluzionaria e capace di incendiare o di tenere a basa quella che Mao
chiamava la tigre di carta.

Pietro Ancona

venerdì 24 febbraio 2012

I cento giorni del nostro Eroe

Pietro Ancona
Cento Giorni del Nostro Grande Eroe
Non se ne può più! Tutto il giorno ossessionati da tutte le tv per i 100 giorni del governo Monti! Gli aggettivi dei pennivendoli che sbavano per adularlo da tutti gli schermi meritano una particolare ricerca. Sono curiosi. L'ultimo è "sobrio"! Monti sarebbe sobrio! I cento giorni di questo signore hanno caricato gli italiani di tasse per almeno tre mila euro l'anno. Una cosa è fare pagare tremila euro a chi ha cento mila euro di reddito annuale ben altra cosa è sottrarla a chi guadagna 15 mila euro l'anno. Molti saranno costretti a vendersi la casa. Inoltre c'è una pressione mediatica spaventosa sull'art.18. Napolitano e Monti non trovano nulla da dire a Marchionne che disattende una sentenza nella Corte di Appello e dichiara di non volere gli operai in fabbrica! In un clima di giubilazione parossistica del professore ci avviamo a tornare all'Italia di Pinocchio, l'Italia che fece quindici milioni di emigranti scappati per fame. Ma in compenso abbiamo gli stipendi dei manager pubblici più alti del mondo. Quello del Capo della Polizia è strepitoso!! Il più alto di tutti!! Dei lavoratori stiliti costretti a scendere dalla Torre di Milano scacciati dal gelo e dalla stanchezza non interessa proprio a nessuno dell'Italietta che batte le mani al professore ed alla sua squadra di ricchi borghesi di famiglia "bene".

L'Europa di Draghi: 500 milioni di infelici disperati

Pietro Ancona
Draghi ha tolto la maschera del tecnico per indossare quello del Profeta Ideologo che con molta brutalità invita l'Europa a ridurre drasticamente il suo tenore di vita e la sua civiltà. Rende pubblico il Manifesto che la Grande Cupola Mafiosa dello Occidente ha giurato a Bilderberg: distruzione del ceto medio europeo, distruzione del welfare. Tutti omologati agli americani che per un quinto sono ... costretti a dormire sotto i ponti o nelle cloache in mezzo a ratti spaventosi. Tutti i lavoratori privati di diritti. Al posto di una civile popolazione una piccola minoranza di miliardari che non pagano le tasse come in USA e centinaia di milioni di precari infelici angosciati di come sbarcare il lunario. Decadenza di tutte le strutture pubbliche perchè si riducono i finanziamenti allo Stato (scuole, ospedali, strade, ponti, acquedotti), riduzione al minimo dei servizi (in USA se scoppia un incendio non sono in grado di fermarlo per mancanza di un servizio di vigili del fuoco adeguato). Che ce ne facciamo di un Europa che per diventare così ha tolto la sovranità a moltissimi Stati? Noi italiani siamo vincolati ad eseguire il "compito" che Draghi ci ha assegnato ? Perchè non recuperiamo la nostra libertà prima che sia troppo tardi?
http://www.ilpost.it/2012/02/23/lintervista-di-draghi-al-wall-street-journal/Visualizza altro

L'Europa di Draghi: 500 milioni di infelici disperati

Pietro Ancona
Draghi ha tolto la maschera del tecnico per indossare quello del Profeta Ideologo che con molta brutalità invita l'Europa a ridurre drasticamente il suo tenore di vita e la sua civiltà. Rende pubblico il Manifesto che la Grande Cupola Mafiosa dello Occidente ha giurato a Bilderberg: distruzione del ceto medio europeo, distruzione del welfare. Tutti omologati agli americani che per un quinto sono ... costretti a dormire sotto i ponti o nelle cloache in mezzo a ratti spaventosi. Tutti i lavoratori privati di diritti. Al posto di una civile popolazione una piccola minoranza di miliardari che non pagano le tasse come in USA e centinaia di milioni di precari infelici angosciati di come sbarcare il lunario. Decadenza di tutte le strutture pubbliche perchè si riducono i finanziamenti allo Stato (scuole, ospedali, strade, ponti, acquedotti), riduzione al minimo dei servizi (in USA se scoppia un incendio non sono in grado di fermarlo per mancanza di un servizio di vigili del fuoco adeguato). Che ce ne facciamo di un Europa che per diventare così ha tolto la sovranità a moltissimi Stati? Noi italiani siamo vincolati ad eseguire il "compito" che Draghi ci ha assegnato ? Perchè non recuperiamo la nostra libertà prima che sia troppo tardi?
http://www.ilpost.it/2012/02/23/lintervista-di-draghi-al-wall-street-journal/Visualizza altro

giovedì 23 febbraio 2012

"profilo basso" per i due marò

Dopo gli strilli di aquila del governo e della stampa italiana dei primi giorni ora la parola d'ordine è "profilo basso. Lo scopo è riportare a casa i due marò che si dice scortavano la "petroliera". Due pescatori indiani sono stati uccisi nelle acque intestanti lo Stato del Kerala, uno stato comunista poco più grande della Sicilia da quasi sessanta anni governato dai comunisti e dai socialisti che si è dato un'organizzazione capace di garantire una vita decente a 35 milioni di indiani sette volte quanto la popolazione siciliana. Lo sprezzante atteggiamento colonialista continua nonostante il cambio di strategia. Il fatto che sia uno Stato comunista a trattenere i due militari italiani fa ribollire di rabbia l'amerikano-israeliano Terzi. M i domando perchè è stata negata l'ispezione della petroliera. E' davvero una petroliera?

E' morto Ben Bella Padre della Algeria moderna

E' morto Ben Bella!
E' morto ben Bella il padre della Algeria moderna post coloniale, eroico combattente della Rivoluzione. Fu inprigionato dai francesi e torturato ma la liberazione dell'algeria dalla feroce dominazione francese divenne inarrestabile. Evento immortalato dal bellissimo film di Gillo Pontecorvo "la battaglia di Algeri.
Fu capo dell'ala radicale e genuinamente socialista della nuova Algeria.
L'Algeria è stata finora risparmiata dalla vendetta dell'Occidente avverso i movimenti di liberazione africana. Se così non fosse stato sarebbe stato ucciso come Gheddafi e come Lumumba. Ricordiamolo come un Grande Statista liberatore del suo popolo ed apportatore di libertà ed eguaglianza per tutti i popoli della terra.
Pietro Ancona
http://it.wikipedia.org/wiki/Ahmed_Ben_Bella

mercoledì 22 febbraio 2012

Una svolta nella Magistratura nel dopo Berlusconi

Una svolta nella Magistratura nel dopo Berlusconi?

Due sentenze durissime una di carattere penale l'altra finanziaria fanno riflettere sulle novità (se sono tali) della Magistratura Italiana. Due ragazzi sono stati condannati a quattro e cinque anni di reclusione per la loro partecipazione alla manifestazione del 15 ottobre scorso a Piazza San Giovanni. Non ci sono danni fisici agli agenti che fronteggiavano il corteo, non ci sono prove di danneggiamenti ai negozi o agli automezzi della polizia. Ci sono persone che hanno testimoniato la loro estraneità ai fatti eppure sono stati condannati con il rito direttissimo a pene durissime.
In altra sentenza un giornalista è stato condannato a pagare 7 milioni di euro alla Fiat in concorso con la Rai per avere danneggiato l'immagine di una autovettura Fiat confrontandola ad altre di marchio diverso. Per un giornalista si tratta di una cifra folle che non sarà mai in grado di potere pagare. Una cosa che ha rovinato la sua vita e quella della sua famiglia. Ammesso e non concesso che la Fiat abbia ragione non c'è proporzione tra il "delitto di opinione" commesso in ogni caso in perfetta buona fede. Non c'è alcuna accusa verso Formigli che abbia scientemente voluto mettere in cattiva luce l'autovettura di Marchionne. L'entità mostruosa del risarcimento concesso ha oggettivamente una altissima componente intimidatoria che scoraggerà chiunque vorrà mettere in discussione prodotti o politiche delle multinazionali.

Questi due episodi mi hanno indotto ad una riflessione sul dopo Berlusconi nel nostro Paese, sui rapporti politica-magistratura che, dopo essere stati tesissimi per molti anni, si potrebbero ricomporre in un equilibrio magari benedetto da Napolitano, in cui la Magistratura si schiera ed asseconda la pace sociale voluta dal governor Monti per portare per la cavezza l'Italia a bere senza ribellarsi e fino in fondo l'amarissimo calice offerto dall'Europa per uscire dalla crisi.
Anche gli ordini di cattura emessi dalla procura di Torino contro diecine di esponenti del movimento No Tav si iscrivono in una linea di indurimento della reazione del Governo verso quanti contestano scelte che si ritengono deleterie per la comunità? Nel conflitto tra i No Tav ed il Governo quanto pesa la volontà di fare presto senza tenere in nessun conto il "localismo protestatario" è per soddisfare esigenze sovrannazionali ed impegni italiani verso l'estero?
La gestione dell'ordine pubblico per i movimenti dei forconi, dei pastori, dei pescatori, degli artigiani finora non ha registrato momenti di rottura. Ma la reazione della destra dopo le contestazioni a Napolitano in Sardegna non mi è sembrata di buon auspicio per il futuro.
Il governo non intende trattare con nessuno. La Fornero si spinge fino a dire che anche senza accordo dei partiti abolirà l'articolo 18 e peggiorerà la CIG.
E' possibile pensare che la fase della grande ristrutturazione liberista dei rapporti sociali fatta con arroganza e "cattiveria" e senza tenere in conto i bisogni dei lavoratori e della popolazione si realizzerà con un rapporto diverso tra Magistratura e Governo, magistratura e parlamento e che la Magistratura sarà della partita con una nuova inedita linea generale? Un capitolo del tutto nuovo dopo il ventennio tempestoso delle liti con Berlusconi in cui il rapporto si costruisce con uno spostamento a destra della magistratura italiana che si schiera a sostegno dei "compiti" che la BCE ha assegnato all'Italia. Lo vedremo dalle sentenze che avremo durante il governo Monti.
Pietro Ancona


http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_febbraio_22/scontri-15-ottobre-condanne-dure-1903402730824.shtml


http://www.omniauto.it/magazine/18852/fiat-vs-annozero-formigli-si-difende

Una intervista al più importante economista tedesco

La Germania è in trappola



Inviato: Gio Feb 23, 2012 12:38 am Oggetto: La Germania è in trappola



Un'altra lunga e appassionante intervista all'economista tedesco piu' ascoltato, Hans Werner Sinn, che alla FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) dice: la Germania è sotto ricatto e l'unione di trasferimento è già iniziata.
Per l'economista Hans Werner Sinn il treno verso l'unione di trasferimento è già partito. “I pacchetti di salvataggio si esauriranno presto” dice in un'intervista alla FAZ. L'effetto finale sarà la condivisione della responsabilità sui 3.500 miliardi di Euro di debito del sud Europa.

FAZ: Professore Sinn, Atene riceverà presto un ulteriore pacchetto di aiuti da 130 miliardi di Euro. Lei crede che questo sarà l'ultimo pagamento?

SINN: No, questo basterà solo per un breve periodo di tempo. E' solo un ulteriore aiuto ai possessori di titoli, che in questo modo potranno liberarsi di una parte delle obbligazioni greche. Se avessimo voluto veramente essere utili ai greci, avremmo dovuto dargli questo denaro come aiuto per l'uscita dall'Euro. Non hanno nessuna possibilità di tornare competitivi nella zona Euro. Devono abbassare del 31% i loro prezzi, solo per poter raggiungere il livello turco.

FAZ: La Grecia dovrebbe abbandonare l'unione monetaria nel proprio interesse?

SINN: Sì, perché se pretendiamo che la Grecia possa tornare competitiva attraverso un piano di risparmi, il paese andrà verso il Kaos. I politici europei potranno ripetere per decine di volte che le cose andranno diversamente ma certe cose da un punto di vista economico non sono possibili.

FAZ: 31 %? Che cosa hanno raggiunto allora i greci nei 2 anni precedenti con i loro sforzi di risparmio?

SINN: Niente. Questo è il grosso problema, non solo in Grecia. Prima della crisi i prezzi nei paesi periferici e in Italia erano esplosi grazie al credito a buon mercato, portato dalla moneta unica. Il rialzo dei salari è stato finanziato con il credito, e il deficit delle partite correnti è cresciuto. Il denaro per finanziare le importazioni è stato preso a prestito all'estero. La cosa ha funzionato fino a quando la crisi americana non è arrivata in Europa. I prezzi di oggi sono ancora i prezzi del momento in cui la bolla speculativa è scoppiata. Non si tratta di prezzi di equilibrio ma di prezzi che devono scendere. Avremmo bisogno in condizioni normali di un adattamento dei tassi di cambio. Ma questo non è possibile nell'Euro. Si dovrebbe fare allora lo stesso attraverso un abbassamento dei prezzi in rapporto ai paesi piu' competitivi nell'unione monetaria.

FAZ: Da due anni sentiamo quanto difficili siano le misure di risparmio. Di fatto non c'è stata una svalutazione interna?

SINN: No, nonostante fosse necessaria una riduzione a 2 cifre, il livello dei prezzi spagnoli durante la crisi è diminuito di appena l'1% rispetto ai paesi piu' competitivi. Italia e Portogallo sono diventate addirittura ancora piu' costose durante la crisi, di quanto non fossero prima. La persistenza di prezzi sbagliati è il problema principale dell'Eurozona. Per questa ragione potrebbe arrivare alla sua rottura. Il problema dei debiti al confronto sparisce. I paesi del sud Europa non si sono avvicinati in nessun modo alla soluzione dei loro problemi. Dovrebbero prendere l'Irlanda come un esempio. L'Irlanda, negli ultimi 5 anni ha ridotto i propri prezzi del 16%, in rapporto ai partner europei.

Il paese aveva un disavanzo delle partite correnti di quasi il 4% del PIL, ora ha addirittura un avanzo. Per questo i mercati gli danno nuovamente fiducia. Affinché la Grecia possa raggiungere il successo irlandese, dovrebbe svalutare internamente di almeno il 50%, perché le partite correnti greche erano in negativo per il triplo di quelle irlandesi. In questo modo diventa troppo pesante. In Grecia non riusciranno mai a raggiungere questo obiettivo, hanno dei sindacati ancora molto forti. In Grecia manca una lobby delle esportazioni che potrebbe pretendere ed ottenere una svalutazione per tornare competitivi. Al contrario hanno solamente una lobby delle importazioni, che contrasta una svalutazione reale, perché in questo modo i suoi affari sarebbero rovinati.

FAZ: I paesi del sud Europa non si sono ancora avvicinati alla soluzione dei loro problemi. Che cosa succederebbe se venisse reintrodotta nuovamente la Drachma?

SINN: Assisteremmo ad una corsa gli sportelli. La banche sarebbero insolventi e avrebbero bisogno di sostegno. Per questo sarebbe molto meglio utilizzare i 130 miliardi per sostenere il passaggio alla Drachma.

FAZ. Di quanto tempo avrebbe bisogno il paese per tornare a camminare sulle proprie gambe?

SINN: In Argentina ci sono voluti 2 anni, prima che il paese tornasse a camminare sulle proprie gambe.

FAZ: Anche gli abitanti inizierebbero a scappare o a emigrare, oppure?

SINN: Questo è un grosso problema, ma l'emigrazione dal paese sarebbe molto piu' grande se il paese rimanesse senza trasferimenti nella zona Euro. Ci sono solo 3 possibilità: continuiamo a finanziare le partite correnti in negativo del 10% con crediti, che presto si trasformerebbero in regali. Secondo: la Grecia esce dall'Euro e svaluta. Terzo: la Grecia all'interno dell'Euro diventa molto piu' economica. Ma la terza strada porta i sindacati sulle barricate. Porterebbe a fallimenti di massa nell'economia reale, poiché i debiti delle aziende con le banche rimarrebbero immutati, mentre il valore degli investimenti e degli immobili crollerebbe ancora. Le aziende diverrebbero poi sovraindebitate.

FAZ: Quali vantaggi avrebbe per il paese il ritorno alla Drachma?

SINN: Con l'uscita e la svalutazione i debiti verso le banche sarebbero svalutati automaticamente. In questo modo i bilanci delle aziende sarebbero salvi. Questo è un grosso vantaggio. I debiti esteri rimarrebbero e crescerebbero in rapporto al PIL misurato con la nuova moneta svalutata. Ma sarebbe successo lo stesso con una svalutazione interna. Con l'uscita si può tuttavia usare la Lex Monetae e convertire i debiti esteri in Drachme. Questo è un ulteriore vantaggio.

FAZ: I debiti sono già stati ridotti con il taglio del debito...

SINN: Con l'uscita il problema si risolve in maniera molto piu' elegante. Il debito viene emesso e gestito secondo le leggi greche. La Grecia potrebbe convertire facilmente attraverso delle leggi i debiti in Drachme.

FAZ: Oltre ai debitori privati, lei ritiene che anche i debitori pubblici dovrebbero rinunciare a una parte considerevole dei loro crediti?

SINN: Alla BCE è proibito adottare i debiti degli stati. Ma cosa dovrebbe fare se la Grecia è fallita? In ogni caso la rinuncia sarebbe molto piu' piccola, se la Grecia uscisse dall'unione monetaria, perché solo un'uscita e una svalutazione potrebbero mettere il paese nelle condizioni di ottenere nuovamente degli attivi nelle partite correnti, e in questo modo di ridurre il debito estero. Anche per i creditori sarebbe molto piu' vantaggiosa un'uscita del paese dalla moneta unica. Di fatto il calcolo che viene fatto è diverso: si aspettano che il contribuente tedesco si accolli una grossa parte dei costi necessari a mantenere la Grecia nell'Euro. Questo è un calcolo molto scorretto fatto sulle spalle della popolazione greca.

FAZ: La volontà politica di uscita della Grecia è cresciuta?

SINN: La Grecia uscirebbe immediatamente, se non avesse più nessun accesso alla stampa di denaro della BCE e ai pacchetti di salvataggio dei paesi europei. L'unico motivo per cui i greci rimangono nell'Euro, è la speranza di poter trattenere per sé un po' del denaro che sta affluendo per rimborsare i creditori.

FAZ: Quanto è grande il rischio di contagio per il Portogallo e gli altri paesi?

SINN: Questo è presente. Ma viene strumentalizzato dai creditori di Wall Street, Londra e Parigi. Ci dicono: se non salvate la Grecia, il mondo rischia di crollare. In verità la sola cosa che rischia di crollare è il loro portafoglio titoli, non il mondo. Se sappiamo questo, non dobbiamo avere così tanta paura. Personalmente credo che il mercato dei capitali sappia distinguere molto bene fra i diversi paesi. Così io escludo un contagio per l'Irlanda, perché i mercati vedono, che il paese ha nuovamente una bilancia delle partite correnti attiva.

FAZ: Lei vede dei progressi in Italia e Spagna?

SINN: Onestamente no. Né per quanto riguarda i deficit né per quanto riguarda i prezzi. Per ora si parla solo di intenzioni, fino ad ora solo l'Irlanda ha agito.

FAZ. Il governo federale assicura, la garanzia tedesca per i paesi in crisi sarebbe di 211 miliardi di Euro.

SINN: Manca qualcosa da questa cifra. Primo, si tratta di 253 miliardi, perché con lettere piccole c'è scritto che possono diventare un 20% in piu'. Inoltre, l'acquisto di titoli pubblici, i crediti esorbitanti verso la BCE e il denaro messo a disposizione tramite l'UE e la BCE non sono calcolati. In questo momento garantiamo per circa 643 miliardi. A questi devono essere aggiunti gli interessi per i crediti concessi.

FAZ: Fino ad ora il salvataggio non ci è costato nulla, si sente dire spesso.

SINN: Già ora abbiamo delle perdite. E poi stiamo accettando il rischio che ha ogni prezzo espresso dal mercato. Ci si può assicurare contro il fallimento di un paese. E questo costa una certa quantità di denaro. Ma questa assicurazione la sta offrendo la Germania. Il conto è però sbagliato. Nei prezzi di mercato bisognerebbe calcolare anche il costo dell'assicurazione contro l'insolvenza. Se le cose dovessero andare male, la perdita sarebbe molto grande.

FAZ: Arriviamo dunque alla parola magica Eurobonds, obbligazioni comuni per tutta la zona Euro. Richiesti dal sud Europa per ridurre il costo del loro indebitamento.

SINN: La Germania dovrebbe considerare un aumento del tasso di interesse necessario per l'indebitamento pari al 2,3 %, se i debiti europei dovessero essere messi in comune. Se tutto l'indebitamento pubblico fosse convertito in Eurobond, questo significherebbe per il nostro paese un costo annuo aggiuntivo per interessi pari a 50 miliardi di Euro.

FAZ: Una delle opzioni è quella di continuare a sostenere la Grecia come un mezzogiorno. Molti sostengono che la Germania ha tratto un grande vantaggio dall'Euro, lei è daccordo?

SINN: La Germania cresce da 2 anni piu' velocemente della media. Questo è chiaro. Traiamo vantaggio dal fatto che i risparmi tedeschi restano in Germania e cercano un investimento sicuro nel nostro paese. Questo genera un boom degli investimenti. In questo momento questo è il principale motore di crescita, non il commercio estero. Fino alla crisi finanziaria del 2008 avevamo la nostra Euro-crisi. Questo non lo dobbiamo dimenticare. Avevamo la quota di investimenti piu' bassa di tutta la OCSE, avevamo una crescita molto bassa, due terzi dei capitali risparmiati ogni anno fuggivano all'esterno. C'era un'alta disoccupazione che ha costretto Schröder a fare delle dolorose riforme per il mercato del lavoro. Le riforme hanno avviato una fase di riduzione dei salari e posto la società di fronte ad una prova molto difficile. Non è stata certo una passeggiata.

FAZ: Allora in questo momento siamo i vincitori della crisi.

SINN: Sì, ma questa è sostanzialmente un'autocorrezione del mercato dei capitali. I mercati per alcuni anni sono stati cechi verso i rischi della periferia. Attraverso i piani di salvataggio offriamo una garanzia ai capitali tedeschi nel sud Europa, dove il capitale non vuole andare, e spostiamo la capacità di crescita della Germania verso il Sud Europa. Questa è una politica contraria agli interessi della Germania.

FAZ: Tutto questo non viene pubblicamente notato, sostenuto dai trasferimenti all'interno del sistema Target della Bundesbank. Lei ha portato alla luce i rischi connessi ai pagamenti nel cosiddetto sistema Target fra le banche centrali della zona Euro. La Bundesbank dall'inizio della crisi Euro ha accumulato 500 miliardi di Euro di crediti verso le banche centrali dei paesi Euro traballanti. Come potrebbe spiegare il problema del sistema Target ai profani?

SINN: Abbiamo degli avanzi commerciali con i paesi del Sud Europa, e questi sono pagati con denaro stampato o creato dal nulla. Negli ultimi quattro anni i nostri clienti del sud Europa hanno pagato le importazioni con del denaro semplicemente creato dal nulla. Nel sud Europa questa creazione di denaro sta correndo molto veloce e ha sostituito completamente i prestiti delle banche tedesche. Le quali hanno depositato il loro denaro presso la Bundesbank, e la nostra banca centrale ha ora un credito all'interno del sistema Target nei confronti della BCE. I crediti nei confronti del sistema Target vengono remunerati al 1% di interesse, e questo è meno del tasso di inflazione.

FAZ: Dove sono i rischi?

SINN: Non potremo mai incassare i nostri crediti. Quando saremo vecchi e vorremo avere il rimborso delle nostre polizze assicurative, la Bundesbank non potrà ripagare indietro il denaro, perché essa stessa non potrà riscuotere i propri crediti. Se l'Euro dovesse dissolversi, avremmo dei crediti verso un sistema che non esiste piu'. I crediti all'interno del sistema Target hanno reso la Germania ricattabile, perché chiunque sa, che potremmo perdere 500 miliardi se l'Euro dovesse dissolversi. Quindi dobbiamo salvarlo a tutti i costi. L'importo potrebbe crescere ancora notevolmente, perché la BCE vuole estendere la somma disponibile per il rifinanziamento attraverso questo sistema oltre i 500 miliardi. Questi prestiti vengono utilizzati quasi esclusivamente per la creazione di denaro dal nulla, (stampa di denaro) nei paesi del sud Europa. Già oggi la metà delle attività nette sull'estero tedesche si compone di crediti della Bundesbank verso il sistema della BCE. Se gli sviluppi seguissero la volontà della BCE, anche l'altra metà potrebbe essere impiegata ben presto in queesto modo.

FAZ: Il membro della Bundesbank Thiele sostiene che questi crediti siano garantiti, è vero?

SINN: Ma in che modo? In Grecia sono garantiti per due terzi con obbligazioni statali o con obbligazioni private garantite dallo stato greco. Se la Grecia dovesse fallire, questi titoli non avrebbero piu' alcun valore. Secondo le mie informazioni, la BCE ha accettato queste obbligazioni come garanzia ad un valore che è un multiplo del valore di mercato attuale di questi titoli.

FAZ: Non è questa una perdita nei libri della Bundesbank, di cui il cittadino non è a conoscenza?

SINN: Certo. Se l'Euro sopravvive ma la Grecia fallisce, ci sono delle perdite in conto capitale che dovremmo condividere fraternamente fra i paesi restanti. Se l'Eurosistema si disintegra i 500 miliardi sono completamente a rischio. Questo significa piu' di 3 volte il capitale proprio della Bundesbank. Che a quel punto sarebbe insolvente.

FAZ: Ma le banche centrali non possono fallire.

SINN: Dietro i crediti della Bundesbank verso la BCE ci sono i nostri risparmi. Che nessuno ci restituirà indietro. E quando la Bundesbank dovrà soddisfare le richieste delle banche e delle assicurazioni con del denaro appena stampato, cosa che può certamente fare, allora si creerà inflazione. I risparmi non torneranno realmente indietro. Se l'Euro si disintegra, nessuno potrà vivere in vecchiaia dei crediti verso il sistema Target, qualsiasi trucco possa essere inventato dai nostri contabili.

FAZ: Come se ne esce?

SINN: Dobbiamo almeno impedire la crescita dei saldi. Non è possibile che i paesi del sud Europa sostituiscano i normali crediti bancari con prestiti a buon mercato della banca centrale, che loro stessi all'interno del consiglio direttivo della BCE si sono autorizzati. Le banche private sarebbero pronte a dare credito ai paesi del sud Europa con un premio di rischio del 4 o 5 %, ma dalla stampante di denaro della BCE possono ottenere denaro al tasso del 1%. In questo modo la BCE non ci deruba solamente dei nostri risparmi, ma rovina il mercato interbancario del credito.

FAZ: E la BCE imposta i tassi fuori dal mercato...

SINN: E' così. L'autocorrettura dei mercati è minacciata dalle azioni di salvataggio che non prevedono nessun tasso aggiuntivo. La BCE sovvenziona il flusso di capitali verso la periferia. Nel sud gli investimenti vengono finanziati ad un tasso di interesse piu' basso, di quanto non si potrebbe ottenere nel nord.

FAZ: Come si potrebbe evitare la crescita del Target saldo nei confronti della BCE?

SINN: Come in America. Ogni anno la media dei debiti creati all'interno del sistema Target viene pareggiato attraverso la consegna di titoli di debito sicuri, ad esempio attraverso obbligazioni ipotecarie con una sicurezza molto elevata.

FAZ: Cosa resta nella BCE dell'ideale di stabilità originario della Bundesbank?

SINN: La BCE doveva essere costruita secondo l'ideale di stabilità della Bundesbank. Questo purtroppo non è accaduto. Altrimenti la Bundesbank non si sarebbe trovata in ogni decisione all'angolo e in minoranza, come ad esempio sull'acquisto di titoli del debito pubblico, o sulla qualità delle obbligazioni accettate per il rifinanziamento. Il consiglio della BCE è al 70 % nelle mani del Club Med e dei francesi. Gli altri possono dire molto poco.

FAZ: La BCE concede credito economico a tre anni, in modo che le banche possano comprare titoli del debito pubblico. Si tratta di finanziamento del debito pubblico?

SINN: Sì. La strada non è vietata, ma aggira il divieto del finanziamento diretto degli stati.

FAZ: Merkel pone ai paesi in deficit un limite all'indebitamento attraverso il nuovo patto fiscale, questo sarà di aiuto?

SINN: Ci sono due modelli per l'Europa: libero ricorso alla stampa di denaro, quindi crediti tramite il sistema Target, Eurobonds e limitazioni all'indebitamento poste dalla politica. L'Europa ha già in parte accettato questo modello. Un altro è quello americano: gli stati possono fallire e non ricevono aiuti. Per questa ragione gli interessi pagati dagli stati sul debito sono diversi. I saldi del sistema Target devono essere estinti annualmente. Il modello si basa sul controllo del mercato. Per questo i limiti politici, che peraltro esistono, non vengono mai utilizzati.

FAZ: Ma il Fiskalpakt impone più pressione?

Il tentativo di ancorare il livello di debito pubblico al trattato UE, è già fallito. Poiché il Regno Unito non ha collaborato, abbiamo un accordo fra diversi stati. Che non potrà andare contro il vecchio diritto UE. Una procedura di infrazione deve essere sempre aperta dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata. Se questo accade, la multa deve essere dello 0,1 % del PIL. Questo è un affare unico. I paesi in crisi che attraverso gli Eurobond sperano in un risparmio per interessi di diversi punti di PIL, scrolleranno le spalle, pagheranno la multa e continueranno ad indebitarsi. I limiti politici all'indebitamento servono solo a calmare i tedeschi, in modo da far loro accettare la costruzione degli Eurobond. Abbiamo già avuto lo stesso gioco, quando ci hanno calmato con il pacchetto di stabilità e crescita. Che non è stato preso seriamente da nessuno dei paesi sovraindebitati.

Come potrà funzionare tutto questo?

Il treno in direzione “Transferunion” è già partito. I fondi per il salvataggio a breve saranno già esauriti. Allora si inizierà a fare pressione sulla Germania per aumentare la somma, per poter difendere e rimborsare i vecchi crediti. Si continuerà a gettare sempre nuovo denaro per coprire i vecchi crediti, per potersi salvare fino alle prossime elezioni. L'effetto finale sarà la condivisione di 3,5 trilioni di debito dei paesi del sud Europa. La Germania perderà una parte cospicua delle sue attività estere – o attraverso i fallimenti degli stati, o per causa dell'inflazione, o piu' probabilmente, attraverso l'innalzamento delle tasse necessarie al finanziamento dell'unione di trasferimento.

Qual'è la sua opinione riguardo le tattiche negoziali della cancelliera?

La Signora Merkel è sotto pressione da Wall Street, Obama, la City di Londra, Sarkozy, Barroso, e da tutti i capi di stato del sud Europa. Fanno pressione anche gli investitori della Bad Bank in Lussemburgo, fondata lo scorso anno, affinché acquistasse i titoli di stato tossici. Per questa ragione ha sviluppato la strategia di cavarsela sempre. Apre la sua borsetta, quando la pressione diventa troppo alta, ma non dà tutto quello che ha, perché sa che poi i suoi amici non sarebbero piu' interessati a lei. Prova a fare del suo meglio. Ma nonostante ciò, siamo in trappola.

http://vocidallagermania.blogspot.com/2012/02/la-germania-e-in-trappola.html

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LA LEBBRA

la lebbra che ha colpito il mondo del lavoro e ridotto i giovani in condizioni davvero pietose si chiama legge Biagi, il personaggio a cui l'Italia ufficiale di destra e di centro-sinistra ogni anno celebra un rito di ricordo. Napolitano è molto compunto quando lo ricorda e si fa venire qualche lacrimuccia senile. La legge trenta offre 46 possibilità di illegalità rese legali. I contratti atipici e la legalizzazione dell'elusione e della mortificazione della Costituzione e della legge. Ebbene non solo l'abrogazione della legge trenta non è all'ordine del giorno ma si sta trattando l'abolizione dell'art.18. L'involuzione della "sinistra" e dello stesso sindacato sviluppatasi negli ordini venti anni è stata aberrante. Ogni volta che i sindacati si siedono al tavolo delle trattative ci lasciano un pezzo di carne dei lavoratori. Ora ci lasceranno la CIG e faranno la cosidetta "man utenzione" dell'art.18 che è un modo ipocrita per indicarne l'indebolimento di efficacia.
Pietro

L'origine politica della ricchezza di Monti

La notevole ricchezza di Monti(un milione e mezzo di reddito annuo, 12 milioni di patrimonio) ha una origine politica e scaturisce dalla militanza attiva del professore nell'ala degli intellettuali economisti liberisti che hanno compiuto l'operazione di fare diventare quasi senso comune le idee della destra conomica piuttosto che quelle della sinistra comunista e del solidarismo cattolico che in Italia per tantissim anni erano prevalenti e radicate. Sono almeno venti anni che Monti ed i suoi amici bocconiani combattono la dura battaglia della "cattiveria sociale" che si basa su due fondamenti: meno diritti al lavoro dipendente meno welfare e privatizzazioni. Battaglia che lo ha condotto in alto prima Commissario in Europa per dieci anni ed ora Presidente del Consiglio.Non c'è nulla tra i suoi redditi che non provenga dalla professionalizzazione della sua competenza di economista di destra iperliberista e rigidissimo sostenitore della libertà totale della impresa a scapito dei diritti anche esistenziali dei lavoratori. Non è facendo l'impreditore o altro che si è arricchito ma facendo politica ed al servizio non dl bene comune ma del bene dei capitalisti,.

martedì 21 febbraio 2012

elezioni in Grecia?

I banditi ed i cravattari della UE che hanno crocifisso la Grecia imponendole un regime di fame e disperazione per il prossimo secolo non accetteranno che il loro caudillo Papadimos ed il suo complice Venizolos possano essere spazzati via dalle elezioni di aprile. Quindi le elezioni di aprile in Grecia non si faranno e se si faranno ed i risultati non piaceranno ai tedeschi agli americani ed ai loro killers non se ne farà nulla....

Bastonate da orbi e carotine

Tutta la improvvisa premura di Monti per la riduzione della aliquota Irpef è per bilanciare la soppressione dell'art.18. Ritiene che avendo dato una manciata di spiccioli dovrebbe essere messo al riparo dalle critiche per la soppressione del diritto alla giusta causa. Si è inventata questa riduzione IRPEF per fare passare nella opinione pubblica la privazione di un diritto essenziale ai lavoratori: il diritto a non essere ricattati. E' un nemico della classe operaia, pieno di veleno e di odio, uno che non dorme la notte per escogitare i migliori modi per fare del male alla gente!

le dichiarazioni dei redditi dei ministri del governo monti

Mancano nelle dichiarazioni dei redditi dei Ministri quelli di Monti e della Fornero. I due eroi della trattativa con i sindacati che abolendo l'art.18 salverà l'Italia dal precipitare nel baratro greco.
A rifletterci bene su questa decisione del governo di pubblicare i redditi dei suoi ministri credo che si tratti di una scelta di arroganza politica piuttosto che di trasparenza. Noi ricchi e grassi borghesi siamo al governo ed abbiamo il diritto di governare voi che strisciate innumerevoli in fondo alla scala sociale ed avete difficoltà a salire qualche gradino. Noi ricchi siamo virtuosi perchè come sostenevano Reagan e la Tatcher i poveri sono colpevoli della loro povertà perchè non hanno avuto la virtù di progredire socialmente e di diventare prosperosi.
Ma la ricchezza dei Ministri è il portato di una anomalia del sistema Italia che offre opportunità di arricchimento alla borghesia ben inserita nei ben oleati meccanismi del sistema relazionale.
In ogni caso guadagnare mediamente trenta volte la paga di un operaio non rende l'immagine di un Paese giusto e civile.
Sarebbe migliore e più civile una Italia in cui ci fosse un plafonamento verso il basso che garantisca a tutti un livello decente di esistenza ed un tetto da non passare e sopratutto una forbice meno divaricata.

lunedì 20 febbraio 2012

" Essere comunisti oggi"

Perchè dobbiamo dirci comunisti

C'è qualcosa di malato nella fuga da se stessi, dagli ideali per i quali si è combattuto magari tutta la vita, negli allontanamenti e nelle tristi e squallide abiure dal comunismo o dal socialismo e cioè di quanto di meno immanente ci possa essere oggi nella realtà italiana ed europea in preda a spinte di segno assolutamente reazionario di destra. Ed è singolare che i ravvedimenti i ripensamenti avvengano mentre si chiede la resa incondizionata ai lavoratori e la cancellazione di ogni seppur minimo tratto di socialismo nel welfare delle legislazioni europee. Perchè personaggi autorevoli della "sinistra" maestri di pensiero si affannano a comunicare che tutto ciò in cui avevano creduto è sbagliato e spesso anche abominevole?
Sono rimasto assai colpito della spiegazione che Rossana Rossanda, un vero e proprio mostro sacro per diverse generazioni di intellettuali comunisti, ha dato ieri alla crisi di vendite del "Manifesto" che oramai non raggiunge più le quindicimila copie giornaliere. Rossanda si domanda: se non possiamo più dirci comunisti che cosa siamo? Io credo che la crisi di lettori del Manifesto non nasca da una crisi della idea del comunismo nella gente ma dal progressivo spretamento di gruppi dirigenti storici della sinistra italiana e dal loro abbandono di ciò che Rodolfo Morandi chiamava le" latitudini dottrinarie del socialismo". Questa crisi di "spretamento", di perdita della fede e delle ragioni della scelta politica è stata visibile in tutta la vicenda della aggressione e della distruzione della Libia. Rossanda riteneva che fosse condivisibile la rivolta armata contro la Jamaria e la dittatura di Gheddafi ed ha dato spiegazioni assurde per l'intervento dello Occidente dicendo che derivava da ragioni elettorali interne alle Francia. Il Manifesto ha tirato la volata da sinistra ad una sanguinaria guerra colonialista che ha sfasciato la Libia e l'ha trasformato in un inferno in cui la legge è scomparsa e si è in balia degli odi tribali. Credo che rispetto la questione siriana si sta ripetendo lo stesso "errore" di valutazione. Ma si tratta proprio di un errore oppure di un cambiamento radicale di prospettiva, in una condivisione della idea che l'Occidente sia la democrazia e la Siria la Libia l'Iraq siano tirannidi da estirpare anche con il bisturi della guerra e dei bombardamenti? Rossanda si ripara come Berlinguer sotto l'ombrello della Nato e sotterra l'analisi comunista della realtà mondiale?
A questo punto quale differenza tra Rossanda e Veltroni che criminalizza l'art.18 e D'Alema che dopo avere bombardato Belgrado si dichiara pronto ad arruolarsi per la Siria? Che c'è di diverso nelle abiure e nei ripensamenti di questi personaggiP? Che cosa resta di sinistra se non di comunista nel "Manifesto"? Perchè i compagni dovrebbero continuare a distinguere Rossanda da Bersani?
E' singolare che più la realtà precipita verso il peggio della crisi sociale ed economica e più si fa insopportabile e stringente la presa autoritaria di un capitalismo sempre più feroce e sempre più portato alla distruzione della civiltà europea come l'abbiamo conosciuta da cinquanta anni a questa parte e più i gruppi dirigenti e singole personalità della sinistra comunista e radicale rinculano a destra, sempre più a destra. Qualcosa di simile si verificò alla vigilia del nazismo quando importanti gruppi e personaggi della socialdemocrazia si convertirono al fascismo. Potrei capire che un capitalismo keinesiano progressista tollerante ed aperto al benessere dei ceti medi e dei lavoratori possa indurre un dirigente di sinistra a moderare, ad attenuare al massimo la propria intransigenza di oppositore. Ma come si fa a diventare di destra quando abbiamo avuto la tatcher e Reagan e quando il potere delle banche è diventato terroristico verso le famiglie e le nazioni ed i salari sono stati abbassati brutalmente in tutto l'Occidente?
Nella fase storica che si è aperta sarebbe auspicabile piuttosto che l'abiura una riscoperta integrale del comunismo da Carlo Marx e Federico Engels alla Rosa luxemburg, a Lenin ed a Stalin. Lenin spiega alla perfezione il fallimento e la vacuità dei regimi parlamentari e Stalin potrebbe offrire il modello sovietico della accumulazione collettiva e della trasformazione di un popolo di 160 milioni di contadini poveri ed analfabeti in un popolo di scienziati, ingegneri, professori, medici, tecnici capaci di vincere Hitler e di competere nella sfida spaziale. Ecco, mentre la crisi della società spinge a destra la Rossanda, Bersani ed a tantissimi altri, la classe operaia che c'è sempre e la lotta di classe che non è mai finita ripropongono la riscoperta integrale del Comunismo oggi più che mai attuale e corrispondente agli interessi generali della umanità. Per questo, io che sono stato socialista tutta la vita credo che oggi essere socialisti non vuol dire convincersi delle buone ragioni di Friedman e di Monti ma diventare fino in fondo comunisti. Comunisti come potevano esserlo i bolscevichi. La Grecia, la Libia, l'Iraq ci indicano tutto quello per cui dobbiamo lottare....Le scelte sono diventate radicali e discriminanti.
Pietro Ancona

sabato 18 febbraio 2012

La Waterloo dei lavoratori italiani

La Waterloo dei lavoratori.
la trattativa sindacati-governo-confindustria ha lo scopo di ridurre drasticamente la spese per gli ammortizzatori sociali e le garanzie dell'art.18. Attaccheranno l'art.18 anche attraverso la demolizione di parti importanti delle leggi che regolano i licenziamenti individuali e collettivi.Cancellare la cassaintegrazione Guadagni per sostituirla con il sussidio di disoccupazione significa cancellare la speranza dei lavoratori di tornare al lavoro. Il sussidio di disoccupazione cancella il rapporto con l'impresa. Sono sgomento dell'ottimismo mostrato dalla Camusso sulla trattativa. In quanto ai giovani è davvero stupefacente la propaganda che si sta facendo al contratto di apprendistato che in Italia esiste da sempre e che certamente non è applicabile a tutti i lavori ma soltanto a quelli manuali ed artigianali. Un medico non ha certo bisogno di fare apprendistato dal momento che ha laurea comporta una pratica ospedaliera che spesso aumenta con la specializzazione. Pensare di fare dell'apprendistato una norma universale è una forzatura destinata a produrre e ricreare i danni della legge trenta (biagi). Non si parla nella trattativa della legge Biagi perchè si vuole mantenere un ventaglio ampio di ricattabilità (flessibilità) in entrata,.
Non c'è proprio niente nella trattativa impostata dalla Fornero che possa interessare i lavoratori e rendere migliori e più civili i rapporti di lavori. Naturalmente l'art 8 non sarà toccato e neppure tutta la normativa di privatizzazione della giustizia del lavoro sottratta ai giudici ed affidata a Commissioni di arbitraggio che si dovranno pagare e dalle quali i lavoratori non avranno mai giustizia. La Fornero conta di incassare una monetizzazione anche parziale del diritto alla reintegra e cioè vuole e credo cercherà di ottenere la resa incondizionata della classe lavoratrice.
Lo sciopero indetto dalla Fiom non basterà a cambiare il quadro della situazione e probabilmente sarà una stanca protesta a posteriore cioè a cose fatte.
Pietro Ancona
già consigliere CNEL e dirigente CGIL

Ventennale di Mani pulite

Non condivido la celebrazione del ventennale di Mani Pulite manifestazione equivoca che viene dopo la conferma della Corte dei Conti della corruzione che continua ad impestare la pubblica amministrazione italiana. Non credo che ci sia una reale volontà politica di cambiamento e di trasparenza e la legislazione orientata dal liberismo agevola la corruzione con le privatizzazioni e le esternalizzazioni. Provate a pensare le fortune che si sono costruite a Roma a Milano e altrove con la sanità privata convenzionata cioè pagata dal fondo sanitario nazionale. Non ci può essere legalità in un paese in cui si fanno leggi che fanno dell'illegalità la norma imperativa come la legge Biagi che prevede 46 tipi di contratto di lavoro fasulli e quando si ha un Parlamento di nominati diventato un votificio di decreti. Non è cambiato niente e celebrare il ventennale di mani pulite significa celebrare l'impotenza della giustizia che non riesce a diventare "normale".


Forse "Mani Pulite" è sfuggito di mano ai magistrati che hanno dovuto aprire moltissimi fascicoli a seguito della presentazione spontanea di diecine di imprenditori in tribunale per autodenunziarsi e denunziare. Ricordo la fila delle persone in attesa di entrare nella stanza degli inquisitori. In ogni caso la corruzione non è mai cessata ed il riciclaggio dei partiti dopo Mani Pulite ha peggiora...to la situazione. L'unica vittima vera di Mani Pulite fu il Partito Socialista ma moltissimi dei suoi dirigenti craxiani hanno governato la seconda Repubblica o hanno avuto posti di grandissimo rilievo. Un discorso a parte merita Craxi che, confrontato ai governanti che l'Italia ha avuto dopo di lui, sembra un gigante..... Il ricordo di Mani Pulite puzza di strumentalismo e di giustificazionismo della melma nella quale ci troviamo oggi. Non partecipo alle celebrazioni.

I partiti prendono dallo Stato tanti di quei soldi che non si accorgono nemmeno di 30 milioni che vengono rubati da amministratori infedeli. Nessun sacrificio è stato previsto per le oscene erogazioni pubbliche ai partiti che ammontano ad oltre un miliardo l'anno. Ci trattano da imbecilli da spennare e vanno avanti per la loro strada fottendosene della crisi e di tutto il resto
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/18/news/lusi_altri_30_milioni-30084743/

venerdì 17 febbraio 2012

Carlo Marx e le bambine che intrecciano cappelli di paglia

Carlo Marx e le bambine che intrecciano cappelli di paglia.

"....Nelle contee di Buckingham e di Bedford, la dove finisce il lavoro in maglia dei merletti comincia l'intrecciatura della paglia. Tale industria estendesi su gran parte dell'Hertfordshire e sulle parti nord ed est dell'Essex. Nel 1861, nella lavorazione dei cappelli di paglia essa occupava 40.043 persone.Di queste 3815 erano di sesso maschile e di ogni età, ed il rimanente tutto di femmine, comprendeva 13.913 ragazze non aventi ancora venti anni e tra queste 7000 circa ancora bambine. A vece delle scuole di lavori in maglia qui si parla di straw plait schools, cioè di scuole di intrecciatura di paglia. I bambini cominciano ad imparare il mestiere a partire dei quattro anni e talora anche più presto. Essi naturalmente non ricevono istruzione alcuna. Essi stessi chiamano le scuole elementari natural schools, per distinguerle da quelle istituzioni vampire in cui sono trattenuti al lavoro per fare semplicemente circa 2782 metri d'intrecciatura, come viene loro imposto dalle loro madri estenuate dalla fame. Dopo ciò queste madri li fanno spesso lavorare in casa fino alle 10 o alle 11 di sera ed anche fino a mezzanotte. La paglia taglia loro le mani e le labbra con le quali essi continuamente la inumidiscono. Secondo l'opinione generale dei medici di Londra consultati su tale argomento dal dr.Ballard, sono necessari almeno 300 piedi cubi di spazio per ogni persona in una camera da letto o in una stanza da lavoro. In quelle scuole d'intrecciatura invece lo spazio è misurato anche con maggiore parsimonia, che non sia nelle scuole di lavori in maglia; ne tocca per persona 12 piedi cubi e 2/3, talora 17 o 8 e 2/3, difficilmente 22 piedi cubi, " I più piccoli fra questi numeri, dice il commissario White, rappresentano meno spazio della metà di quello che occuperebbe un ragazzo chiuso in una scatola che avesse tre piedi in tutti i suoi lati." Tale è la vita di cui godono i ragazzi fino ai dodici o quattordici anni. I loro genitori affamati ed abbrutiti dalla miseria, non pensano che ad opprimerli. E così che cresciuti in età, detti ragazzi irridono ad essi e li abbandonano. " Non vi ha nulla di strano se l'ignoranza ed il vizio sovrabbondano in una popolazione allevata sotto tale disciplina.......La moralità quasi non esiste. Molte donne hanno dei figli illegittimi e talvolta così prematuralemnte che persino gli studiosi di statistica criminale se ne spaventano.. E la patria di queste famiglie modello è l'Inghilterra, il paese cristiano modello dell'Europa, come dice il Conte Montelembert grande autorità in simile materia. Il salario, generalmente miserrimo di questo genere d'industria viene ancora di molto ridotto nella sua entità nominale, per mezzo di un sistema sparso specialmente nei distretti in cui si fanno i merletti, il sistema del Truck, ossia del pagamento in merci...."

CarLo Marx, il Capitale libro I, procedimento della produzione capitalistica.


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Il Truck era un sistema praticato nelle terribili zolfare siciliane sin quando furono gestite dalla industria privata. I minatori abbrutiti da un salario di fame e da un faticosissimo lavoro per il quale non vedevano mai il Cielo, erano pagati in generi alimentari spesso scaduti e pieni di vermi...

mercoledì 15 febbraio 2012

Monti strizza l'occhio a Bossi

Nella sconcertante decisione di Monti di non candidare Roma alle Olimpiadi c'è chi pensa che abbia voluto fare un servizietto alla Merkel che le avrebbe promesso alla Spagna. Ma io penso al fatto che Monti abbia voluto ingraziarsi il leghismo ed il nordismo di Bossi e di Libero che stamane sono esultanti per la umiliazione subita da Roma e dalla odiata Italia Sono convinto che la decisione non sarà valutata dal mondo come un atto si serietà del governo Monti ma come una conferma del pessimismo sulle possibilità dell'Italia di uscire dalla crisi. Magari si pensa che nel 2020 saremo ancora nei guai. Questo decisione di Monti mi ha confermato sulla natura commissariale "esterna" del suo mandato di governo. Un Capo del Governo legato all'Italia non avrebbe rinunziato ad un volano di investimenti, una occasione per creare infrastrutture più moderne e per dare lavoro.

martedì 14 febbraio 2012

Olimpiadi cancellate

Raccapricciante decisione del potestà d'Italia (altro che Preside come lo chiama Ferrara che si rifiuta di candidare Roma alle Olimpiadi del 2020 ipotecando negativamente il nostro futuro. Il 2020 è tra 9 anni ed è gravissimo che il Capo del Governo preveda che non saremo in grado di sostenere gli investimenti necessari a quella data. Le Olimpiadi sono una occasione formidabile per la "crescita" perchè danno lavoro ed occupazione. Ma evidentemente il mandato che il potestà ha avuto dai suoi "superiori" banchieri è solo quello di spolpare l'Italia e ridurla in condizioni da non potere assolvere ad un compito internazionale. Bisogna cacciare via da Palazzo Chigi questo ambiguo figuro prima che faccia troppi tardi.
Il messaggio che manda con il rifiuto di candidare l'Italia alle Olimpiadi è devastante ORA!
http://www.repubblica.it/sport/vari/2012/02/14/news/monti_olimpiadi_incontro-29856086/

lunedì 13 febbraio 2012

Il guancione di Venizelos

La reazione degli Stati dell'Unione Europea alla tragedia che si è consumata in Grecia è stata agghiacciante. Non una sola parola di solidarietà per un popolo che è stato scelto dai cravattari di WallStreet come cavia sulla quale sperimentare il potere della finanza diventato assoluto. Il primo potere del mondo occidentale! Certo ci sono responsabilità della destra greca nella crisi che ora divora il Paese come ci sono responsabilità delle classi dirigenti italiane nel nostro debito pubblico. Ma la Grecia ha subito una vera e propria esecuzione fatta eseguire dalla UE ad un Parlamento che, come quello italiano, non ha il coraggio di indicare una alternativa. Mi ha colpito la figura fisica del Ministro delle Finanze Greco che sembra il prototipo del capitalista miliardario grasso ben nutrito ben rasato dai bei guancioni lucenti di certi quadretti in cui vengono rappresentati il ricco ed il povero che minacciava il Parlamento delle terribili conseguenze che avrebbe avuto un voto negativo al piano imposto dalla UE. Il guancione di Venizelos mi ha fatto pensare ai tantissimi greci travolti dalla crisi e ridotti a vivere per strada. Che c'entra Venizelos con il popolo greco? A me sembra più un uomo della eurocrazia che assieme a Papademos sta strizzando le ultime stille di sangue alla dissanguata nazione.
La reazione degli Stati europei è stata fredda, meschina e ci deve fare riflettere. La Germania ha fatto la faccia feroce del cattivo esattore ed ha subito spostato in avanti l'asticella. Ha detto che non basta avere approvato le misure ora bisogna che vengano realizzate presto ! Gli altri Stati hanno voltato la faccia da un'altra parte oppure hanno fatto come Napolitano che non ha trovato niente di meglio da dire che l'Italia non è la Grecia!
Eppure, il meccanismo della valanga che ha travolto la Grecia potrebbe travolgerci tutti come ci è stato possibile tastare quando nel giro di alcune settimane lo spread è stato alzato da 160 a quasi 600 punti per essere ora a 360. E' chiara la gestione politica dello spread in una strategia di strangolamento dell'Italia alla quale è stato improvvisamente presentato il conto, è stato richiesto di rientrare dal debito come se questo, peraltro, non fosse per oltre la metà anche credito di italiani. La Grecia in fiamme brucia l'Europa fallita dalla quale è igienico scappare a gambe levate. Niente può esserci di peggio della trappola nella quale siamo cascati. Soltanto il recupero della nostra sovranità nazionale potrà salvarci a meno che non si realizzano le riforme del mercato finanziario che possono scoraggiare la speculazione e l'economia di carta. Ma le banche controllano gli Stati ed i mercati non saranno "regolati". Non si farà neppure la tobin tax, non si nazionalizzeranno le banche, non si farà niente che possa contrastare un potere assoluto che ha colonizzato l'Europa.
La solitudine e la disperazione del popolo greco ci siano di monito. In Europa non si è levata una sola voce che abbia espresso vera solidarietà. I sindacati italiani aspettano di cedere quanto resta dei diritti dei lavoratori spinti da un Capo dello Stato dimentico della Costituzione e da un partito che pur essendo erede del PCI e della DC è diventato liberista nella dottrina e nella politica.
Colpisce il contesto antidemocratico della tragedia greca. I personaggi di questa sono gli eurocrati e la Germania che agisce come se fosse l'Europa. Le istituzioni europee a cominciare dal Parlamento sono stati ignorati. Sarà durissimo ricominciare da un'altra parte ma dobbiamo farlo se non vogliamo cessare di esistere come Paese e come popolo.
Pietro Ancona

sabato 11 febbraio 2012

Pellegrinaggio di Monti alla Corte Imperiale

A due mesi dal suo insediamento a Palazzo Chigi Monti è tornato negli USA per relazionare sull'espletamento del mandato che gli era stato affidato da Obama e dai suoi "superiori" di WallStreet : sostituire Berlusconi e spremere perbene gli italiani, gli italiani delle classi popolari e del ceto medio, cambiare i connotati ad un Paese degradandolo da sesta potenza industriale del mondo a poco più del Portogallo. L'operazione di estromissione di Berlusconi non è stata cruenta come quella di Sadam Hussein e di Gheddafi o come quella che è stata preparata per Assad. E' stato accantonato e condannato a sostenere senza fare storie Monti pena il carcere e la perdita del suo immenso patrimonio.
Gli onori che la compiacente stampa occidentale ha tributato a Monti sono stati strepitosi, impressionanti, eccezionali. Onori che il mondo anglosassone tributò a Garibaldi quando si recò a Londra. La gente si era arrampicata sui tetti per vederlo. Monti è stato lodato ed incensato in tutte le maniere! Naturalmente in lingua inglese che è quella dell'Impero che predilige e che sta imponendo ai "politici" ed ai massmedia italiani.
Ma a tanto gaudio imperiale non corrisponde un Paese felice e speranzoso del futuro ma una nave adagiata su un fianco come la Concordia in attesa di sprofondare nell'abisso. La disperazione regna in milioni di famiglie e la gente non sa più dove sbattere la testa. La differenza tra quello che ci sta accadendo
e l'immagine che è stata creata negli USA e dagli eurocrati del nostro governo è la menzogna che grava su noi tutti fino a schiacciarci.
Pietro Ancona

Barbara Spinelli. Analisi liberal del montismo

Lo spettro di Malthus
si aggira per l'Italia
di BARBARA SPINELLI
Lo leggo dopoC'È una parte di verità, in quel che Mario Monti ha detto - a RepubblicaTv 1 - sul modo in cui è stata interpretata la sua idea del lavoro fisso ("Diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita!"). Citato fuori dal contesto, quel che ha aggiunto subito dopo è finito in un buco nero: "È più bello cambiare e accettare nuove sfide, purché in condizioni accettabili. Questo vuol dire che bisogna tutelare un po' meno chi oggi è ipertutelato, e tutelare un po' più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce a entrarci".

Resta tuttavia l'inadeguatezza del vocabolario, e non può stupire il disagio profondo che esso suscita in chi nulla sa del lavoro sicuro, durevole, e vive un'esistenza arrabattata, esposta alle durezze del mercato, difficilmente conciliabile col proposito di far figli, guardata con sistematica diffidenza da banche che non fanno credito se non a redditi solidi, e costanti. Non meno malessere suscitano gli argomenti con cui il Premier ha tentato di spiegare il suo punto di vista: per troppo tempo, "i governi politici hanno avuto troppo cuore", accogliendo le più varie rivendicazioni sociali e accumulando debiti pubblici rovinosi per tutti. Ripetuto tre volte, anche il vocabolo cuore - "esuberante", contaminato da "buonismo sociale" - è apparso moralmente pernicioso.

Sono tutte frasi che feriscono perché citate fuori contesto? Direi il contrario, anche se il Premier ne sembra persuaso (ieri ha chiesto ai ministri di evitare ogni dichiarazione equivocabile, specie sull'articolo 18). In effetti quel che mortifica è precisamente il contesto in cui le frasi vengono dette: è il Primo ministro a parlare - disinvoltamente, quasi fosse in un salotto o in famiglia anziché nella pubblica agorà - fuori contesto. Il contesto è una società che da almeno vent'anni ha interiorizzato la fine del posto fisso. Non c'è giovane (e meno giovane, visto che il precariato colpisce ormai più generazioni) che non sappia perfettamente come stanno le cose. Quel che reclama, nelle condizioni attuali, potremmo riassumerlo così: "Parlateci di queste 'condizioni accettabili', saltando il preambolo pedagogico di cui non abbiamo più bisogno! Diteci come e quando saranno tutelati i lavori non fissi". Se Monti o il ministro Cancellieri si concentrassero solo sulle tutele, senza pontificare su cosa sia il vivere autentico (monotono o affetto da tedio, due stati d'animo che non concernono lo Stato) sarebbero ascoltati con più interesse. Se il governo ci dicesse qualcosa sulla manutenzione disastrosa delle infrastrutture (o sui centralini Acea sordi alle chiamate) e sull'impreparazione a fronteggiare emergenze come la neve, sarebbe più d'aiuto. Milioni di cittadini hanno messo le parole di Monti nell'unico contesto che conta (il loro vissuto), e si sono sentiti trattati come minorenni. Una cosa è criticare il familismo degli italiani (i bamboccioni), altra è vituperare il loro rapporto col mondo esterno (il lavoro).

È come se Monti, più o meno consapevolmente, "si sbagliasse d'epoca", e non sempre sapesse le persone cui si rivolge. Come se con una politica sentimentale (e un lessico farcito di intimismi: cuore, vita monotona, tedio, bontà) riempisse il vuoto di misure tangibili, che diano a precari e disoccupati se non il posto di lavoro, almeno quello di cittadini adulti. La dura legge del contrappasso conosce queste peripezie fatali: dopo anni di retorica affettiva (il partito dell'amore), si è passati all'algida offensiva contro i cuori esuberanti, contro la psiche inadatta al mutamento. L'impronta è radicalmente diversa (oggi governano persone perbene) ma in ambedue i casi c'è un ingrediente che manca: la lingua della politica, la prudenza che la contraddistingue, la conoscenza della persona umana che presuppone, i rimedi concreti che predispone nel momento in cui disquisisce di virtù e psiche.

Quel che manca, Ulrich Beck lo spiega a chiare lettere quando parla del "dramma pedagogico" che i politici dovrebbero imparare a mettere in scena, affinché la crisi non sia vissuta come rovina ma come trasformazione, nuovo inizio (Disuguaglianza senza confini, Laterza 2011). Il governante che ricorda la scomparsa del lavoro fisso fotografa l'esistente. Somiglia un po' a quel monarca assoluto del Piccolo Principe, assai gentile e fiero d'esser re, che ordina al sole d'alzarsi o tramontare quando sta per arrivare l'alba o avvicinarsi il tramonto. Afflitto da monotonia non è il lavoro fisso, ma il discorso sulla fine del lavoro fisso. È il dopo che interessa, e il dopo resta nell'ombra. È il che fare, e del che fare poco sappiamo.

Ci sono gaffe che inquietano, perché non sempre sono veramente tali. La gaffe per definizione vien commessa per goffaggine, distrazione: imbarazza, tuttalpiù. Se le parole di Monti provocano collera è perché si inseriscono in una collana di disattenzioni, e allora ecco che c'è del metodo, nella gaffe. Altrimenti non è chiaro come mai il viceministro Martone se l'è presa con gli studenti che finiscono tardi l'università, chiamandoli sfigati (l'aggettivo evoca sgradevolezza): e non perché costretti a più lavori per mantenersi, non perché privi delle raccomandazioni di cui ha goduto il giovane e apparentemente non geniale viceministro.

Dietro le quinte della gaffe sembra quindi nascondersi dell'altro: una sorta di sfasamento storico, una vecchia dottrina che riaffiora, sullo Stato e le sue funzioni in tempi di crisi. Non manca a tale dottrina la veduta lunga, anzi. Ma c'è in essa un che di torbido: chi sta male, chi anela non al posto fisso ma a un'attività stabile, qualche colpa deve averla. Deve essere uno sfigato, un disgraziato (solo nella lingua italiana il disgraziato è un fallito). È una convinzione antica, che ritroviamo nei saggi del demografo-economista Malthus. Il mondo era invivibile, perché sovrappopolato e assillato da troppe rivendicazioni? Ascoltiamo quel che nel 1798 Malthus scriveva a proposito del buonismo sociale, dell'utilità di scaricare la povertà sulle spalle dei poveri perché l'istinto riproduttivo s'attenuasse: "Ciascun uomo si sottometterà con aggraziata pazienza a mali che immagina provengano dalle leggi generali della natura; ma se la vanità e l'errata benevolenza di governi e classi alte si sforzano - intervenendo di continuo negli affanni delle classi basse - di persuadere queste ultime che ogni bene è loro conferito da governanti e ricchi benefattori, è molto naturale che esse che attribuiranno ogni male alle stesse fonti. In queste circostanze, non ci si può ragionevolmente aspettare alcuna pazienza. Sicché, per evitare mali ancora maggiori, saremo fondati a reprimere con la forza l'impazienza, qualora s'esprimesse con atti criminosi".

Malthus bussa alle porte d'Europa, lo vediamo in questi giorni in Grecia. Lo si vide anche in passato: quando alla Germania fu imposta un'austerità punitiva, nel primo dopoguerra. Qui è la vera monotonia che incombe: una storia che si ripete, un cambiamento senza cambiamento, proprio quando urge spezzare la monotonia con discorsi nuovi. Con discorsi sulla fragilità dei deboli, fonte del declino demografico europeo. Sui magistrati chiamati a combattere la corruzione senza esser penalmente perseguibili. Sull'Europa da edificare perché la trasformazione sia preparata senza castigare i perdenti come negli anni '20-30. Sull'"ondata mondiale di rinazionalizzazioni", che secondo Beck dilaga. Non per ultimo, sulla politica degli immigrati, che faccia di loro i nostri futuri concittadini. In un ottimo articolo su Italianieuropei, Beda Romano racconta come la Germania sia forte perché esattamente su questo ha scommesso: introducendo il diritto del suolo fin dal 2000, e "trasformando lo Stato in un progetto politico più che etnico o religioso". In tanti modi si può rompere la monotonia. Purché si rompa la monotonia autentica, e si scongiuri il cambiamento senza cambiamento.
(08 febbraio 2012) © Riproduzione riservata

giovedì 9 febbraio 2012

la "bolla" propaganandistica

La "bolla" propagandistica



Obama definisce "impressionanti" i successi conseguiti dall'Italia gestita da Monti. Un aggettivo eccessivo che sottolinea un apprezzamento che sembra più un incoraggiamento che una valutazione reale. In effetti non si capisce in che cosa consistano i progressi "impressionanti" del governo Monti: la benzina è vicina ai 2 euro al litro, il gelo ha fatto quaranta morti e sta avendo conseguenze catastrofiche sulla produzione ortofrutticola e sui mercati, l'industria continua ad essere in fase di recessione e perde ogni giorno qualche pezzo mentre infuria la battaglia attorno all'art.18 la cui cancellazione sarà ininfluente ai fini della ripresa economica ma darà grande soddisfazione alla destra italiana ed europea che si spellerà le mani in applausi al professore ed alla squadra. Obama si servirà di Monti e di Cameron per contenere la politica tedesca? Monti sta gestendo una crisi creata artificialmente dal pool di banche capeggiato dalla Goldmann Sacks di cui è importante dirigente. Fino a luglio lo spread era non più di 160 e niente lasciava presagire il suo innanzamento vertiginoso. Non c'è stato niente di naturale o di fisiologico nell'impazzimento della lancetta spread ma soltanto uma manovra di strangolamento eseguita all'improvviso per mettere in crisi l'Italia e costringerla ad una politica di inasprimento dell'attacco alla condizione dei lavoratori ed al welfare. Un attacco a sangue freddo per mettere in ginocchio l'Italia e farle implorare pietà, qualcosa di molto più grosso e pericoloso di quello che fu orchestrato da Soros al tempo del governo Ciampi.-

Non è possibile conciliare crescita con i bassi salari ed il diffuso precariato dei lavoratori italiani. Non solo manca la domanda per incentivare le produzioni ma è stata cancellata l'idea stessa della programmazione economica che potrebbe avviare la ripresa degli investimenti e dell'occupazione. L'ideologia liberista che guida il governo può portare soltanto ad una recessione ancora più grave di quella che stiamo vivendo.

Il giudizio di Obama dà il via ad una "bolla" propagandistica in cui galleggia da oggi in poi l'Italia e che è fatta dai salamalecchi della eurocrazia per la bravura del nostro governo non solo nella esecuzione dei compiti ma addirittura nella guida della crisi europea. Una bolla propagandistica che si nutre di un armamentario di giudizi positivi, di esclamazioni laudative, che faranno da fittissima cortina fumogena su ciò che realmente ci sta accadendo.

Pietro Ancona

La "bolla" propagandistica



Obama definisce "impressionanti" i successi conseguiti dall'Italia gestita da Monti. Un aggettivo eccessivo che sottolinea un apprezzamento che sembra più un incoraggiamento che una valutazione reale. In effetti non si capisce in che cosa consistano i progressi "impressionanti" del governo Monti: la benzina è vicina ai 2 euro al litro, il gelo ha fatto quaranta morti e sta avendo conseguenze catastrofiche sulla produzione ortofrutticola e sui mercati, l'industria continua ad essere in fase di recessione e perde ogni giorno qualche pezzo mentre infuria la battaglia attorno all'art.18 la cui cancellazione sarà ininfluente ai fini della ripresa economica ma darà grande soddisfazione alla destra italiana ed europea che si spellerà le mani in applausi al professore ed alla squadra. Obama si servirà di Monti e di Cameron per contenere la politica tedesca? Monti sta gestendo una crisi creata artificialmente dal pool di banche capeggiato dalla Goldmann Sacks di cui è importante dirigente. Fino a luglio lo spread era non più di 160 e niente lasciava presagire il suo innanzamento vertiginoso. Non c'è stato niente di naturale o di fisiologico nell'impazzimento della lancetta spread ma soltanto uma manovra di strangolamento eseguita all'improvviso per mettere in crisi l'Italia e costringerla ad una politica di inasprimento dell'attacco alla condizione dei lavoratori ed al welfare. Un attacco a sangue freddo per mettere in ginocchio l'Italia e farle implorare pietà, qualcosa di molto più grosso e pericoloso di quello che fu orchestrato da Soros al tempo del governo Ciampi.-

Non è possibile conciliare crescita con i bassi salari ed il diffuso precariato dei lavoratori italiani. Non solo manca la domanda per incentivare le produzioni ma è stata cancellata l'idea stessa della programmazione economica che potrebbe avviare la ripresa degli investimenti e dell'occupazione. L'ideologia liberista che guida il governo può portare soltanto ad una recessione ancora più grave di quella che stiamo vivendo.

Il giudizio di Obama dà il via ad una "bolla" propagandistica in cui galleggia da oggi in poi l'Italia e che è fatta dai salamalecchi della eurocrazia per la bravura del nostro governo non solo nella esecuzione dei compiti ma addirittura nella guida della crisi europea. Una bolla propagandistica che si nutre di un armamentario di giudizi positivi, di esclamazioni laudative, che faranno da fittissima cortina fumogena su ciò che realmente ci sta accadendo.

Pietro Ancona

La "bolla" propagandistica



Obama definisce "impressionanti" i successi conseguiti dall'Italia gestita da Monti. Un aggettivo eccessivo che sottolinea un apprezzamento che sembra più un incoraggiamento che una valutazione reale. In effetti non si capisce in che cosa consistano i progressi "impressionanti" del governo Monti: la benzina è vicina ai 2 euro al litro, il gelo ha fatto quaranta morti e sta avendo conseguenze catastrofiche sulla produzione ortofrutticola e sui mercati, l'industria continua ad essere in fase di recessione e perde ogni giorno qualche pezzo mentre infuria la battaglia attorno all'art.18 la cui cancellazione sarà ininfluente ai fini della ripresa economica ma darà grande soddisfazione alla destra italiana ed europea che si spellerà le mani in applausi al professore ed alla squadra. Obama si servirà di Monti e di Cameron per contenere la politica tedesca? Monti sta gestendo una crisi creata artificialmente dal pool di banche capeggiato dalla Goldmann Sacks di cui è importante dirigente. Fino a luglio lo spread era non più di 160 e niente lasciava presagire il suo innanzamento vertiginoso. Non c'è stato niente di naturale o di fisiologico nell'impazzimento della lancetta spread ma soltanto uma manovra di strangolamento eseguita all'improvviso dalla Goldmann Sacks e dal poool di banche internazionali per mettere in crisi l'Italia e costringerla ad una politica di inasprimento dell'attacco alla condizione dei lavoratori ed al welfare. Un attacco a sangue freddo che ha messo in ginocchio l'Italia e costruingerla a "prendersi " Monti, , qualcosa di molto più grosso e pericoloso di quello che fu orchestrato da Soros al tempo del governo Ciampi.-

Non è possibile conciliare crescita con i bassi salari ed il diffuso precariato dei lavoratori italiani. Non solo manca la domanda per incentivare le produzioni ma è stata cancellata l'idea stessa della programmazione economica che potrebbe avviare la ripresa degli investimenti e dell'occupazione. L'ideologia liberista che guida il governo può portare soltanto ad una recessione ancora più grave di quella che stiamo vivendo.

Il giudizio di Obama dà il via ad una "bolla" propagandistica in cui galleggia da oggi in poi l'Italia e che è fatta dai salamalecchi della eurocrazia per la bravura del nostro governo non solo nella esecuzione dei compiti ma addirittura nella guida della crisi europea. Una bolla propagandistica che si nutre di unarmamentario di giudizi positivi, di esclamazioni laudative, che faranno da fittissima cortina fumogena su ciò che realmente ci sta accadendo e che ci sta conducendo alla miseria.

Pietro Ancona

mercoledì 8 febbraio 2012

La Turchia Giannizzera di Obama

La Turchia aggredirà la Siria per conto di Obama
La Turchia diventa killer dell'Occidente che non l'ha mai voluta nella UE e che la disprezza. I turchi ridiventano giannizzeri dei padroni americani scagliati conto i popoli liberi......Quanto sono stupidi se pensano che i sionisti cederanno loro un pezzo di Siria....



De profundis per la Giordania?
Dopo la distruzione della Siria possiamo credere che la Giordania seppur rigorosamente filooccidentale da sempre conserverà la sua libertà ed indipendenza? Israele Nato e Usa troveranno modo per cancellarla dalla regione. Il piano per lil Grande Israele dal Nilo all'Eufrate entrambi richiamati nella bandiera ebraica si sta accelerando. E' un piano che ha una dimensione secolare e che è in corso di esecuzione da sessanta annii La Giordania non possiede giacimenti petroliferi ed è per questo che non è stata finora concupita dall'Occidente. Ma è nel bel mezzo del futuro Grande Israele.....

martedì 7 febbraio 2012

la neve, il gas, la pace

La neve, il gas e la pace

L'Europa ed in essa l'Italia hanno fatto e fanno una politica folle al servizio dell'imperialismo USA che li ha messo in conflitto con molti paesi produttori di petrolio e gas indispensabili per il sua sopravvivenza come regione industrializzata. La guerra alla Libia, all'Iraq, le minacce all'Iran, alla Siria e la politica ostile verso la Russia hanno provocato sconvolgimenti e rovinato le basi della civile pacifica coesistenza che ci assicurava la certezza dei rifornimenti. La Russia viene minacciata da vicino dalle istallazioni di missili e basi militari Usa in Polonia e Cecoslovacchia. Il Ministro delle Esteri italiano, mosca cocchiera di Israele e degli USA, ha più volte aggredito verbalmente la Siria e l'Iran.
E' bastata ora la notizia di una diminuzione del trenta per cento delle forniture russe per farci entrare in grande apprensione specialmente durante questa terribile settimana di neve e le rigidissime temperature che si registrano in Italia,. In Liguria 21 gradi sotto zero!
L'Europa ha una politica aggressiva e miope e la Nato è detestata da molti popoli. L'Italia è una colonia USA amministrata da alcuni personaggi che rispondono direttamente al Dipartimento di Stato e fanno le mosche cocchiere di Israele e della Clinton.
L'Italia deve recuperare la sua sovranità uscendo dalla UE e dalla Zona Euro e chiedendo le basi militari USA a cominciare da quella di Vicenza. Pensare di risolvere la questione degli approvvigionamenti energetici aggredendo l'Iran è pura follia.
La frattura sarà dolorosa ma salutare. Creerà nel mondo una corrente favorevole ad una politica di pace. Continuare a stare al carro della Merkel e di Obama ci porterà all'inferno.
Ma questo non può essere fatto dalle classi dirigenti italiane asservite all'euroatlantismo.
Dobbiamo cambiare il potere in Italia. Se non si farà questo o faremo la fine della Grecia oppure saremo colonizzati e diventeremo una mera espressione geografica come appunto ci aveva visto Metternich due secoli fa.
Pietro Ancona

lunedì 6 febbraio 2012

L'anima nera dell'Europa

Il comportamento della UE dettato dal duo Merkel-Sarkozy verso la Grecia è di una crudeltà che non ha limiti. Dovrebbe esserci di insegnamento la sofferenza che è stata inflitta al popolo greco e che domani potrebbe essere inflitta al popolo italiano che n on sarà mai in grado di reggere per venti anni un salasso di quaranta miliardi l'anno e di sostenere il pareggio di bilancio. L'Europa asociale liberista che vuole trecento milioni di lavoratori senza diritti e schiavizzati non è certo quella che avevano sognato Altiero Spinelli e gli altri grandi padri dell'europeismo. L'europeismo è tralignato nella dittatura delle banche e del capitalismo tedesco che ci tratta come Atene trattava i membri della Confederazione di Delo. L'Europa è guerrafondaia ed aggressiva e si è sporcata di sangue in molto avventure coloniali consumate assieme agli americani. Il nostro destino dentro l'Europa è di subalternità e di perdita della nostra storia e dei valori profondi della nostra Costituzione. L'Europa è diventata una trappola dalla quale dobbiamo allontanarci al più presto. L'Europa dei banchieri non ha ideali di democrazia pace e libertà. L'anima di questo Europa è nera. Dobbiamo andarcene! Via dall'UE e via dall'Euro per tornare a respirare la libertà. Non potremo stare molto peggio di come stiamo oggi ma almeno avremo un futuro.

Pietro Ancona

domenica 5 febbraio 2012

Asor Rosa e il colpo di Stato di Monti

Asor Rosa e il colpo di Stato di Monti

Nell'aprile dell'anno scorso il professore Asor Rosa scrisse un esplosivo articolo sul Manifesto con il quale si invitavano i carabinieri a fare un colpo di Stato per cacciare via Berlusconi. La proposta nasceva dalla considerazione che non esistevano in Italia le condizioni di un rivolgimento popolare, insomma di una rivoluzione capace di costringere Berlusconi ad abbandonare il governo. Disse ancora il professore Asor Rosa che una forzatura era necessaria per salvare la democrazia. Questa riflessione mi ha ricordato Giuliano Ferrara che sul Foglio parlando di Pinochet e della dittatura che aveva instaurato in Cile ebbe a dire che si è trattato di un servizio reso alla democrazia che sarebbe stata ripristinata dopo lunga parentesi del governo dei militari.
Naturalmente, l'uscita del professore Rosa era dovuta allo stato di disperazione a cui era stata ridotta la sinistra italiana incapace di fronteggiare adeguatamente Berlusconi ed il berlusconismo. Ma la sua originale proposta era sbagliata per almeno due ragioni: la prima è che le forze armate italiane, i carabinieri e la polizia non hanno una tradizione ed una cultura democratica tanto forte da far compiere loro un gesto di radicale disobbedienza allo Stato al quale sono legati da un obbligo di fedeltà assoluta. Le elites militari italiane hanno una storia alle spalle che è tutt'altro che democratica e ci sono stati periodi anche recenti della nostra storia in cui hanno tramato contro la Repubblica. L'altro errore quello radicale di Asor Rosa era di non tenere in nessun conto il contesto internazionale. Non si è reso conto che tutti gli atti del governo Berlusconi erano fortemente omologati alla involuzione che il centro destra ha realizzato in Europa e nel mondo. Di italiano e di suo nella politica di Berlusconi c'era la questione della giustizia e delle leggi ad personam ma che comunque hanno avuto possibilità di realizzarsi perchè interne ad una involuzione di tutto il quadro politico italiano. L'idea della repubblica presidenziale e della riforma della Costituzione anche nella sua prima parte non è soltanto della destra italiana ma anche della cosidetta sinistra termine improprio per indicare il PD. C'è stato quindi un grosso difetto di analisi ed anche una straordinaria ingenuità nella proposta di golpe "buono" del professor Rosa.
A distanza di qualche mese qualcuno collocato molto in alto nel mondo ha pensato alla possibilità del golpe in Italia e lo ha realizzato con rara maestria e con il consenso del Parlamento che ne è stato travolto e svuotato. La nomina del Prof.Monti e del suo governo tecnico è stata minuziosamente preparata e realizzata per cacciare via Berlusconi dal governo assicurando una uscita di destra alla crisi politica italiana. Berlusconi è stato costretto a dimettersi dalle manovre sui titoli di Mediaset che avevano lo scopo di allarmarlo e di avvertirlo a non fare resistenza. Il governo Monti prosegue e porta avanti c on estrema durezza quanto era nel programma di Berlusconi. E' una destra pura allo stato tatcheriano che si è liberata di quanto di populistico e di democristiano e di osceno ci potesse ancora essere nel governo Berlusconi. Non è un caso che il Pdl pur con qualche maldipancia sostiene ad oltranza il governo Monti specialmente nella questione dell'art.18 e cioè "la soluzione finale" per la classe operaia che finora non si era riusciti a fare.
La sostituzione di Berlusconi è maturata dopo la guerra libica che ha privato l'Italia di un fondamentale polmone economico a vantaggio della triade USA,GB e Francia che ha voluto e fatto la guerra costringendoci a combattere contro i nostri vitali interessi.
La "sinistra" italiana specialmente la più integrata nell'occidente imperialistico come il partito de "la Repubblica" accecata dall'ossessione di Berlusconi non ha visto che l'algido professore che lo sostituisce rappresenta un capolavoro politico della destra euroatlantica
che consiste nel recupero e rilancio del liberismo più aggressivo in una veste perbenista e presentabile.
Anche questo capitolo della storia d'Italia si è c hiuso con una sonora sc onfitta dovuta al berlusconismo che si è impadronito dell'opposizione parlamentare. Non si può combattere il liberismo facendo i liberisti. Quindi tutto si è ridotto nell'allontanamento di una persona imbarazzante per creare uno spazio di maggiore agibilità per la grande destra capitalistica e finanziaria.
Pietro Ancona

bambini in Ucraina e Russia dopo la caduta dell'URSS

http://www.laperfettaletizia.com/2011/01/aibi-in-ucraina-100mila-minori.html
Ucraina: la speranza dell'adozione 2003


NEL PAESE DEGLI ORFANI
Estratto da Famiglia Cristiana
UCRAINA: DA 130.000 A 300.000 i minori abbandonati
A Kiev sono tantissimi i ragazzi di strada, che vivono sottoterra. Un pò meglio va a quelli in orfanatrofio, loro una speranza ce l'hanno: UNA FAMIGLIA CHE LI ADOTTI.
" Una bambola. Regalami una bambola di pezza", mi chiede Ruslana, stringendosi nella giacca a vento che ha visto troppi inverni. Ha solo 14 anni e una madre alcolizzata che non intende vedere più. L'odore acre della colla, la droga dei miserabili che ha sniffato poco prima assieme ai suoi sei compagni di strada, si confonde con i gas di scarico delle auto davanti alla stazione ferroviaria della " Riva sinistra". E' sera, tra poco torneranno " giù ", a dormire nei tombini o negli anfratti della metropolitana di Kiev, nel ventre tiepido della città che l'inverno ucraino congela a 30 gradi sotto zero. Sono i " ragazzi di strada" di Kiev, i figli di nessuno, quelli che neppure l'orfanotrofio ha saputo raccattare. Vivono elemosinando e scippando, ignorati perfino dai giornali occidentali, molto più attratti dagli street kids di Bucarest. Impossibile contarli. La capitale dell'Ucraina, città antica e metropoli moderna di quasi tre milioni di abitanti, è una matrigna che raccoglie in istituti, da tutto il Paese, migliaia di minori orfani o abbandonati dai genitori. C'è chi stima che siano 5.000, chi molto più del doppio.
Un genocidio silenzioso. Nell'intera Ucraina la cifra sale a 130.000, secondo dati "governativi"; a 300.000 secondo le associazioni umanitarie, e 70.000 sarebbero i minori internati in istituto. Così tanti che perfino una fonte ufficialissima come la Relazione sullo stato dell'infanzia, stilata dall'Istituto di scienze sociali, deve ammettere l'impossibilità di ricoverarli tutti negli internat, gli orfanotrofi statali, che sono 400, e di doverli alloggiare anche negli ospedali. D'altra parte, il 90 per cento dei neonati ha qualche malattia: asma e bronchite cronica le più comuni. E la tubercolosi, oltre 700.000 casi, è in continuo aumento. " Un genocidio silenzioso, non causato da guerre, ma da povertà e malattie": denuncia don Maxim Mauritsson, sacerdote e medico svedese che vive a Kiev dal 1993.
Perchè tanti minori abbandonati? " Basta un dato: il 70 per cento delle famiglie si divide dopo 5 anni di matrimonio. Il resto lo fanno la disoccupazione e la vodka", ci spiegano alla Caritas cattolica di Kiev, che lavora con i bambini di strada e negli orfanotrofi. Nell'internat di Vasilkov, a 60 chilometri da Kiev, vivono 230 ragazzi dai 14 ai 18 anni. Assomiglia più a un vecchio manicomio che a una casa per la gioventù. A parte il cibo, manca tutto: banchi, quadri, divani. L'impianto di riscaldamento salta di continuo. La giovane direttrice confessa: " Qui dovremmo formare sarte, ma non abbiamo macchine per cucire. Il corso per autisti non è partito perchè le auto sono sempre a riparare, e quando escono dall'officina non hanno benzina. Lo Stato ci passa il 20 per cento di quanto avremmo bisogno, e non capisce che questi ragazzi, se non scappano prima, escono da qui pieni di rabbia e senza speranza".
L'eccezione dell'ex militare. La situazione degli orfanotrofi peggiora ancor più allontanandoci dalla capitale. Il 30 per cento dei minori che ne esce resta senza un'abitazione e il 10 per cento viene ammazzato o si suicida. Ma ci sono anche felici eccezioni. Igor Maltsev, vicedirettore dell'internato di Bucha, cittadina agricola della provincia di Irpin, ha trasferito la sua capacità organizzativa di ex militare nella gestione dell'orfanotrofio che, specializzatosi nei corsi di lingua, oltre ad accogliere 300 orfani è aperto anche agli studenti con famiglia del paese. " Così si favorisce l'integrazione ", osserva. Qui i ragazzi sono incentivati in ogni modo a studiare: un bel voto può significare vincere un gioco nuovo. Lo Stato non passa i letti? Li fabbricano i ragazzi nel laboratorio di falegnameria. Un gregge di 80 capre produce il latte, il migliore antidoto contro la Tbc. C'è perfino l'aula di informatica, e Internet è di casa. " Da qui i ragazzi non fuggono", afferma Maltsev:" Quest'anno tre di loro si sono iscritti alla scuola per assistenti sociali". Ma una rondine non fa primavera neanche tra le steppe ucraine.
" La domanda dei bambini che mi fa più male è: 'Perchè non mi trovi una mamma migliore?' ", racconta la direttrice del'orfanotrofio di Denyshi, 150 chilometri da Kiev, Ganna Dokijciuk. " Arriva, arriva, dico ". E ogni tanto, per fortuna, arriva. I minori in stato di adottabilità il Ucraina sono stimati in 14.000, e l'Italia è tra i paesi più ricettivi.
Nonostante la sospensione delle procedure adottive per alcuni mesi decisa dalla Cai (Commissione per le adozioni internazionali), nel giugno del 2002, motivato dal " mancato rispetto dei princìpi della Convenzione dell'Aja ", in quell'anno l'Ucraina è stato il Paese dal quale sono giunti più bambini: su 2.224 autorizzazioni all'ingresso in Italia, 634 erano di minori ucraini. E anche nel 2003 la percentuale non è cambiata.
" Ma anche noi siamo rigorosi ". Si era parlato di " adozioni facili ", di "cataloghi" dei bambini. " Non è affatto così" replica la direttrice del centro adozioni del ministero dell'Educazione ucraino, Eugenia Rodionivna: " Applichiamo solo le nostre leggi, che differiscono in parte dalla Convenzione dell'Aja, che presto, comunque, il nostro governo, ratificherà. Il principio ispiratore è sempre il bene del bambino. Siamo rigorosi: lo dimostra la bocciatura del 30 per cento delle vostre richieste".
Il nodo sta nella possibilità, data alle coppie dalla legge ucraina ma non dalla Convenzione, di rifiutare l'abbinamento proposto dal Centro e di scegliere un altro minore." C'è del buono sia nel nostro sistema sia nei dettami stabiliti all'Aja", afferma il pediatra responsabile dell'équipe del Centro, Valentin Gamacek. " E va dato atto alle coppie italiane e agli enti che le hanno preparate di attenersi all'abbinamento proposto. Cosa che non capita con francesi e canadesi".
" E' ben diverso dell'affermare che in questo Paese ci sono operatori dell'infanzia compiacenti e famiglie italiane in mala fede. Molte di esse, infatti, ci hanno espresso la loro sacrosanta indignazione", dice Egles Bozzo, presidente di " S.O.S Bambino" , ente vicentino autorizzato alle adozioni internazionali, che l'anno scorso ha dato genitori italiani a 133 bambini ucraini.
Sono ancora pochissime, invece, le coppie ucraine che adottano. " Qui ci si vergogna d'avere un figlio non proprio. Lo si nasconde in casa. Si cambia città. Insomma, non c'è ancora la cultura dell'adozione, perché manca il riconoscimento dei valori della famiglia", spiega Andrei Voitenko, presidente dell'associazione cristiana " Cuore aperto", che si occupa di adozioni e ha creato una delle prime comunità di recupero per ragazzi di strada a Kiev. In esse i ragazzi vivono, studiano e vengono avviati al lavoro. Prima regola: smettere con la colla. E se l'inno nazionale dice: " L'Ucraina non è ancora morta" è anche perché qualcuno ha lanciato un salvagente a questi naufraghi.
(Articolo di Alberto Laggia - tratto da Famiglia Cristiana n. 45/2003)








Orfanatrofio lager

15/10/2011

Un bambino di 11 anni morto per denutrizione, pesava solo 10 kg: è una delle 27 vittime dell’orfanotrofio-lager di Miski, nella regione siberiana di Kemerovo, dove attualmente sono ricoverati circa 400 bambini con varie malattie congenite che impediscono loro di muoversi e di mangiare. Altri 11 sono morti per soffocamento da cibo: le infermiere, infatti, alimentavano per via orale anche i piccoli che dovevano essere nutriti solo con la flebo.

Russia,15 ott. – Ma non è che la punta dell’iceberg in un Paese che rimpiange gli ‘orfanotrofi familiari’ sovietici e che si ritrova con 800 mila bambini abbandonati, più di quanti fossero alla fine della seconda guerra mondiale, che in Russia falcidiò milioni di famiglie. Quello di Miski era un vero e proprio istituto degli orrori e del cinismo: negli ultimi due anni e mezzo, insieme a 27 vite di innocenti, sono spariti anche 670 mila rubli (16 mila euro), la miseria versata dallo Stato per assicurare un minimo di assistenza ai piccoli ospiti quando diventeranno maggiorenni.

Ora la procura locale ha aperto un’inchiesta e il direttore dell’istituto, indagato per negligenza colposa e abuso d’ufficio, si è dimesso. Tutto è partito dal decesso di quel bambino di 11 anni che pesava come uno di tre. «Abbiamo visto bambini in tali condizioni solo nei documentari sui campi di concentramento nazista», ha confessato indignato il procuratore Oleg Zaratovski. Ma i casi di orfanotrofi-lager, o comunque in condizioni fatiscenti, facili prede di incendi, sono frequenti in Russia.

È dello scorso anno la storia di un orfanotrofio gestito da suore nella regione di Vladimir, a circa 200 km da Mosca, dove le bambine venivano frustate con la cinghia, tenute a pane e acqua per lunghi periodi, sottoposte a orari di lavoro estenuanti nei campi. Risale invece al 2009 il caso dell’orfanotrofio di Timovsk, nella regione di Tula, dove i più irrequieti venivano rinchiusi in una clinica psichiatrica e imbottiti di psicofarmaci. I dati ufficiali sulla situazione dei bambini in Russia sono agghiaccianti.

Ogni anno circa 100 mila sono vittime di abusi (spesso familiari) e 2000 muoiono a causa di violenze e maltrattamenti da parte dei genitori, mentre oltre 10 mila scompaiono o fuggono. Si tratta di famiglie disagiate, con problemi di droga e alcolismo. I bambini orfani o abbandonati sono invece circa 800 mila, anche se dati non ufficiali parlano di 2 milioni, su un totale di 38 milioni di minorenni. Un fenomeno drammaticamente in crescita, con numeri raddoppiati dal 1994, mentre gli orfanotrofi sono passati dai 600 del 1990 (prima del crollo dell’Urss) ai quasi 2000 di oggi, con circa 200 mila ospiti.

Quando escono solo il 10% riesce a inserirsi, il 10% si suicida, il 40% delinque e il 40% diventa alcolizzato o tossicodipendente. Solo 150 mila degli 800 mila bimbi abbandonati sono stati adottati (la metà all’estero). Quanto agli altri, 37 mila vanno in affidamento (sino ai 14 anni) e 380 mila finiscono sotto la tutela di altri parenti (dai 14 ai 18 anni): lo Stato versa una una tantum di 12 mila rubli (280 euro) e sussidi mensili che vanno da 5000 a 7000 rubli (120-166 euro). Il destino peggiore è sicuramente l’orfanotrofio, tanto che Albert Likhanov, capo del fondo di beneficenza per l’infanzia, si dice favorevole al programma di ‘orfanotrofio familiare’ sovietico rimasto in vita sino alla fine dell’Urss, quando a prendersi cura di un gruppo di orfani era una persona stipendiata dallo Stato.

Anche in epoca sovietica, comunque, gli istituti speciali per bambini non erano certo un modello di accoglienza e calore, come racconta con crudo realismo lo scrittore russo Ruben Gallego nel suo straordinario libro autobiografico «Bianco su nero».

Red. Ag.





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